[1] A. Murray b. [8] K. Nishikori 2-6 6-1 7-6(0) 6-1 (Francesca Padoin)
Dopo le partite poco avvincenti di oggi a mezzogiorno, vuoi per il ritiro di Carreno Busta sul 6-0 2-0, vuoi per la non partita fra Thiem e Djokovic conclusasi in due ore ed apparsa fin dall’inizio già scritta, speravamo che il numero 1 del mondo, Andy Murray ed il 9, Kei Nishikori dessero vita ad una vera e propria battaglia per il loro posto in semifinale. L’anno scorso lo scozzese era arrivato fino in finale, sconfitto da Novak Djokovic in 4 set e se vincesse il titolo sarebbe il secondo inglese a conquistare il titolo dal 1935, per mano di Fred Perry. È inoltre allenato da Ivan Lendl che ha vinto qui nel 1984, 1985 e 1987. Per Nishikori invece sarebbe stata la prima semifinale in 7 presenze a Parigi. Ma soprattutto questo era il banco di prova per entrambi; nessuno dei due aveva incontrato avversari particolarmente pericolosi, eccezion fatta per Verdasco che su terra è sempre un avversario temibile e nessuno dei due aveva dimostrato di essere in gran forma perdendo set dove non avrebbero dovuto, faticando più del previsto e sbagliando molto. Oggi doveva essere una partita in cui entrambi avrebbero dovuto dimostrare di saper alzare il proprio livello e mantenerlo alto.
Parte Murray al servizio che tiene senza particolari problemi. Fin dall’inizio lo scozzese appare più aggressivo dell’avversario, cercando angoli estremi per far correre l’avversario già ampiamente a fondo campo ma spesso, dopo due/tre scambi, colpisce poco profondo permettendo a Nishikori di entrare bene e chiudere. Già al terzo game, complici due doppi falli di Murray, il giapponese passa in vantaggio e lo tiene fino al sesto gioco in cui guadagna altre due palle break con un rovescio lungolinea ed uno smash e al primo tentativo passa a condurre 5 a 2. Lo scozzese si sta mostrando molto falloso e più improntato alla difesa e Nishikori giustamente ne approfitta concedendosi il lusso di chiudere il set con una palla corta e Murray distante metri.
Per ora il giapponese sta giocando davvero bene cercando di colpire più sul dritto dell’avversario, colpo che non lo sta aiutando oltre a soffrire sia col servizio che negli scambi lunghi, non riuscendo a mantenere la profondità dei colpi. Una serie di brutti errori per Nishikori nel terzo game portano però il numero uno alle prime palle break della partita, che non serve neanche giochi perché il giapponese, con un doppio fallo, consegna il game. Arriva poco dopo un’altra occasione di break, stavolta guadagnato ampiamente da Murray, che fa correre l’avversario per tutto il campo; valutando erroneamente una palla fuori il numero 9 non chiude una volèe, che avrebbe potuto rimettere in discussione il game e dà così la possibilità all’avversario di servire per il set.
Il terzo parziale si apre con un Murray rinato, che ha totalizzato cinque giochi di fila, e Nishikori che pare aver recuperato concentrazione e precisione dei colpi. Intanto il computo degli errori dello scozzese è sceso di parecchio rispetto al primo set come pure la percentuale al servizio di Nishikori. Serie di break e controbreak a metà del terzo parziale che dicono bene degli alti e bassi dei due tennisti lungo tutto il match anche se Murray sembra avere una marcia in più tanto da passare in vantaggio nel decimo game. Ma non è finita qui; il giapponese con una serie di anticipi, quasi una SABR in risposta al servizio, ed attaccando su tutto recupera il break e si va al tie-break che risulta disastroso per Nishikori il quale, accusando la pressione, cede 7 a 0 con tanto di racchetta scagliata a terra per la frustazione.
Nel quarto set Nishikori sembra risollevarsi aggredendo lo scozzese e realizzando subito il break con un bel rovescio incrociato ma si tratta di un bluff: Murray infatti recupera immediatamente aiutato dall’avversario che sbaglia una vole’ e un diritto. Dopo aver mantenuto la battuta con un po’ di difficolta grazie a due buoni servizi, il britannico strappa di nuovo la battuta allo sfidante alla fine di uno scambio molto intenso terminato con un rovescio lungo di Nishikori, il quale dopo questo game esce in pratica dal campo commettendo quasi solo errori al contrario di un Murray ormai lanciato verso la semifinale; lo scozzese realizza un uleriore break e nel game successivo con tranquillità e un servizio vincente raggiunge il penultimo atto dello slam francese.
Non è certo una sorpresa la vittoria del numero 1 del mondo ma bisogna sottolineare ancora una volta la poca continuità di Nishikori. In ogni caso una buona prova di Murray che però dovrà alzare ancora di più il livello e non avere una cattiva partenza come oggi: contro il Wawrinka visto fin qui a Parigi, soprattutto come quello odierno demolitore del povero Cilic, non se lo potrà permettere se vorrà raggiungere la seconda finale di fila al Roland Garros.
[3] S. Wawrinka b. [7] M. Cilic 6-3 6-3 6-1 (Cristina Pozzoli)
Stan Wawrinka e Marin Cilic si sfidano per un posto in semifinale senza aver concesso neanche un set finora ai rispettivi avversari. I due si trovano di fronte per la quattordicesima volta con il croato sfavorito in base ai risultati degli scontri diretti precedenti che lo vedono vincitore solo due volte su tredici, di cui l’ultima agli Open d’Australia del 2010. Wawrinka inoltre ha vinto le quattro sfide giocate sulla terra cedendo l’unico set undici anni fa ad Umago.
Vince Wawrinka e lo fa con una prova di forza e solidità che va ben oltre alle previsioni iniziali. Gli scambi sono pesanti e la velocità di palla notevole, da una parte Cilic cerca di alzare il ritmo ma questo gli costa troppi errori e dall’altra Wawrinka alterna lunghezza e traiettorie dei colpi trovando angoli impossibili ed accelerazioni vincenti. Partita tatticamente perfetta da parte dello svizzero che ha ceduto il servizio solo una volta nel secondo set (quando però era in vantaggio di un break) ma è stato bravo a rialzare subito il ritmo degli scambi senza dare speranze a Cilic.
Wawrinka parte al servizio e dopo aver incamerato facilmente i primi due punti permette a Cilic di tirare tre sassatae di dritto e si trova a frontaggiare quell che sarà l’unica palla break del primo parziale. Lo svizzero si salva con il servizio e nel game successivo sta bene attento ad impostare gli scambi sulla diagonale sinistra costringendo Cilic a giocare con il rovescio che ne affossa tre in rete. Cilic cerca di accorciare lo scambio e segue a rete un dritto a sventaglio molto profondo ma Wawrinka tira una fucilata di rovescio lungolinea costringendolo a giocare una volèe bassa difficilissima che può solo parare esponendosi al passante vincente di dritto dello svizzero che poi trasforma la palla break con un vincente lungo linea di rovescio. Il set finisce lì, Wawrinka consolida il vantaggio e poi non concede più niente al servizio chiudendo 6-3 in 35 minuti.
Nel secondo set si ripete il copione del primo. Cilic parte bene e con gran prime e colpi pesanti tiene facilmente la battuta. Nel secondo game Wawrinka si fa sorprendere ancora dal dritto a sventaglio e dalle verticalizzazioni del croato e annulla una palla break servendo una gran prima e poi chiude il game con un dritto vincente al secondo vantaggio. Non è un segno confortante per Cilic che Wawrinka vinca gli scambi impostati sulla diagonale destra e quindi, nel game successivo, prova a chiudere subito ma commette tre gravissimi errori cercando esasperatamente di colpire con il dritto. wawrinka infila da sinistra una risposta vincente inside-in e gli strappa il servizio consolidando il vantaggio subito dopo. L’esito del set sembra segnato ma, nel rispetto delle consuetudini, lo svizzero si distrae nel sesto game, sparacchia fuori con il rovescio e rimette in corsa il suo avversario. Il servizio non conta più, sono gli errori a fare la differenza ed è il croato a buttare via l’occasione di passare in vantaggio cedendo a sua volta la battuta nel settimo game. Senza più nessuna incertezza, Wawrinka chiude ancheil secondo parziale 6-3 impiegandoci solo un minutio di più rispetto al precedente.
Il terzo set è un assolo dello svizzero che vola 5-0 in venti minuti senza lasciare mai a Cilic la possibilità giocare. Almeno per il croato è arrivato il game della bandiera, ma il risultato rimane molto pesante.
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