[3] S. Halep b. [2] K. Pliskova 6-4 3-6 6-3 (Diego Barbiani)
Ormai ci siamo: Simona Halep vede il traguardo. Sabato scenderà in campo con un doppio obiettivo: il primo titolo Slam della carriera ed il numero 1 del mondo che per lei (e la Romania intera) vorrebbe dire tantissimo: sarebbe la prima a raggiungere questo traguardo dai tempi di Ilie Nastase, la prima donna a riuscire in questa impresa.
La numero 3 del seeding si è aggiudicata il match “di spareggio” contro Karolina Pliskova, che decideva gran parte della lotta al vertice. Adesso la ceca dovrà rimandare, in attesa di tempi (e superfici migliori). Purtroppo per lei, nonostante una prova di grandissima generosità, la terra rossa si rivela un elemento indigesto al suo gioco ed al suo fisico, ma questa semifinale ed i 780 punti guadagnati potrebbero darle un grande vantaggio nel proseguo della stagione.
La partita ha confermato per la prima metà la capacità di Halep di mettere a nudo le difficoltà della ceca. Senza punti gratuiti col servizio, costretta a scambiare, perdeva continuamente campo ed era costretta a lasciare il comando del gioco all’avversaria che senza rischiare costruiva il suo successo, giocando in entrambi gli angoli ed avanzando progressivamente.
Sembrava uno schema diabolico, ma è arrivata quasi all’improvviso la reazione della numero 2 del seeding, che ha deciso di giocarsi le sue carte fino all’ultimo ed ha cercato maggiore profondità oltre alla potenza di cui già dispone. Sono aumentati i vincenti e piano piano è cambiata l’inerzia della partita. Halep, che aveva chiuso agilmente il primo set, è stata costretta al terzo dopo un break subito sul 3-2 a cui non ha saputo mettere una pezza nonostante le quattro palle break avute subito dopo. Sul 5-3 Karolina ha fatto il suo ed ha rinviato tutto alla frazione decisiva.
Halep rimaneva comunque padrona del gioco, con Pliskova sempre costretta a fare per lo più dei miracoli ad ogni game. Correva, cercava di adattare il più possibile il suo corpo a questa terra che proprio non riesce ad esserle amica. Nonostante il break subito, con un gran passate di Halep sul punto decisivo, ha trovato il coraggio di rifarsi sotto. Sul 3-4, però, è stata di nuovo chiamata a salvare palle break. Nessun problema sulla prima, mentre sulla seconda ha deciso di attaccare colpendo però leggermente troppo forte e facendo terminare la pallina oltre la linea di fondo.
Al servizio per il match, Halep non ha tremato. La reazione, dopo l’ultimo punto, è stata quasi impassibile. Lei una finale, a Parigi, ce l’ha già. Quello che vuole è il trofeo che nel 2014 le sfuggì a favore di Maria Sharapova in una finale durata oltre tre ore. Contro Jelena Ostapenko, questa volta, partirà con tutti i favori dalla sua.
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