J. Ostapenko b. [30] T. Bacsinszky 7-6(4) 3-6 6-3 (da Parigi, Alessandro Terziani)
C’era una torta di compleanno sola oggi sul Philippe Chatrier per due festeggiate, Timea Bacsinszky (28 anni) e Jelena Ostapenko (20). Le candeline le ha infine spente la più giovane dopo tre set e due ore e 25 minuti di grande equilibrio. Per la Ostapenko, che non ha ancora mai vinto un torneo WTA (ha vinto il torneo junior a Wimbledon 2014), è la prima finale Slam. Un risultato sorprendente per una giocatrice n.47 WTA e non compresa nelle 32 teste di serie. La Ostapenko, allenata da mamma Jelena e dalla ex giocatrice Medina Garrigues, ha vinto con merito facendo sempre la partita nel bene (50 vincenti) e nel male (45 errori gratuiti) non disdegnando le discese a rete (27) spesso vincenti (19) grazie a poderosi schiaffi sia di diritto che di rovescio. La Bacsinszky, molto più tattica, ha cercato di non darle ritmo con frequenti variazioni di traiettorie e improvvise smorzate vincenti. Comunque un grande plauso alla giocatrice svizzera che, vessata da un padre padrone, solo quattro anni fa si era praticamente ritirata dal tennis e si era iscritta alla scuola alberghiera. Ora che ha ripreso l’attività e gioca con la serenità di chi si diverte, la Bacsinszky ha eguagliato il suo migliore risultato in carriera, la semifinale raggiunta proprio qua nel 2015 (che la portò alla nona posizione mondiale) quando si arrese solo a Serena Williams in tre set. Risultato inatteso, era n.31 a inizio torneo, anche considerando che solo tre mesi fa a Indian Wells Timea era stata vittima di un serio infortunio al polso sinistro che l’aveva costretta a uno stop condizionandone la stagione sulla terra.
Le due grandi sorprese del torneo si affrontano per la prima volta ma si conoscono molto bene avendo giocato insieme in doppio lo scorso anno a Pechino. L’avvio della partita è condizionato dal vento. La Ostapenko è più aggressiva, costantemente alla ricerca del vincente. La Bacsinszky cerca di non darle ritmo e prova sempre a farle giocare un colpo in più in attesa dell’errore. Il servizio è decisamente ininfluente per entrambe. Nel primo set metà dei giochi sono vinti dalla giocatrice in risposta. Si scambia poco e il pubblico segue il match senza grande partecipazione. L’equilibrio regna sovrano, le due giocatrici non riescono a staccarsi nel punteggio. La Ostapenko a ogni vincente fa seguire un errore. Curiosamente break e immediato contro break si susseguono a coppie: sul 2-0 Bacsinszky, sul 3-3, sul 5-5. Si arriva inevitabilmente al tie-break. La maggiore spregiudicatezza della lettone ha il sopravvento. Grazie a un gran diritto lungolinea si porta sul 6-3, tre set point. Alla seconda chance piazza una buona prima che segue a rete chiudendo il set con uno schiaffo di rovescio dopo un’ora e 4 minuti.
Stesso copione nel secondo set con la Bacsinszky che indietreggia ulteriormente dietro alla linea di fondo campo. Si parte con break e contro break. Sul 3-3 si decide il set con la Ostapenko che riesce a perdere il servizio da 40-0, si disunisce e regala tre giochi filati con tanto di doppio fallo sul secondo set point della svizzera. 6-3 Bacsinszky dopo un’ora e 39 minuti.
Terzo set con altrettanti break (due a favore della Ostapenko) nei primi tre giochi. Nel quarto gioco, dopo 16 punti, la lettone riesce a tenere il servizio portandosi sul 3-1. La Bacsinszky riesce a riportarsi in parità sul 3-3. Il settimo gioco è quello della svolta. La giocatrice svizzera ha un passaggio a vuoto in cui cede otto punti filati. La Ostapenko sale sul 5-3, servizio Bacsinszky. Una risposta vincente di diritto le porta in dote due match point consecutivi. Il primo è annullato dalla svizzera con una prima vincente. Sul secondo la lettone piazza il diritto incrociato che la Bacsinszky può solo guardare. Dopo due ore e 25 minuti la Ostapenko può esultare verso il suo angolo. Il pubblico del Philippe Chatrier intona l’Happy Birthday.
La Ostapenko partirà sfavorita in finale contro la vincente tra Halep e Pliskova, ma nel torneo delle grandi sorprese ogni pronostico aspetta solo di essere disatteso.
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