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Il Roland Garros ai piedi di Mladenovic e la noia di Nadal

Se in una giornata in cui ci sono Djokovic e Nadal la copertina finisce col prendersela un incontro di ottavi di finale del torneo femminile sta forse accadendo qualcosa che vale la pena di seguire più da vicino al Roland Garros 2017. La partita tra Garbine Muguruza e Kristina Mladenovic non è neanche stata tecnicamente impeccabile ed è vissuta di errori anche grossolani più che di grandi soluzioni eppure oggi pare non ci sia stato altro. Le lacrime di entrambe – ma quanto si piange nei campi da tennis santi ragazzi e ragazze? – erano scontate praticamente dal primo game, forse dalla prima risposta della francese, e anche se non siamo sicuri che trasformare un match di tennis in un racconto melodrammatico sia cosa buona e giusta non possiamo che rilevare come il pubblico francese abbia apprezzato. Pure troppo, secondo la spagnola, che alla fine non ce l’ha fatta a negare di essere spezzata da tutto quanto accaduto sul piccolo Lenglen, il secondo campo del Roland Garros. In ogni caso i francesi avranno due rappresentanti nei quarti di finale di un torneo che è decisamente senza padrone e forse sperano di trovare la seconda vincitrice di casa dell’era Open. Del resto è difficile non considerare favorita proprio la Mladenovic per il posto in finale, considerato che non troverà Venus Williams ma una ritrovata Timea Bacsinszky che proprio non ce l’ha fatta a regalare più di un set alla statunitense. E in semifinale una tra Wozniacki e Ostapenko non sarà proprio la più complicata del mazzo.
Più complicata la vicenda per la superstite del derby tra Cornet e Garcia, perché in quella zona di tabellone sono rimaste le due in gara per arrivare alla vetta del ranking – Halep e Karolina Pliskova, per la prima volta così avanti al Roland Garros – e il rischio concreto è che debba affrontarle entrambe. La Halep dovrà prima prendersi la rivincita della finale romana ma anche nel suo caso, come in quello di Kristina, se le condizioni fisiche non peggiorano non dovrebbe mancare l’appuntamento con la semi.

Rimaniamo in attesa dell’inizio, se mai ci sarà, del torneo maschile. Nishikori ci ha provato a regalare qualche emozione e Kachanov ha approfittato come meglio non si può di aver avuto Isner dall’altra parte. Di nuovo ci si deve buttare sul melodramma di Carreno-Busta se si vuol trovare qualche motivo di interesse, nell’attesa che il buon Pablo faccia la fine che stanno facendo quelli che incrociano la strada di Nadal.  A proposito del quale a questo punto non rimane che attendere la semifinale di venerdì e chissà se allora sarà un bene non aver passato nessun momento difficile nel corso delle prime dieci giornate. Forse per cercare di trovare qualche motivo di tensione agonistica oggi Rafa ha pensato bene di prendersela con il giudice di sedia, proponendo una versione decisamente eccentrica del ruolo che dovrebbe avere, almeno quando c’è lui in campo: un analista, non uno che deve far rispettare le regole. In attesa che Rafa torni ad occuparsi di cose a lui più congeniali – suggerimento da estendere il più possibile… –  domani ci attende un’altra giornata interlocutoria, anche se sarà interessante vedere se Kachanov riuscirà a mettere in difficoltà Murray e come Nishikori proverà a complicarsi la vita con Verdasco. Ma il torneo vero comincia martedì e comincia col botto: Thiem contro Djokovic, non si scherza più.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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