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La schiena dritta del Roland Garros tra Sharapova e Carneade

Si capisce benissimo lo sbuffo di Andy Murray all’ennesima domanda sulla questione Sharapova. Del resto le posizioni sembrano ormai chiare: da una parte quelli che ritengono una squalifica una specie di marchio d’infamia che dovrà vita natural durante pesare sulle spalle della reproba. Dall’altra quelli che ritengono che una squalifica non è come un teorema matematico, per sempre.  Per i primi ogni elemento che possa vagamente somigliare ad una cortesia va evitata, sia più o meno interessata; per i secondi la pena è più che sufficiente e non vedono il motivo per dei supplementi. E quindi rimane poco da aggiungere anche se, parole di Murray, anche la wild card di Eastbourne riesumerà il dibattito.

Tra le due posizioni la Fédération Française de Tennis ha però indicato una terza via: ci sono squalifiche e squalifiche. Nell’assegnazione delle wild card per il Roland Garros il presidente della FFT è stato severo e deciso: “Lei qui ha vinto due titoli e nessuno glieli potrà togliere, ma è vero che lei è stata squalificata per doping ed è stata sospesa. Oggi questa sospensione è finita e può riprendere il suo cammino lungo il tour ma le wild-card per rientrare da infortuni non sono la stessa cosa che rientrare da una squalifica per doping. Sono molto dispiaciuto per lei e per i suoi fan ma è mio dovere proteggere gli standard ed i valori del torneo”. Bernard Giudicelli è un uomo integerrimo, parla addirittura di “valori”, che evidentemente Maria Sharapova non rispetta.

Tanta integrità non è piaciuta a Steve Simon, il CEO della WTA, che ha rilasciato una dichiarazione abbastanza seccata: “Le wild card sono rilasciate dagli organizzatori dei tornei a loro totale discrezione. Ma le motivazioni su cui si è basata la FFT per non dare la wild card a Maria Sharapova non mi trovano d’accordo. Lei ha scontato la sanzione infllittale dal CAS e non c’è alcun motivo per penalizzarla ulteriormente”.

Ancora: fino a qui lo scontro delle due linee descritte in precedenza, nulla di nuovo. Se non fosse che la FFT ieri ha offerto una wild card per giocare le qualificazioni a Constant Lestienne. Il giovane Constant è un ventiquattrenne di Amiens, numero 253 del mondo che è stato al massimo 164 e ha disputato un solo incontro a livello di tornei ATP. A prima vista uno dei tanti francesi che hanno la possibilità di annusare l’aria di uno slam grazie al fatto che si disputa in Francia. Il fatto è che Lestienne nel settembre dello scorso anno è stato squalificato per sette mesi perché, secondo la Tennis Integrity Unit avrebbe scommesso su 220 partite. Considerato che nessuna di queste lo vedeva coinvolto e che ha collaborato con la TIU, la pena gli è stata ridotta. Ora, Giudicelli ha sostenuto che le wild card servirebbero sostanzialmente ad aiutare giocatori che rientrano da un infortunio e non certo da squalifiche. Lestienne, rientrato a gennaio da una squalifica non è riuscito a costruirsi una classifica sufficiente per entrare in tabellone. Maria Sharapova, rientrata ad aprile da una squalifica, non è riuscita a costruirsi una classifica sufficiente per entrare in tabellone. La wild card a Lestienne non è in contraddizione con “lo standard e i valori del torneo”.  La wild card di Maria Sharapova sì.

 

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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