ATP

Il giorno in cui Nadal venne battuto. Djokovic fermato dalla pioggia

[8] D. Thiem b. [4] R. Nadal 6-4 6-3

Ci chiedevamo quando Nadal avrebbe perso, e oggi la risposta è arrivata, e pure piuttosto perentoria. Dominic Thiem, scherzato a Barcellona e capace di reggere appena un set a Madrid, è in semifinale agli Internazionali d’Italia per la prima volta in carriera, la seconda di fila in un Masters 1000. Per Nadal, invece, è stata una giornataccia: sempre succube dell’avversario, lo spagnolo ha avuto poche chance oggi ed è sembrato un lontano parente di quello visto a Madrid, forse la versione più convincente vista finora. Ma potrebbe essere una sconfitta salutare, dopo tutto: Nadal, del resto, non aveva mai vinto tre Masters 1000 e Barcellona nella stessa stagione a 31 anni qualche giorno di riposo non potrà che fargli bene.

Dominic Thiem, oggi, ha fatto tutto alla perfezione. Le due sconfitte subite nelle ultime settimane non gli hanno fatto cambiare di troppo i piani; la differenza è che oggi i dritti sono entrati quasi tutti, il servizio ha funzionato alla perfezione e il rovescio non ha praticamente mai tradito l’austriaco. La furia che l’austriaco ha messo nei primi sei game, quando è salito 5-1 con due break piuttosto agevoli, ha fatto capire a Nadal che oggi avrebbe dovuto mettere un po’ più di impegno rispetto alle partite vinte nei due turni precedenti. Il nervosismo che trapelava da alcuni gesti di Rafa, specie quando Thiem azzeccava l’incrocio delle righe sul 40-40 del sesto game, spiegava meglio delle statistiche che oggi c’era qualcosa non andava. E mentre si addensavano le nuvole sul centrale, e qualche debole goccia di pioggia cominciava a far preoccupare i romani che avevano già prenotato nei terribili ristoranti di Ponte Milvio e certo non desideravano un’interruzione, nella mente di Nadal dev’essersi schiarito qualcosa: meglio perdere oggi, che al Roland Garros.

Il Centrale, un po’ a sorpresa, ha supportato i due con una certa parità. L’unico bastian contrario era un tifoso di Francesca Schiavone, che si è portato da casa un cartellone per supportare la Leonessa: evidentemente non ha ancora digerito la scelta della Federazione, speriamo che gli passi per l’estate. Nadal ha provato a caricare il pubblico con un break che è sembrato più demerito dell’avversario che merito suo, e la conferma è arrivata nel decimo game, che Thiem ha vinto senza troppi problemi grazie ad un servizio che ha raggiunto punte davvero impressionanti – il tabellone ad un certo punto ha segnato 219 chilometri rari, ma è lecito avere qualche dubbio sulla sua affidabilità. Nel secondo set ci si attendeva una qualche reazione di Nadal, ma la tenacia con cui ha annullato le due palle break sul 2-2 è sembrata poco più di una dimostrazione di rispetto al pubblico del Centrale, che ha appaludito convinto sui pugnetti di Nadal. Ma il 3-2 è stato l’ultimo game vinto da Nadal: Thiem ha vinto il punto del match recuperando una smorzata di Nadal e poi trovando un passante perfetto con il rovescio, e dopo aver breakkato ha dovuto annullare le uniche due palle break concesse nel secondo. Forse a un Nadal fresco sarebbero bastate, ma oggi serviva qualcosa in più.

Per Thiem è la prima semifinale a Roma, la seconda consecutiva in un Masters 1000 e la terza di fila sul rosso. Non che avessimo bisogno di saperlo, ma del gruppo 5-8 tra le teste di serie al Roland Garros il nome da evitare sarà senz’altro il suo.

Daniele Vallotto

Scrive spesso di tennis, ha fondato Tennispotting ma questo non vuol dire che sappia giocare a tennis. Su twitter è @danielevallotto.

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