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Djokovic, Agassi e Lacoste: l’inizio di una grande avventura

La separazione dal coach storico Marian Vajda e dal suo team, tanta, troppa discontinuità e risultati che stentano ad arrivare. RoboNole che pare tornato semplicemente Nole. Poca la cattiveria negli occhi, un atteggiamento troppo spesso vicino alla resa, l’evidente condizione di non-forma e l’ovvia, inevitabile, scontata preoccupazione dei fans. “Tornerà quello di prima?”. “Ormai è finito!”. Se ne sono sentite tante sul suo conto in questi ultimi tempi, sul conto di uno che fino alla vittoria a Parigi dell’anno scorso sembrava imbattibile, invincibile, inscalfibile… ma si sa, il pubblico è volubile, basta un alito di vento perché cambi completamente idea.

Poi all’improvviso un nome, e che nome! Andre Agassi. Un momento… No, non può essere. L’unico Agassi che conosciamo è quello che nemmeno due anni fa disse: “Io coach? Non fa per me. Quello che fa Becker con Djokovic è un lavoro quotidiano. Io non potrei farlo”. Esiste un altro Andre Agassi grande tennista? La risposta è “no”. Il campione americano, vincitore di otto Slam su tutte le superfici e autore del bellissimo libro “Open”, dal Roland Garros, siederà all’angolo di Novak Djokovic. Nemmeno i bookmakers più ardimentosi avrebbero scommesso o solo immaginato…

Il Roland Garros pare ospite fisso nel destino del serbo. L’ultima grande vittoria ebbe luogo proprio sul Centrale di Parigi un anno fa, quando batté in finale Andy Murray recuperando un set di svantaggio. Poi il calo, la scalata dello scozzese, la perdita del numero uno e l’apparente stanchezza del campione che sembra ferito. Ed è proprio da quel Roland Garros, lo stesso che gli ha regalato l’ultima emozione, che Djokovic prova a ripartire, come se il nuovo anno cominciasse da qui. La stagione Parigi-Parigi è appena terminata, ora sta per cominciarne una nuova. E quale sponsor migliore di Lacoste per accompagnare la rinascita?

Perché Lacoste è francese, sempre lo è stata e, probabilmente, sempre lo sarà; fondata da René Lacoste nel 1933, è ben presto divenuta un cult nell’abbigliamento grazie all’inconfondibile polo – nata dalla ricerca di un capo “metà camicia metà t-shirt” – con il coccodrillo cucito sul petto. Quello strano indumento era il frutto del desiderio del grande tennista, soprannominato “il coccodrillo” per la sua tenacia in campo, di creare un capo comodo che garantisse ai giocatori di tennis una spiccata libertà nei movimenti. Lacoste ha sempre investito nei testimonial in campo, tra gli altri John Isner, Benoit Paire e Andy Roddick. Stavolta pare si sia superata.

“Uno straordinario tennista e un grande campione. Con René Lacoste condivide il valore dell’eleganza nello sport, la tenacia e il fair play. Novak Djokovic diventa il nuovo coccodrillo”. Così Nole viene presentato sul sito del brand, che continua: “il nuovo volto del brand incarna un’eleganza sportiva senza tempo, Novak Djokovic è il cuore della campagna sport”. Si parte, ovviamente, dalla terra parigina e dalla polo ideata per il serbo: in “jersey ultra dry” per mantenere il corpo asciutto, la polo risulta ideale anche ad alte temperature, è bianca con una fantasia geometrica blu, rossa e nera sul petto, il logo del tennista cucito sulla manica sinistra e quello del brand sulla destra. Un capo con un carattere deciso per un esordio spettacolare!

Novak Djokovic e Lacoste rimarranno uniti fino al 2022. Il serbo ha lasciato la giapponese Uniqlo – che comunque rimarrà al fianco Kei Nishikori – dopo cinque anni di vittorie: per la precisione sette vittorie Slam a partire da giugno 2012, quando lascio Sergio Tacchini in occasione – ecco quel destino accennato pocanzi – del Roland Garros, ultimo torneo insieme al marchio italiano. Nole è ora cresciuto, come si legge nella bella lettera che Uniqlo gli ha dedicato in questi giorni: “con Djokovic un’amicizia che mai cambierà. È stato un onore e una grande avventura lavorare con te. Quando ci siamo conosciuti eri un giovane ragazzo dalle buone speranze, poi ti sei unito a Uniqlo e hai ottenuto risultati che ti hanno reso uno dei migliori atleti di sempre”.  Eh sì, ora il ragazzo di Belgrado è tra i più grandi tennisti di sempre, ha trent’anni e una famiglia. Ora ha un nuovo incredibile coach di nome Andre Agassi e il coccodrillo più famoso del mondo con sé. Ora ha una nuova grande avventura da vivere. Una grande avventura da regalare a tutti noi, appassionati di tennis.

 

Jason D'Alessandro

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