J. Isner b. [6] M. Cilic 7-6(3) 2-6 7-6(2)
dal nostro inviato
Chissà come ha fatto Marin Cilic a perdere una partita che sembrava persino troppo semplice a metà del secondo set. Il croato, che non casualmente era avanti per 6-1 nei confronti diretti, ha forse sottovalutato il fatto che quell’unica vittoria di Isner era arrivata nell’ultimo match tra i due, quello di Bercy dello scorso anno. Ma se allora Isner ebbe gioco facile, senza mai andare in difficoltà, stavolta, sotto il solleone che sembra agosto la partita è stata dura. Non che Isner si sia dannato l’anima a rincorrere i colpi di Cilic quando si entrava nello scambio, ma il semplice fatto che la partita si allungava sembrava deporre a favore del croato. Vestiti allo stesso modo, Isner riusciva persino nell’impresa di far sembrare più agile Cilic, capace quanto meno di piazzare un paio di pregevoli rovesci lungolinea e di cercare un’idea di partita, diciamo così. Isner era il solito: grandi mazzate di servizio, altissimi rischi ogni volta che uno scambio non si risolveva ta battuta e risposta e corse solo quando erano strettamente necessarie.
La differenza l’ha fatto il disastroso tiebreak del terzo set, anche se pure il primo Cilic l’aveva giocato malissimo. Se ci si dilunga nel commento è solo perché la partita non ha tanto da raccontare. I game si sono susseguiti sempre col medesimo schema, sorta di lunga attesa prima di arrivare al tiebreak. La pausa del secondo set, quando Cilic è sembrato due spanne superiore allo statunitense, è servita solo a far rifiatare John, che nel terzo set è stato più attento e ha evitato che Cilic si avvicinasse troppo quando era al servizio.
Forse alla fine il sole ha fatto più male al croato, che ha improvvisamente smarrito non solo il servizio ma soprattutto la lucidità nello scambio, fino a regalare, come si diceva il tiebreak. Sette punti degli ultimi otto per Isner e quattro quando a servire era Cilic.
Isner diventa così il primo semifinalista a stelle e strisce dai tempi di Andy Roddick, che nel famoso anno “intestinale” (le due semifinali non si completarono per non identificati problemi di Stepanek e, appunto, Roddick) il 2008. Quella volta a Wawrinka bastarono tre game, con Isner, che ha messo a segno 93 aces fin qui, tocchi a Zverev o Raonic, non sarà così semplice.
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