La parola del Direttore

Ace Cream. Le anti-Serena: timide, fragili, affannate guerriere

dal nostro inviato 

Le inseguitrici cercano di darsi un tono e di inventarsi un mestiere cui non sono abituate. Nate per incalzare, ora che non c’è più una Serena da inseguire sembrano colte a turno da forti sensi d’insufficienza. Sbarellano ebbre di dubbi e di fragilità. Esagerano negli inutili orpelli a un mestiere che richiede solo tempra e colpi comandati da un minimo di buon senso, e sconfinano nello sgarbo, per poi cadere dalle nuvole se glielo fai notare. Urla sguaiate (il più delle volte), pugni branditi al vento, e qualche irruzione nel dubbio gusto.

Come per Kiki Mladenovic, che esce fuori dalle righe ed esulta in faccia alla Errani. Lo fa in italiano, lingua che ben conosce, dunque è chiaro che glielo fa apposta, e non si capisce il perché. Di recente aveva rivendicato, in un’intervista, la sua italianità nascosta (molto ben celata, peraltro, dato che è serba di famiglia e francese di nascita), l’amore per il nostro Paese, l’amicizia con le altre italiane. Sara compresa. Poi… Mah!

Là in tribuna Serena Williams le guarda con il sorriso di chi già sa come andrà a finire. Se deciderà di tornare (così va dicendo) dopo la gravidanza, sarà pronta da capo a papparsele in un sol boccone. È alla prima comparsata nel tennis che conta da gestante di sei mesi, neanche portati benissimo a dirla tutta. La guardi e sembra già di otto.
Ma ha ragione lei, in fondo, perché le altre sembra non sappiano come approfittarne. Angie Kerber è già fuori, e non vince una partita da settimane. Ogni volta che arriva in cima, le gira la testa e cade. Garbine Muguruza, una leonessa nella finale di un anno fa contro Serena, ha provato in tutti i modi a farsi battere dalla Kontaveit, la tennista senza punto vita, ma è caduta in piedi. Curioso il suo tennis, tutto potenza e casualità: non sa che cosa sta per fare e dopo averlo fatto non sa spiegare il perché, ma se mette la palla fra le righe sono guai, anche se è capace di sbagliare un servizio di sei metri.
Esce anche Petra Kvitova, perché non ha ancora la forza e gli allenamenti. Arriveranno, l’importante è che sia rientrata nel circuito. Lei, fra l’altro, non soffre di troppe angosce, quanto meno non le dà a vedere.

Così, il tabellone femminile è già zeppo di volti nuovi e sconosciuti ai più. Uno merita di essere segnalato, quello di Catherine Bellis, detta CiCi. Ha 18 anni, e nel circuito bazzica già da tre stagioni. Era bassina, ora è uno e settanta, ma è rimasta leggera come una ballerina. Ha battuto Kiki Bertens, però, che ci va giù pesante. Si vede che ha stoffa.
In tutto questo ambaradan, un posticino l’avrebbe meritato anche la Errani, che tanto si è spesa per arrivare sin qua, qualifiche comprese. Ma la Mladenovic è diventata più forte di lei, e le ha chiuso tutte le porte. In faccia, tanto per gradire.

Daniele Azzolini

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