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WTA Miami: Wozniacki dilaga, Pliskova si spegne. La danese è in finale

[12] C. Wozniacki b. [2] K. Pliskova 5-7 6-1 6-1 (Diego Barbiani)

Ha girato come un calzino, Caroline Wozniacki, la prima semifinale del tabellone femminile del WTA Premier Mandatory di Miami. Un match, quello contro Karolina Pliskova, che era partito subito con un break di ritardo e qualche problema di troppo nel rendersi pericolosa in risposta, merito soprattutto di un’avversaria a tratti ingiocabile. Quando poi sono cominciati ad arrivare i primi veri gratuiti del match della ceca, il match è progressivamente cambiato al di là del parziale poi vinto dalla tennista ceca.

La danese in un colpo solo vendica la sconfitta di un mese fa a Doha, in finale, ed al tempo stesso conquista la prima finale nel torneo della Florida, la prima in un Premier Mandatory da quella persa nel marzo del 2013 ad Indian Wells da Maria Sharapova.

Un punteggio finale, questo 5-7 6-1 6-1, che era difficilmente prevedibile, soprattutto nelle dimensioni, dopo aver visto la prima metà del primo set della numero 2 del seeding. Non sbagliava, con un gioco a tratti asfissiante per la sua avversaria, costretta a sperare che quei colpi non arrivassero nei pressi della riga e le permettessero di organizzarsi meglio per quello successivo. Invece Karolina sembrava più che mai decisa ad ottenere la prima finale in un torneo di questo livello della sua carriera dopo le semifinali giocate tra 2016 e 2017 ad Indian Wells. Ci sarà ancora da attendere, almeno fino a Madrid dove l’altura potrebbe darle una mano, ci sarà però bisogno soprattutto di capire come mai quella che era una trama di gioco quasi perfetta di colpo si sia inceppata, senza che la vittoria del primo parziale cambiasse la vera inerzia dell’incontro.

Dal 2-4 Wozniacki ha cambiato passo e lei non è riuscita a starle dietro, cominciando a sbagliare i primi dritti nel game di battuta perso per l’aggancio ed innervosendosi parecchio poi sul 4-5, quando ha sì tenuto la battuta ma dal 40-15 si è trovata costretta a salvare 3 set point. La reazione che ha portato al nuovo break, sul 5-5, non ha poi avuto continuità.

All’inizio del secondo set è arrivato subito un nuovo break in favore della ex numero 1 del mondo, che ha continuato ad alzare il livello del proprio gioco, sempre più solido ed efficace, a muovere la sua avversaria ed ad approfittare dei tanti errori gratuiti che arrivavano ora con grande frequenza. Pliskova, vistasi annullare una chance del 2-3 e poi altre 2 (consecutive) sull’1-5, aveva l’occasione di servire per prima nel set decisivo, ma la situazione era molto chiara: serviva partire da subito con tutt’altro piglio, essere la giocatrice del primo set, soprattutto quella della prima parte del parziale. Quella che tagliava il campo ed aggrediva col dritto, quella che trovava continuamente la riga, quella che non sbagliava più nulla. Questo, sapendo che poteva anche non bastare.

Il turno di battuta ceduto ed il nuovo allungo di Wozniacki hanno fatto capire che non c’era più storia. Karolina doveva fare uno sforzo enorme per vincere i punti e rimanere lì con la testa a colpire anche 15-20 volte la palla prima di trovare il varco giusto.

Caroline, che da quando Sascha Bajin siede nel suo angolo vanta 3 finali ed un quarto di finale, spera ora di cogliere il primo titolo, il più importante da Indian Wells 2011. Quell’anno era ancora numero 1 del mondo, prima dell’avvento di Victoria Azarenka, Serena Williams ed Angelique Kerber. Ora, nonostante questo risultato, non potrà ancora trovarsi in top-10 per una trentina di punti in meno rispetto a Madison Keys. Eppure nella Race si trova appena 106 punti dietro a Karolina Pliskova, al momento leader, e 15 punti sopra Serena Williams, in attesa che scenda in campo la sorella Venus.

Dodici mesi fa non riusciva a vincere una partita, con l’ultimo successo datato addirittura al quarto di finale nel torneo di Auckland, quest anno invece solo a Melbourne non è riuscita a raggiungere i quarti di finale, con la ciliegina sulla torta dei primi 3 mesi nella prima finale in carriera a Miami. Adesso, però, quella torta deve essere addentata.

Diego Barbiani

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