Il 2017 di Mirjana Lucic Baroni sta assumendo contorni sempre più da romanzo. La sua cavalcata a Melbourne, la prima semifinale in un torneo Slam dopo 18 anni, accompagnata da questa intervista a bordo campo molto toccante
è la punta di diamante di 2 mesi fin qui inimmaginabili.
Ora, a 35 anni compiuti, la croata è a due match dall’entrare in top-20. Servirà una vittoria contro Bethanie Mattek Sands e poi, probabilmente, una nuova sfida contro Karolina Pliskova (favorita contro Barbora Strycova) per un possibile nuovo approdo in semifinale nel WTA Premier Mandatory di Miami, torneo nel quale ha superato Agnieszka Radwanska come già avvenuto nell’incredibile Australian Open di fine gennaio. Corsi e ricorsi, dunque.
Proprio nel primo Slam della stagione Lucic Baroni ha abbattuto 3 tabù della sua carriera che duravano da quasi 20 anni:
Ora il torneo di Miami, dove prima della netta vittoria contro Radwanska si era imposta all’esordio per 6-2 2-6 7-6(4) contro Kateryna Bondarenko rimontando da 1-5 nel terzo set. L’ultima vittoria dalle parti di Key Biscayne? Nel 1999. È questo il quarto (storico) muro che la croata ha abbattuto.
Tra due mesi ce ne sarà un quinto: Roma. Al Foro Italico l’ultimo successo di Lucic Baroni risale al 1998, anno in cui raggiunse la semifinale. Da lì in poi ci sono state solo altre due partecipazioni al tabellone principale ed un’assenza di 9 anni tra il 2001 ed il 2010, intervallata da una sconfitta al secondo turno di qualificazioni nel 2007. Poi, dal 2011 al 2016, 5 sconfitte al primo turno di qualificazioni più 1, nel 2012, nel primo turno del tabellone principale.
Tutti questi record, così datati, non servono che a confermare quanto la croata fosse stata in passato una dei prospetti più interessanti in assoluto a livello mondiale, capace di grandissime cose fin da quando aveva 15/16 anni, prima di vedere la sua vita (prima ancora che la carriera sportiva) rovinata da un padre che ha fatto di tutto per metterle i bastoni tra le ruote.
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