Sono le 21:15 ora di Indian Wells circa quando Vasek Pospisil, qualificato canadese numero 129 del mondo ma con un passato non troppo remoto (d’altronde pure lui è classe 1990…) nei dintorni dei primi 30, ha messo a segno l’ultimo dritto vincente a suggellare la partita più bella della carriera contro Andy Murray.
Fuori il numero 1 del mondo, mai a suo agio nel deserto della California (anche lo scorso anno fu eliminato all’esordio da quel Federico Delbonis che a novembre avrebbe poi portato nella storia la nazionale argentina di Coppa Davis), fuori il numero 7 del seeding Jo Wilfried Tsonga, caduto sotto i colpi di un fantastico Fabio Fognini, che ci ha poi dichiarato tutta la sua gioia nel post partita.
Con l’uscita anche di Feliciano Lopez (numero 30 del seeding) il primo quarto di finale diventa così il più classico dei terno al lotto. In particolare il tabellone, come qualcuno in sala stampa ha urlato al termine dell’incontro tra il canadese e lo scozzese, è letteralmente spezzato in 2: da una parte (bassa) si ha un tabellone Slam, dall’altra parte (alta) c’è un ATP 250. Della serie “WTA, spostati. Ci hai bullato per anni coi tuoi tabelloni sfasati, ora tocca a noi”. In questa terra franca troviamo: Pospisil-Lajovic (entrambi partiti dalle qualificazioni), Carreno Busta-Bautista Agut (entrambi teste di serie), Goffin-Ramos Vinolas (anche loro seeded players), Cuevas-Fognini. Uno di loro sarà in semifinale, volete sapere chi potrà trovare? Uno tra: Stan Wawrinka (numero 3 del seeding e giocatore più importante rimasto in tutta la metà alta) o Philippe Kohlschreiber, Nishihoka-Berdych, Monfils-Isner, Mischa Zverev-Thiem. Un ottimo tabellone da 250 chiaramente da classificare come primo della lista dei tornei di categoria.
Sotto? Beh, ne citiamo alcuni in ordine di teste di serie (occhio però, perché sono un turno indietro): Novak Djokovic, Kei Nishikori, Rafael Nadal, Marin Cilic, Roger Federer, Grigor Dimitrov, Nick Kyrgios, Alexander Zverev, Juan Martin del Potro, e tutti quelli che non sono stati nominati. Questo, signori, è il vero quinto Slam. Dopo anni di vaneggiamenti e titoloni l’abbiamo finalmente trovato. Per arrivarci dovete prendere la Miles Avenue dal semaforo della Highway 111, nella Coachella Valley. Unica cosa: fate attenzione allo sceriffo che trovate una volta girato l’angolo. Non sappiamo se sia una persona socievole o meno, ma vista la divisa preferiamo rimanerne all’oscuro e limitarci ad un saluto con la mano quando passiamo lì davanti.
Stamattina si passeggiava appena fuori dall’impianto, proprio su Miles Avenue. È una strada abbastanza grande, conta 3 corsie per lato. Una volta girato dalla Highway 111 si passa sopra un ponte e poi si curva a destra verso il complesso tennistico, avendo proprio sulla destra tutto il lungofiume… che però è senza fiume. Tempo una settimana fa e, ci hanno detto, c’era ancora dell’acqua in fondo. Questo perché tra giovedì e venerdì ha piovuto fortissimo ed in maniera continua. Da qualche giorno ormai la temperatura non si decide a scendere sotto i 28 gradi già dalle 9 del mattino, così per almeno 12 ore. Di giorno ormai si arriva sui 35 e se manca l’aria il tutto si fa sentire ancor di più. “Posso arrivare qui anche diversi giorni prima per ambientarmi, ma in giornate come questa ho bisogno di uno sforzo enorme per arrivare in fondo”, a parlare è Agnieszka Radwanska, che ha superato il suo esordio battendo 6-3 6-4 Sara Sorribes Tormo in un match giocatosi nelle ore centrali. “La cosa forse più pesante è trovarsi con la suola delle scarpe incandescente e la sensazione che il cemento sotto di te sia ancor più caldo dell’aria che ti avvolge”.
Domani, quando il termometro salirà a 37 gradi, sarà una giornata da non perdere neppure un match. Se avete consigli su come applicare il dono dell’ubiquità fatemi parola (Twitter @Diego_Barbiani) perché ci sarà il momento in cui bisognerebbe essere “uno e trino”, senza offesa verso la figura divina. Ad esempio, i secondi match:
C’è davvero per tutti i gusti e tutte le menti, anche le più improponibili (ad esempio, c’è chi si spezzerebbe in 2 e correrebbe sul 3 e 4, ma non ditelo al mio direttore). L’unica che si può vedere senza problemi è quella tra Pliskova (Kristyna) e Cibulkova, in chiusura di serata. Tra l’altro la slovacca è ancora in corsa per il possibile traguardo storico di diventare la slovacca dal ranking in singolare più alto da quando la nazione si è creata a seguito della separazione dalla Repubblica Ceca. Dominika in singolare occupa ora il numero 5 del ranking, la stessa di Daniela Hantuchova. La più alta tra singolare e doppio rimane Janette Husarova, numero 3.
Chiudiamo infine con un pensiero rivolto a Simona Halep, prostagonista nel verso più triste del termine della giornata odierna. Poco prima di scendere in campo contro Donna Vekic, nel suo match d’esordio, è stata raggiunta da una telefonata. Era la famiglia in Romania, che la avvisava che il nonno, ottantaduenne, era morto dopo un mese di malattia. “Ci ero davvero legata” avrebbe dichiarato poi in conferenza stampa, “e da circa 10 ore non riesco più a vedere la vita nello stesso modo con cui facevo prima. Gli volevo tanto bene, aver vinto oggi mi ha sollevato da tanta tristezza. Questa è la vita…”.
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