Correva l'anno

19 marzo 1989: l’ultima, grande vittoria di una racchetta di legno

Dalle nostre parti è sempre stato chiamato Gattone, oltralpe lo hanno battezzato Prestigiatore: lo stile di gioco di Miroslav Mecir, tanto peculiare quanto spettacolare, gli è valso vari soprannomi e una lunga fama, anche dopo il ritiro, nonostante la sua carriera, buona ma non certo eccezionale, sia inferiore a quella di tanti tennisti di cui a stento ci ricordiamo. Lo slovacco giocò due finali Slam, perse entrambe in tre set contro Ivan Lendl, l’oro alle Olimpiadi di Seoul e una ventina di tornei, tra cui le WCT Finals e Indian Wells nel 1989.

Proprio il torneo di Indian Wells di ventotto anni fa rappresenta una delle vittorie più importanti della carriera di Mecir: fu la sua ultima vittoria (a 25 anni, si ritirerà infatti dopo poco più di un anno) e soprattutto fu l’ultimo torneo vinto da un tennista che giocava con una racchetta di legno. La racchetta di Mecir era un ibrido di un’azienda belga che aveva fatto le proprie fortune negli anni ’70, la Snauwert, ed era composta da un rivestimento in grafene e da un interno in legno. Si trattava di una specie di compromesso per chi non si era riuscito ad adattare alle nuove racchette, ma ben presto quel tipo di racchette venne soppiantato da quello composto solo da grafene.

La finale di Indian Wells tra Mecir e Noah fu parecchio spettacolare, come era facile aspettarsi: Mecir perse nettamente i primi due set e Noah, di cui si era molto chiacchierato perché nelle due settimane precedenti era stato fotografato in ogni contesto possibile, tranne che sul campo da tennis, sembrava avviato a vincere il titolo senza troppe preoccupazioni. Invece vinse Mecir, 3-6 2-6 6-1 6-2 6-3, la prima vittoria di Mecir in due anni. Mecir fu lucidissimo nel cambiare tattica, cominciò ad andare a rete più spesso e annullò una delicatissima palla break all’inizio del terzo con una volée di dritto. Da quel momento in poi le volée di Noah, sempre meno efficaci, fecero spazio al tennis spumeggiante di Mecir e grazie a 73 discese a rete negli ultimi tre set (su un totale di 98) vinse la partita senza più perdere il servizio, quando l’aveva perso cinque volte nei primi due set. Fu l’ultimo, spettacolare trionfo di una racchetta di legno, la cui presenza scomparirà quasi completamente già all’inizio degli anni ’90.

Daniele Vallotto

Scrive spesso di tennis, ha fondato Tennispotting ma questo non vuol dire che sappia giocare a tennis. Su twitter è @danielevallotto.

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