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WTA San Pietroburgo: Mladenovic più forte della paura, a lei il titolo

Una finale rocambolesca ed emozionante ha visto Kristina Mladenovic rompere il ghiaccio aggiudicandosi il primo titolo in carriera nel prestigioso WTA Premier di San Pietroburgo, torneo che vedeva ai nastri di partenza 3 top-10 più la recente finalista degli Australian Open, Venus Williams, e la campionessa del 2016 nonché ex numero 7 del mondo Roberta Vinci. Alla fine ha prevalso invece la francese numero 51 ad inizio settimana, che ha compiuto un percorso ineccepibile fin dai quarti di finale dove ha superato Roberta Vinci prima di rimontare un set in semifinale a Natalia Vikhlyantseva,

Questo titolo doveva arrivare, non fosse tanto per le avversarie battute ma anche per il livello mostrato lungo tutta la settimana e che oggi è riuscita a ritrovare dopo momenti, che son sembrati eterni, di pura tensione. Tantissimi applausi a Yulia Putintseva, che negli ultimi giorni ha messo insieme una partita dietro l’altra di puro carattere, lottando e rimontando le situazioni più difficili.

Oggi la kazaka ha messo il cuore ed un coraggio enorme, rientrando nel match quando la francese era 6-2 5-2 e poi 5-1 al terzo, giocando in maniera incredibile sui 4 match point annullati e facendo salire tantissima tensione mista a paura nella mente e nel braccio della sua avversaria. Il primo, soprattutto, quando Mladenovic ha giocato uno smash ma ha trovato il passante (impossibile) vincente da 4 metri fuori dal campo

Sugli altri 3, invece, sempre una risposta vincente. 2 di rovescio, 1 di dritto. Sembrava una maledizione per Mladenovic e più passavano i punti più non riusciva a scrollarsi di dosso quell’avversaria che aveva sostanzialmente dominato fino al 6-2 5-2 e che ad un tratto, trovando maggiore profondità soprattutto col dritto, ha piano piano recuperato terreno fino a diventare pericolosa ogni volta che toccava la palla.

La paura ha portato Mladenovic a colpire quasi solo di braccio, ferma sulle gambe, priva di idee. Non è bastato, a fine secondo set, recuperare dal 6-5 e servizio Putintseva, perché nella fase centrale del tie-break la kazaka ha messo le marce alte ed ha trovato i punti che le hanno dato margine e la possibilità di andare al set decisivo.

La francese, che era partita molto meglio con un break in apertura ed un game complicatissimo vinto sul 2-1 rimontando da 0-40 con l’aiuto anche di hawkeye sul 30-40, prendeva un secondo break poco più tardi e saliva 5-1. Quando però sembrava ad un passo dal successo, ecco Putintseva rientrare ed ecco, nuovamente, salire la paura di non chiudere neppure in quella circostanza.

Sul 5-2 il game che Putintseva ha giocato in maniera incredibile, respingendo uno per volta tutti i tentativi della francese di scrollarsi dalle spalle il peso di una partita che sembrava stregata. Il primo match point è cancellato così, poi 2 risposte vincenti, infine l’aggressività per restare in vita ed aprire nuovi scenari.

Sul 5-4, al terzo tentativo, Mladenovic è riuscita a mettere la parola “fine” all’incontro in un game di soli vincenti, tutti giocati chiudendo gli occhi e sperando che quella palla, per una volta, non tornasse più indietro. Prima il dritto di sfondamento, poi il rovescio sul lato scoperto, poi un nuovo, complicatissimo dritto da metà campo a sventaglio con la palla bassissima, infine la botta da 2 metri fuori dal campo e la gioia che finalmente ha potuto liberare gettandosi a terra, quasi sfinita.

Grazie a questo risultato, Mladenovic si riporta nei pressi della top-30 guadagnando 20 posizioni e riportandosi anche vicina al best ranking di numero 27 del mondo, toccato nelle settimane che seguirono i quarti di finale allo US Open 2015. Per Putintseva, invece, la certezza del best ranking era stata raggiunta già ieri dopo il successo su Dominika Cibulkova e domani vedrà il suo nome accanto al numero 27 della classifica mondiale. La kazaka, infine, ha lanciato una promessa alla transalpina: “Spero di poterti riaffrontare e che possa essere durante una finale, così da potermi prendere la rivincita”. Se i presupposti sono questi, ben venga.

Diego Barbiani

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