La vittoria di Alexandr Dolgopolov a Buenos Aires non solo riporta al successo il tennista ucraino dopo circa 3 anni, ma – per via della sconfitta di Nishikori – porta ad avere nell’ottava settimana della stagione tennistica 2017 una top-10 con ben 3 giocatori senza un titolo negli ultimi 12 mesi. Due di questi, Milos Raonic e, appunto, Kei Nishikori, addirittura sono stabili in top-5 dalla scorsa estate. Il giapponese ha perso in Argentina la sesta finale consecutiva dopo il titolo vinto, nella settima settimana del 2016, a Memphis contro Taylor Fritz.
Ecco la tabella
Gli aspetti più significativi:
Guardiamo ora alle finali perse negli ultimi 12 mesi:
Riprendendo la tabella, si nota ancor di più come il 2016 abbia viaggiato su 2 soli binari. I titoli più importanti (Slam, Master 1000, Finals e Olimpiadi) sono stati appannaggio dei soli Murray e Djokovic, con appena tre eccezioni: Nadal, che vinse a Monte Carlo, nell’unica finale di rilievo che non ha visto protagonisti né Murray né Djokovic; Cilic che si affermò a Cincinnati contro Murray: Wawrinka con il trionfo allo US Open su Djokovic. Tre titoli su 14 (su 15 se allunghiamo il periodo fino all’Australian Open 2016 che è fuori dal lasso di tempo preso in considerazione): a conti fatti si parla di briciole.
In questo 2017 si è già avuto un piccolo, storico, assaggio di novità con lo Slam vinto da Federer ed un solo titolo alla coppia serbo-britannica, ma ancora devono arrivare gran parte dei tornei e delle fasi della stagione importanti.
Il dato che un po’ fa storcere il naso è quello, appunto, sull’assenza di titoli per due dei primi cinque tennisti al mondo, che al momento (ricordiamo sempre che il ranking ATP si basa solo sui risultati raccolti negli ultimi 12 mesi) possono vantare una posizione così importante perché nelle 52 settimane o qualcosa meno calcolata la off season, hanno raggiunto piazzamenti di spessore. Per loro, però, sono 9 le finali perse tra cui 1 Slam (che assegna 1200 punti) e 3 Master 1000 (che assegnano 600 punti ciascuna). Calcolatrice alla mano, fate presto a capire il perché della loro posizione.
Diversa la situazione nella WTA, dove il livello è di gran lunga più livellato. Di nuovo, affidiamoci ad una tabella che si basa sui tornei vinti esclusivamente negli ultimi 12 mesi:
Anche qui, le osservazioni più importanti:
Guardiamo ora alle finali perse:
Fa effetto la crescita che hanno avuto Pliskova e Cibulkova sotto due diversi aspetti: la slovacca prima del 2016 non aveva mai vinto più di un titolo in una stagione, lo scorso anno è stata la giocatrice ad aver vinto più trofei di tutte (oltre a ricevere il premio per “comeback of the year”); la ceca invece fino a metà 2016 aveva cinque successi solo in tornei International mentre era 0-5 nelle finali in tornei Premier (0-6 se si compre anche Zhuhai, che però è detto “Elite Trophy”), da dopo Wimbledon ha messo in cascina tre titoli, due “Premier” ed un “Premier 5”, più la finale raggiunta allo US Open.
Siamo in una situazione radicalmente diversa da quella maschile. Come visto tra gli uomini due top-5 sono al momento senza titoli e chi guida il gruppo può vantare oltre il 60% dei titoli conquistati.
Ci sono, infine, molte meno finali raggiunte (indipendentemente dal record vinte/perse), rispetto agli uomini di vertice, dato che si verifica per diversi motivi. Ne elenchiamo due:
Su questi dettagli, però, ci teniamo la possibilità di essere molto più esaustivi in un nuovo articolo.
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