WTA, anno domini 2017, stagione che si preannuncia forse ancor più incerta delle ultime soprattutto perché al comando del plotone di giocatrici non c’è più Serena Williams ma Angelique Kerber. La tedesca ha meritato ogni traguardo nel 2016, ma il prossimo sarà l’anno in cui tutte vorranno batterla: lo scalpo di numero 1 fa gola a chiunque, indipendentemente da chi lo detiene. Simona Halep ha sottolineato un’idea condivisibile: non siamo di fronte ad una potenziale dittatura come avvenuto con Serena. Per tipologia di gioco la statunitense al suo massimo era ingiocabile, con Kerber c’è invece margine. Poco, ma quanto basta.
In più, dato altrettanto importante, ad oggi abbiamo una top-100 estremamente equilibrata. La forbice tra una giocatrice nei pressi delle prime 20-30 del mondo e chi si trova al limite con la terza cifra è sottilissima, mentre son più difficili gli scalini precedenti e successivi. Mandy Minella, oltre le prime 150 del mondo ad inizio 2016, ha raggiunto il terzo turno a Wimbledon, ha vinto a Bol il torneo WTA da 125.000 dollari, ha vinto il torneo ITF da 75.000 dollari di Albuquerque, eppure è stata in top100 una sola settimana. Viktorija Golubic, vincitrice a Gstaad e finalista a Linz, era tra le più in forma nei primi mesi dell’anno ma il suo ranking oscillava sempre tra 110 e 130. Lei stessa non se ne capacitava: “Vincevo, eppure mi sembrava di essere sempre nello stesso punto di un mese prima”. Alla fine i suoi sforzi son stati premiati: oggi è tra le prime 60, ma che fatica.
Sono solo 7 le giocatrici a non aver mai giocato una finale: Yulia Putintseva, Daria Kasatkina, Carina Witthoeft, Naomi Broady, Irina Khromacheva, Maria Sakkari e Riza Ozaki. 48, invece, le giocatrici con più di un titolo in cantiere. Tirando le somme: zero turni facili in ogni torneo.
Kerber, se vorrà tenersi stretto lo scettro il più a lungo possibile, dovrà superarsi. Martina Navratilova e Chris Evert a Singapore avevano anticipato questa situazione: “Ci sarà sempre meno spazio ed i pronostici rischiano di essere sempre stravolti, perché la concorrenza ora è tanta”. Chi ha vinto le WTA Finals? La giocatrice meno indicata alla vigilia. Un ribaltone totale, che si giustifica con i risultati che Dominika Cibulkova ha ottenuto non solo nel 2016 ma negli ultimi 3 anni di carriera.
Proprio la slovacca sarà tra le osservate speciali, con il grande vantaggio rispetto alle altre che fino a maggio ha veramente poco da difendere in termini di punti. Maggio, il mese del primo grande rientro della stagione. Il vero tema del nuovo anno saranno proprio i rientri di altissimo livello: se ne attendono due, magari tre, ma perché non sognare pure il quarto?
Serena Williams. L’anima da vincente non può accontentarsi
Essere al numero 2 vuol dire, brutalmente, “essere la prima delle altre”. Serena Williams, per indole, non può accontentarsi di questo. Gli ultimi due anni sono stati piuttosto travagliati, nonostante 4 Slam raccolti e 6 finali complessive giocate. Eppure lei non è una giocatrice come le altre, ed il ricordo dello US Open 2015 vale una carriera intera, per non parlare poi delle sconfitte patite nel 2016. Per il secondo anno di fila ha chiuso la stagione dopo lo Slam di casa, nel 2017 l’anagrafe dirà “36” e ci sarà un cambiamento nella sua vita, con un matrimonio imminente, ma serve una reazione in campo. Il punto, semmai, sarà capire per quanto tempo saprà esprimere il meglio del suo potenziale.
Maria Sharapova. La tigre sta affilando gli altrigli
L’abbiamo vista sorridente e felice a San Juan, nell’esibizione organizzata per Monica Puig, ma Maria Sharapova starà contando impaziente i giorni che la separano dal 26 aprile, giorno in cui scadrà la sua squalifica per la positività al doping. La vicenda, di per sé estremamente complicata, si è conclusa con una riduzione da 2 anni a 15 mesi ed il 2 maggio sarà, verosimilmente, il giorno in cui farà il suo esordio. Dove? Praga, più che Rabat, ma ancora nulla di ufficiale. L’unica certezza è la sua voglia di tornare a competere il prima possibile con le migliori al mondo. Possibile ipotizzarla già in top30, a star larghi, a fine stagione (d’altronde nel 2015 giocò appena 6 mesi terminando la stagione con una semifinale alle WTA Finals).
Victoria Azarenka. Obiettivo New York
Mamma Azarenka non lo dice, ma pensa già al momento del rientro nel circuito WTA dopo la gravidanza: New York. Da quello che si è saputo facendo due chiacchiere sotto Natale con una persona fidata, la bielorussa avrebbe una voglia matta di tornare in tempo per lo US Open. Forse anche qualche settimana prima, così da sciogliere i muscoli dalla ruggine di un anno, forzato, senza tennis. Ancora non c’è certezza definitiva sul futuro, ma Leo (così si chiama il nuovo arrivato) è già tra noi e dalle ultime foto la bielorussa ha fatto vedere di aver ripreso gli allenamenti in palestra. Altri 12 mesi lontano dai campi sarebbero veramente tanti… Ed un suo rientro farebbe bene a tutti.
Petra Kvitova. Il coraggio e la follia
Una decina di giorni fa è stata assalita in casa da un potenziale assassino, armato di coltello, e si è difesa a mani nude. Ne è uscita male, con la mano sinistra che è stata ricostruita durante un delicatissimo intervento chirurgico, ma è viva e non vuole passare per vittima. Lo ha ribadito anche nella prima conferenza stampa all’uscita dall’ospedale: “Non voglio guardarmi indietro e piangermi addosso, voglio solo fare di tutto per tornare a giocare”. I medici ipotizzano 6 mesi di stop, almeno, ma sarà un percorso di riabilitazione che andrà monitorato passo dopo passo con tutte le cautele del caso. Rivederla in campo, in qualsiasi momento da giugno in poi, sarà già un successo enorme. E l’ipotesi di ritrovarla assieme alle altre tre descritte sopra nella Grande Mela al momento sarebbe lo scenario più bello.
Garbine Muguruza. Il riscatto.
Karolina Pliskova e Madison Keys. L’ultimo gradino
C’è la più giovane tra le top-10 (Madison Keys), una campionessa Slam di 23 anni (Garbine Muguruza) e chi a New York non solo ha passato l’ostacolo del terzo turno ma è arrivata in fondo fermata solo da Kerber (Karolina Pliskova). Per vari motivi sono tutte sotto la lente d’ingrandimento: il 2016 della spagnola, tolto il lampo di maggio, è stato un mezzo disastro; la statunitense partirà dopo tutte le altre a causa di un intervento al polso e deve ancora dimostrare tanto; la ceca invece è quella che alla lunga ha colpito maggiormente. Vi sembra una che gioca solo di potenza? Guardate il punto che ha deciso una delle finali di Fed Cup più belle degli ultimi anni.
Non basta? Riguardate come si difende e gestisce lo scambio sul 5-5 al tie-break del secondo set contro Serena Williams a New York: dopo la botta in risposta dell’avversaria sposta lo scambio sul rovescio scegliendo di non forzare mai troppo, ma lasciando che sia la statunitense a rischiare (e sbagliare). Da 10:45
Per caratteristiche fisiche cercherà sempre la potenza, non può permettersi di scambiare tanto perché la mobilità rimane comunque un problema, ma la sensibilità delle sue mani è strepitosa: non sembra fare il minimo sforzo quando colpisce, eppure la palla esce da quelle corde con enorme velocità; se deve staccare la mano sinistra sa comunque farsi valere alla grande (il primo video mostra, prima della chiusura, un pallonetto in allungo ad una mano da sotto la rete giocato nel vertice opposto del campo). Lei che è forse quella con i margini di miglioramento maggiori, e questo non è un bel segnale per le altre.
Sabalenka, Galfi, Kalinskaya. Le possibili novità
Questo è sempre un capitolo complicato. Il tennis femminile per tanti anni ha messo alla ribalta giocatrici veramente giovani. Da un po’ di anni qualcosa è cambiato, le regole impediscono alle minorenni di emulare Maria Sharapova, l’ultima ad aver vinto uno Slam non ancora diciottenne. Ma già abbiamo cinque giocatrici classe 1997 che sono in top50, messe meglio di chi invece è nata l’anno precedente, e Belinda Bencic è stata anche in top-10. Vogliamo fare un passo più indietro. Oltre a CiCi Bellis, già dentro la top-100 (n.75), il consiglio è quello di cominciare a ripetere nelle vostre teste questi tre nomi del 1998: Arina Sabalenka (Bielorussia, 135 del ranking), Dalma Galfi (Ungheria, ex numero 1 al mondo junior, 160), Anna Kalinskaya (Russia, 8 finali ITF nel 2016,184). E tra queste non è considerata la grande speranza del tennis slovacco e vincitrice dell’Australian Open junior 2015 (in singolare) e 2016 (in doppio), che potremmo anche trovare in Fed Cup, almeno in panchina: Tereza Mihalikova, al momento n.437. Fidatevi, non sarà lì ancora per molto.
Ha impressionato anche l’ascesa di Sofya Zhuk, classe 1999, che aveva cominciato l’anno al n.930 ed ora è già n.290. E volendo potremmo anche proseguire, ma cercheremo di presentarvele meglio strada facendo.
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