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Fernando [Verdasco ndr] ha detto che il campo somiglias ad una superficie degli anni 80. Secondo lui, il campo è troppo veloce e le palline sono diverse nei vari campi. Che ne pensi?
Rispetto, ovviamente, le opinioni e i punti di vista di tutti, ma è chiaro che ognuno di noi abbia le proprie sensazioni in campo. A me non è sembrato così, ma credo negli ultimi quattro anni di aver trovato le superfici sempre più rapide, edizione dopo edizione. Parlando della partita, ho iniziato bene. Gran primo set e anche il terzo è stato ottimo. Il secondo set è stato lungo e pieno di errori da ambo i lati. Era fondamentale non perderlo, per non dargli la fiducia di cui ha bisogno per giocare a braccio sciolto, come sa fare lui. Credo sia stato un buon match di primo turno, sono soddisfatto.
Cosa ti ha fatto innervosire nel secondo set?
Non è mai piacevole perdere il servizio due, tre volte in un solo set. Naturalmente è stato anche merito della sua aggressività in risposta, ma io sono stato troppo ad aspettarlo passivamente.
Verdasco ha detto che vedere il tabellone e il primo turno che lo aspettava con te, lo ha destabilizzato. Si è definito “sfortunato”. Credi di avere questo tipo di controllo mentale sui tuoi avversari?
Non so di preciso cosa abbia pensato del sorteggio, ma anche dal mio punto di vista, sarebbe stato più semplice pescare un avversario più comodo. Lui è stato in top ten, qui ha battuto Nadal l’anno scorso, insomma un avversario da non sottovalutare. È stato comunque positivo per me un match del genere, per prepararmi più in fretta alle partite più complicate che giocherò più avanti nel torneo.
Credi che il nuovo anno ti abbia dato la possibilità di ricominciare da capo, dimenticando la seconda parte del 2016? Non che sia andata malissimo, ma semplicemente sotto i tuoi standard. Hai visto questi due mesi di pausa, come la possibilità per resecare tutto?
Non sono stati realmente due mesi e a volte mi piacerebbe che la nostra off season durasse di più. Ho comunque avuto abbastanza tempo da passare a casa con la mia famiglia, come facevo dieci anni fa, per ricaricare le batterie e non pensare al tennis. La stagione tennistica è la più lunga in assoluto negli sport, quella che ti chiede più tempo di tutte. Amo però questo sport per tutto quella che mi ha dato. Mi spinge sempre di più a capire quali siano i miei limiti, le mie ambizioni, le mie capacità. Cerco di esser sempre migliore del giorno precedente. Ovviamente l’off season è stata un periodo di pace per dimenticare di essere stato scavalcato nel ranking. Ma Andy non era là per caso, lo ha meritato con mesi di duro lavoro. È stato comunque molto bello rientrare in campo e sentirsi di nuovo competitivo, vincendo il match di oggi. È stato il miglior inizio possibile.
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