[1] A. Murray b. [3] T. Berdych 6-3 6-4
Il britannico ha offerto un’ottima prova dopo quella piuttosto scialba di ieri contro Almagro e a parte qualche passaggio a vuoto all’inizio del secondo set ha tenuto sotto controllo la situazione per tutta la durata del match. Il ceco non ha giocato male ma non è stato in grado, come spesso gli capita contro i più forti, di alzare al massimo l’asticella del suo tennis in modo di fare almeno partita.
Il numero 1 si è portato subito avanti realizzando il break sul 2-1 con una vole’ vincente. Sul 5-2 ha rischiato di togliere nuovamente la battuta all’avversario che però ha annullato tre palle break con una buona discesa a rete e con due servizi vincenti. Ma al momento di servire per il set lo scozzese non ha sbagliato nulla e con un ace ha chiuso la prima parte di gara.
Nel secondo parziale Murray ha un po’ allentato la presa: nel primo game ha annulato una palla break (sempre con un ace) e dopo aver strappato il servizio allo sfidante si è fatto recuperare commettendo qualche errore gratuito di troppo; comunque è stato solo un momento di distrazione che subito dopo si è riportato in vantaggio. Bisogna dare atto a Berdych di non essersi arreso all’istante ma di aver provato a raggiungere nuovamente l’avversario variando anche il gioco con qualche palla corta su cui però è arrivato puntualmente il britannico: quest’ultimo ha continuato a servire benissimo nei momenti più delicati (ad esempio sul 15-30 dell’ottavo gioco o sul 40 pari dell’ultimo game) e non ha lasciato molte possibilità al giocatore ceco di rientrare nel match, terminando la partita abbastanza in tranquillità, nonostante due match point non realizzati, con un ace e un servizio vincente.
Andy Murray ha giocato una semifinale più che convincente, come a mandare un segnale al suo eterno rivale Djokovic con cui si affronterà domani per il titolo: in questo periodo, quando il momento lo richiede, Murray regala poco o nulla e il serbo per essere nuovamente il campione di Doha dovrà scendere in campo ben più motivato e concentrato di quanto sia stato oggi con Verdasco.
[2] N. Djokovic b. F. Verdasco 4-6 7-6(7) 6-3
L’ultima sfida tra Novak Djokovic e Fernando Verdasco, prima della semifinale odierna appena conclusa, si era vista proprio a Doha lo scorso anno; quello era stato un match a senso unico in favore del serbo ma allora si era in piena era ‘RoboNole’ durante la quale l’attuale numero 2 del mondo triturava chiunque gli si trovasse di fronte. Che le cose oggi sarebbero state un po’ diverse da quella partita lo si poteva prevedere abbastanza facilmente: Djokovic è ben lontano dalla forma strepitosa di 12 mesi fa e Verdasco quando vuole sa essere un avversario pericoloso (ne sa qualcosa Nadal, che l’anno passato venne eliminato dal connazionale al primo turno dell’Australian Open); inoltre l’iberico in questi ultimi giorni della competizione del Qatar aveva mostrato un’ottima forma. Ma pochi si sarebbero aspettati una sfida così difficile per il tennista di Belgrado.
Già dall’inizio dello scontro si è notato che sarebbe stata dura oggi per Djokovic, costretto subito ad annullare una palla break. Dopo qualche game è stato però il serbo a strappare per primo la battuta ma si è fatto recuperare poco dopo perdendo il servizio non essendo capace di frenare i colpi potenti di Verdasco. Quest’ultimo non ha perso la calma al momento di una nuova occasione per l’avversario tirando fuori dal cilindro un gran passante al termine di uno scambio estenuante su una palla break e nel game successivo ha strappato a zero il servizio a Djokovic; nonostante un diritto steccato su un set point, lo spagnolo è riuscito comunque ad incamerare il primo set grazie ad un rovescio sbagliato del serbo
Nel secondo parziale Verdasco si è portato immediatamente in vantaggio di un break ma non è riuscito ad allungare commettendo un paio di errori gratuiti che hanno permesso a Djokovic di rientrare in gara. Entrambi hanno mantenuto tranquillamente il servizio fino al 4-4 quando si è svolto il gioco più entusiasmante del match: lo spagnolo ha sprecato una prima palla break con un diritto a rete e subito dopo ha avuto grazie ad uno strepitoso lob vincente una seconda possibilità che non è riuscito a sfruttare mandando fuori di poco un rovescio al termine di uno scambio durissimo; al serbo non è bastato auto-incitarsi ed incitare il pubblico per evitare una terza palla break ma per sua fortuna l’iberico non si è dimostrato un mostro di concentrazione sbagliando di nuovo col diritto e permettendo così a Djokovic di tenere la battuta. Ma le tre palle break non realizzate sono nulla in confronto allo psicodramma verificatosi nel tie-break di qualche minuto dopo: qui infatti lo spagnolo, dopo una chiamata sbagliata sull’uno pari, ha fatto cinque punti consecutivi che lo hanno portato ad avere 4 match point sul 6-2; incredibilmente Verdasco non è stato capace di sfruttarne uno senza che Djokovic facesse chissà quali miracoli e sul 6 pari ne ha avuto un quinto sprecato anch’esso con un errore di diritto. Al contrario Nole non ha avuto pietà alla sua prima occasione portando al terzo set un match in cui lui era stato sull’orlo dell’abisso.
Dopo un tale ricambolesco parziale la strada per la vittoria del numero due del mondo era ormai spianata. Verdasco ha resistito fino al 2-2 quando Djokovic ha alzato l’asticella del suo tennis mettendo in campo colpi potenti e precisi che l’iberico non è riuscito a contrastare; dopo aver strappato la battuta all’avversario, il tennista di Belgrado ha tenuto sotto controllo la situazione sul proprio servizio mentre lo spagnolo con la testa era già negli spogliatoi dopo tutte le chance sprecate. Sul 5-3 Djokovic ha avuto i suoi primi due match point a favore ed è bastato il primo dato che Verdasco ha mandato il rovescio in corridoio consegnando la partita al giocatore di Belgrado.
Un Djokovic tutt’altro che memorabile arriva dunque in finale a Doha. Il serbo ha dimostrato ancora una volta di non essere certo al meglio anche se va ammirata la tenuta mentale che gli ha permesso di portare a casa un match pazzesco. Però deve ringraziare Verdasco che c’ha messo molto del suo per perdere una partita che avrebbe dovuto vincere. Il serbo dovrà assolutamente alzare il livello se vuole far suo il titolo a Doha, anche perché avrà di fronte Andy Murray, il quale al contrario di Djokovic oggi è sembrato abbastanza ispirato nell’altra semifinale che il numero del mondo ha vinto contro Thomas Berdych.
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