La storia di Amélie Mauresmo negli Slam è stranissima: a soli 20 anni la francese arrivò in finale agli Australian Open senza essere compresa tra le teste di serie e nel suo percorso verso la finale aveva battuto anche la numero 1 del mondo, Lindsay Davenport. L’esperienza di Martina Hingis, che aveva appena un anno in più di lei ma poteva già vantare quattro titoli Slam, fu comunque sufficiente a fermare Mauresmo. Mauresmo ci mise un po’ per affermarsi tra le più forti e soprattutto a livello Slam dovettero passare tre anni prima di rivederla in semifinale. Nel frattempo era diventata una top 10 in pianta stabile, aveva vinto tornei di alto livello e si era qualificata al Masters di fine anno. Negli Slam, però, c’era qualcosa che non andava: nel 2002 a Wimbledon perse nettamente in semifinale contro Serena Williams, agli US Open venne battuta da Venus 6-3 5-7 6-4; nel 2003 raggiunse due quarti di finale e saltò Australian Open e Wimbledon; nel 2004 raggiunse i quarti in tutti gli Slam ma li superò solo a Wimbledon, dove venne battuta nuovamente da Serena in un altro match perso di un soffio; nel 2005 raggiunse ancora la semifinale a Wimbledon e ancora una volta perse contro una statunitense al terzo set, stavolta contro Lindsay Davenport.
Nel 2004 Mauresmo era diventata anche numero 1 del mondo, visto che la bacheca si era arricchita di altri titoli, vinti più o meno su ogni superficie. A fine 2005 Mauresmo vince i WTA Championships in finale contro Mary Pierce, che l’aveva battuta nel round robin e così, quando cominciano gli Australian Open qualche settimana dopo, la francese è ancora una volta tra le favorite. Mauresmo è la numero 3 di un tabellone ipercompetitivo, sebbene manchi Serena Williams: ai quarti arrivano 7 delle prime 8 teste di serie, cioè Davenport, Clijsters, Mauresmo, Sharapova, Petrova, Schnyder e Henin. L’unica intrusa è una wild-card che ha vinto tre volte gli Australian Open: Martina Hingis. Mauresmo è quella che vince più facilmente il suo quarto di finale (6-3 6-0 a Schnyder) e quando arriva in semifinale contro Kim Clijsters, numero 2 del mondo, molti pensano che sia arrivato finalmente il suo momento. Contro la belga Mauresmo perde il primo set, ma Clijsters non sta molto bene e lascia scivolare velocemente il secondo set. Una storta alla caviglia nel bel mezzo del terzo convince la campionessa in carica degli US Open a salutare Melbourne: Amélie Mauresmo torna in finale agli Australian Open (e in uno Slam) dopo sette anni.
Il 27 gennaio 2006 Mauresmo si gioca la seconda finale Slam della carriera contro una tennista che come lei ha il rovescio a una mano: Justine Henin, in vantaggio 4-3 nei precedenti, ma la finale dura appena 50 minuti. Mauresmo va avanti 6-1 2-0 e quando le mancano quattro game al titolo, Henin decide di ritirarsi per dei dolori allo stomaco, attirandosi qualche critica: per la francese è il primo titolo Slam, arrivato per due ritiri consecutivi tra semifinale e finale (senza contare quello di Michaëlla Krajicek al terzo turno). Il 2006, ad ogni modo, fu l’anno migliore della carriera di Amélie Mauresmo, che vinse gli Australian Open e Wimbledon (ancora in finale contro Henin), raggiunse la finale ai WTA Championship e la semifinale agli US Open. Non giocherà più nemmeno un quarto di finale Slam, dopo quell’annata, e nel 2009 annuncerà il ritiro dal tennis professionistico.
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