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Un anno di WTA, febbraio: Vinci in top-10, l’italia completa il suo poker d’assi

Continua il nostro viaggio in quello che è stato il 2016 a livello WTA, stagione in cui è successo di tutto. Dopo aver visto gennaio, con Angelique Kerber incoronata nuova campionessa Slam ed il rientro a grandi livelli di una campionessa come Victoria Azarenka, passiamo ora a febbraio.

Questo è il mese che ha visto le azzurre grandi protagoniste nei tornei in singolare, con 3 vittorie di 3 atlete diverse nel giro di 7 giorni ed un graditissimo rientro al successo: quello di Francesca Schiavone. Con essi anche la bellissima notizia del raggiungimento della top-10 da parte di Roberta Vinci. Ed ancora, l’incredibile weekend di Fed Cup con il ‘Mirakel van Moskou‘ di cui abbiamo poi scritto per scoprire chi fossero le 4 tenniste olandesi in grado di sbancare Mosca senza essere comprese tra le prime 100 del mondo. Basta così? Neanche per sogno…

06 febbraio → L’Olanda, 2 anni fa nella serie C della Fed Cup, coglie un’incredibile doppio vantaggio a Mosca in casa della superfavorita Russia. Dopo il successo di Kiki Bertens arriva quello storico di Richel Hogenkamp: le 4 ore spaccate per avere la meglio su Svetlana Kuznetsova valgono anche il record di durata per un match nella competizione per nazioni più famosa, col punteggio finale di 7-6(4) 5-7 10-8.

07 febbraio → Si completa il ‘Mirakel van Moskou’: l’Olanda è in semifinale. Nei giorni successivi uscirà fuori la notizia che Maria Sharapova, presente in panchina, è giunta in Russia senza racchette e borse per allenarsi perché la convocazione serviva unicamente come gettone di convocazione per poter accedere alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.

Da sinistra a destra, i protagonisti di questo sorprendente exploit: il capitano Paul Haarius, Richel Hogenkamp (all’epoca n.141 WTA), Arantxa Rus (n.287 WTA, un passato nelle prime 70), Kiki Bertens (n.107 WTA), e Cindy Burger (n.185 WTA).


07 febbraio → Non era mai capitato che Petra Kvitova perdesse entrambi i singolari di Fed Cup del weekend. E’ accaduto per la prima volta in carriera a Cluj, in Romania, contro Monica Niculescu

e Simona Halep.

13 febbraio → 2 tenniste classe 1997 si contendono un posto nella finale del torneo WTA di San Pietroburgo, categoria Premier: Daria Kasatkina e Belinda Bencic. Vincendo, la svizzera entra per la prima volta in top-10. Bellissimo, davvero, l’abbraccio finale tra le 2 giocatrici.

14 febbraio → Roberta Vinci ottiene il primo titolo Premier della carriera (a San Pietroburgo contro Bencic) e durante la cerimonia di premiazione apre un timido spiraglio alla possibilità di competere un altro anno.

16 febbraio → Petra Martic b. Teliana Pereira 6-4 6-4 al 1° turno del torneo WTA International di Rio de Janeiro. La brasiliana, n.43 del mondo e campionessa uscente, è anche la prima top-50 battuta dalla croata dal 2011.

17 febbraio → Il successo di Caroline Garcia ai danni di Carla Suarez Navarro regala a Roberta Vinci l’ingresso in top-10 anche in singolare. Si completa così il poker d’assi italiano: Pennetta per prima, poi a ruota Schiavone, Errani e Vinci. Tutte loro sono riuscite ad essere tra le top-10 sia in singolare che in doppio nel corso della loro carriera, tutte loro sono approdate almeno una volta in una finale Slam sia in singolare che in doppio.

17 febbraio → Ana Ivanovic batte Simona Halep. La rumena, alle prese con un fastidioso problema al naso, è stata forzata a giocare per tutto il periodo tra inizio febbraio e fine marzo perché con tutti i punti che avrebbe avuto in scadenza (2295) sarebbe scivolata dal n.3 al n.14 del mondo.

17 febbraio → Per la prima volta, nessuna giocatrice compresa tra le teste di serie(Halep, Muguruza, Vinci, Kvitova, Bencic, Karolina Pliskova, Kuznetsova, Suarez Navarro) riesce a passare un turno nel tabellone. Avviene a Dubai, dove nei quarti di finale arrivano solo outsiders.

20 febbraio → Sara Errani trionfa a Dubai per il primo titolo Premier in carriera. 6-0 6-2 a Barbora Strycova.

20 febbraio → Jelena Ostapenko scopre che non dovrà fare le qualificazioni al WTA Premier 5 di Doha, perché grazie ad un forfait dell’ultim’ora è entrata direttamente nel main draw.

21 febbraio → Francesca Schiavone torna al successo dopo 2 anni di delusioni e ritorna prepotentemente nei top-100. A Rio de Janeiro la leonessa batte Shelby Rogers 2-6 6-2 6-2 ed esulta come se avesse vinto uno Slam, a dimostrazione di una passione per questo sport che non si è mai spenta nonostante le tante difficoltà.

21 febbraio → Eugenie Bouchard, a Doha, rimonta da 0-4 al 3° set contro Anastasija Sevastova e dopo aver annullato 2 match point vince 5-7 6-3 7-6(5).

23 febbraio → Daria Gavrilova viene sconfitta 6-3 6-3 da Caroline Wozniacki a Doha commettendo un errore grossolano che le costerà diverse critiche sui social newotk: ha voluto istintivamente colpire al volo una palla che era ben oltre la linea laterale, spedendola appena in corridoio in incrociato con tutto il campo spalancato. L’errore è stato netto e grave, ma nessuno ricorda che ad inizio del secondo set l’australiana ha corretto una chiamata del giudice di sedia dando buono un colpo della danese e facendole vincere un game estremamente sofferto.

23 febbraio → Il primo match ufficiale di Angelique Kerber nel circuito WTA dopo il successo in Australia coincide con un clamoroso tonfo contro Saisai Zheng. 7-5 6-1 in favore della cinese, con la tedesca che a fine primo set si lamenta con il proprio allenatore dicendo chiaramente: “Mi sento vuota, senza energie”.

25 febbraio → Come Kerber, anche Garbine Muguruza è in un momento complicato. A differenza della tedesca, però, è dall’inizio stagione che la spagnola non sembra voler ingranare.

Nella sconfitta contro Andrea Petkovic, ad un cambio campo nel 3° set chiama il coach in campo. Sumyk cerca di parlarle e spronarla a dare il massimo per ribaltare l’inerzia del match, ma lei stizzita prima gli risponde a muso duro poi lancia una bottiglietta d’acqua: “Yo no me voy a morir por la bola. Yo no” (“Non ci penso proprio a ‘morire per la pallina’. Non io”). Sumyk la guarda, cercando di sdrammatizzare, e le dice: “Lo stai facendo per la tv spagnola? E’ questo che vuoi?”. Muguruza non risponde più e lì finisce la conversazione tra i due.

25 febbraio → Roberta Vinci ed Agnieszka Radwanska giocano uno dei match più spettacolari della stagione. Vince la polacca 2-6 6-3 6-4, ma si fanno notare per una serie di punti da blockbuster, tra cui questo

da conservare e godere ogni volta che qualcuno dirà che il tennis femminile altro non è che un insieme di botte alla palla senza ragione. 101 discese a rete totali, qualità e classe in abbondanza. Qui una piccola sintesi (non basta, ma aiuta a capire ancora meglio cosa è stato quell’incontro):

25 febbraio → Dominika Cibulkova torna a disputare una finale WTA dopo quasi 2 anni (da Kuala Lumpur 2014, a fine aprile).

25 febbraio → Daniela Hantuchova si lamenta dell’atteggiamento poco professionale delle nuove giocatrici: “Penso che le top-10 del mio periodo avessero un livello di gioco più alto. Le giocatrici di adesso non hanno personalità. E’ un’era nuova, molto diversa dalla mia. Ne ho parlato con Martina Hingis. Ci allenavamo 5 ore al giorno e prendevamo del tempo per stare insieme solo nelle occasioni di una cena. Ora 45 minuti di allenamento bastano, poi arriva la sessione di fisioterapia e stop. Noi amavamo il tennis, ora è tutta una questione di selfie e social network”.

26 febbraio → Jelena Ostapenko, anche lei classe 1997, è in finale nel WTA Premier 5 di Doha. Da che doveva passare attraverso il tabellone di qualificazioni, la lettone supera in successione Svetlana Kuznetsova, Petra Kvitova

Saisai Zheng

e Andrea Petkovic (per ritiro). Dominerà anche buona parte del match contro Carla Suarez Navarro, ma verrà sconfitta al 3° set in quello che rappresenta anche il titolo più importante della carriera della spagnola.

26 febbraio → Dominika Cibulkova e Sloane Stephens danno vita ad una partita di straordinaria intensità, con la statunitense che vince il 2° titolo in stagione (3° in carriera) solo al tie-break decisivo: 6-4 4-6 7-6(5). Per il livello mostrato, avrebbe potuto dilagare molto prima, ma la slovacca per la prima volta dopo tanto tempo ha tirato fuori una grinta ed un livello di tennis di primissimo livello. Il 3° set fu elettrizzante, con occasioni continue per entrambe. Il pubblico, rumorosissimo, ha contribuito a rendere le fasi decisive ancor più delicate. L’ha vinta dunque Stephens, dopo 3 ore e 5 minuti, grazie soprattutto a difese straordinarie e contrattacchi letali. E complimenti a chi in Italia ha affrontato un sabato notte alternativo facendo le 5, impiegando un’ora poi a scaricare l’adrenalina.

28 febbraio → 1° turno a Kuala Lumpur: Kurumi Nara b. Daniela Hantuchova 6-4 6-7(4) 7-6(10) in 3h20′ di gioco. Hantuchova, ancora a secco di vittorie in stagione ha concretizzato 1 chance su 11 di break nel 3° set, sul 4-2 ha mancato 4 chance di doppio break, sul 5-4 ha perso la battuta. Altre 4 palle break mancate sul 5-5, buttato un vantaggio di 5-2 e servizio al tie-break, buttato 1 match point (su 3 avuti) al servizio. Questo è stato anche il match più lungo della stagione fino a quel momento (escluse le 4 ore di Hogenkamp-Kuznetsova in Fed Cup).

Diego Barbiani

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