TENNIS – Di Diego Barbiani
STRASBURGO. Karolina Pliskova rispetta il pronostico vincendo un match pazzesco contro Kristina Mladenovic arresasi 6-3 4-6 16-14 e la Repubblica Ceca porta a casa il primo, importantissimo punto nella finale di Fed Cup contro la Francia.
Tre ore e cinquanta di partita per la sfida con più game giocati in una finale della coppa del mondo per nazioni.
Premiata la maggiore lucidità della n.6 del mondo, che pur stremata trova il modo per togliersi da situazioni potenzialmente complicate contro un’avversaria vittima fin dai primi game della fase ad oltranza di problemi alle gambe, ripetutamente massaggiate. Un risultato, questo, che inguaia la nazionale padrone di casa che puntava tante delle speranze di successo su questo match. Non era un compito facile, perché considerare “anello debole” una giocatrice che in stagione ha vinto un titolo WTA Premier 5, ha giocato una finale Slam e sfiorato le semifinali alla sua prima partecipazione alle WTA Finals rende comunque l’idea di come Petr Pala, che in questo weekend cerca di diventare il primo capitano di sempre a portare a casa 5 titoli, possa disporre del parco giocatrici migliore a livello mondiale.
Mladenovic, che in carriera aveva un bilancio di 3-4 nei match in singolare con la maglia transalpina, per oltre un set è stata vittima dell’enorme tensione che match di questo tipo possono portare. Non solo essere nel primo match di una finale, ma sapere che dal suo esito si sarebbe delineato molto del futuro della propria nazionale.
Il servizio per i primi game non funzionava, il braccio non si scioglieva, ed alla sua avversaria bastava un minimo di attenzione per creare il primo divario. L’unico momento in cui è parsa poter alzare il proprio livello è stato quando ha ripreso il break sul 2-3, approfittando sì di 2 doppi falli della sua avversaria ma riuscendo comunque a scambiare ed ad incidere di più.
Dopo un game, il sesto, durato sugli otto minuti, il calo che non avrebbe dovuto permettersi. Le illusioni che avesse scrollato dalle sue spalle le difficoltà iniziali sono svanite sul lancio di palla corto e storto che ha portato al doppio fallo per lo 0-30. Dopo di ché, Pliskova ha meritato non solo il nuovo break di vantaggio ma anche i successivi 2 completando un primo set non di alta qualità ma giocato meglio della sua avversaria.
Dover cominciare al servizio dopo la ceca ha reso ancor più complicato le fasi iniziali del seguente parziale per Mladenovic. Eppure è stata proprio la francese a trovare il primo vantaggio. Sul 3-3 Pliskova ha ripetuto quello che si è visto a Singapore nel match d’esordio contro Garbine Muguruza, dove aveva la partita in controllo ed un’avversaria abbastanza sfiduciata, eppure un calo ha rimesso tutto in gioco.
Nel settimo game il servizio l’ha abbandonata con 4 doppi falli: 3 consecutivi ed 1 sulla palla break. Mladenovic non riusciva ancora ad approfittarne, ma sul 4-4 dal 30-0 ha finalmente trovato la reazione giusta. Un po’ di nervosismo per le occasioni non sfruttate, un po’ la consapevolezza che ormai il traguardo era abbastanza vicino, la francese ha giocato il tutto per tutto riuscendo nel secondo break di fila e poi a trovare la parità.
L’equilibrio visto all’inizio del set decisivo, la parte migliore di tutto il match, si è sciolto sul 3-2 Pliskova. Mladenovic aggredita fin dal primo punto, ha la responsabilità di un nuovo doppio fallo sullo 0-15. A nulla son serviti 2 ottimi colpi di inizio gioco, perché sul 30-40 si è trovata a trequarti campo non avendo lucidità nel rigiocare la palla al di là della rete.
Le emozioni, però, non erano finite. Mladenovic, con una reazione enorme, ha rimesso in piedi un match ormai perso recuperando da 0-30 sul 2-5 e sul 5-6, da 15-30 sul 4-5 e riprendendosi il break sul 3-5 giocando tutto all’attacco. Da lì in avanti è stato tutto un susseguirsi di pathos ed emozioni. La francese è calata come reattività a causa sorpattutto di un problema alle gambe patito in un momento critico, sull’8-7 per la ceca. Un trattamento in un momento ancor più delicato, sul 9-9, poteva forse danneggiare la ceca, che nel game precedente aveva mancato 2 match point di fila: il primo con una risposta appena lunga, il secondo con un ace al centro.
Le due però sono molto amiche, difficilmente l’intento della transalpina era quello di danneggiare la rivale. Infatti, nonostante fosse più mobile, le difficoltà erano ancora presenti e con l’andare avanti dei game faceva sempre più fatica con gli appoggi. Ha comunque avuto la chance di servire per chiudere il match sul 12-11, mancando però l’occasione a causa di una Pliskova sempre in grado di rispondere. Un batti e ribatti infinto, una sfida che andava avanti comunque ad alto livello, con entrambe che stavano dando il loro massimo sforzo per conquistare un punto divenuto col passare dei minuti sempre più importante.
Difficilmente domani Mladenovic sarà in campo, anche se capitan Mauresmo le chiederà probabilmente uno sforzo enorme in caso di punteggio ancora in bilico. Il problema principale, ora, è proprio quello di trovare il punto che possa ridare speranza alle padrone di casa a cui il coraggio non è stato premiato a sufficienza Ora la scena è tutta per Petra Kvitova, il vero pezzo da 90 di una nazionale che domina la scena internazionale dal 2011 (con una piccola parentesi nel 2013) e che ha tutta l’intenzione di continuare l’egemonia.
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