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WTA Finals – Cibulkova master and commander: Kerber battuta, è il trofeo più importante per la slovacca!

TENNIS – Dal nostro inviato a Singapore Diego Barbiani

Dominika Cibulkova è la nuova regina delle WTA Finals, conquistando il titolo più importante della sua carriera che in questo 2016 ha definitivamente svoltato.

Angelique Kerber, la n.1 del mondo e giunta in finale senza perdere una partita, non ha potuto far nulla contro quella si è rivelata una giocatrice spiritata dall’inizio alla fine. Nell’appuntamento più importante dopo la finale persa all’Australian Open 2014, Cibulkova si è trasformata in un qualcosa di raramente visto su un campo da tennis, almeno per quello che riguarda le sue prestazioni. Ingiocabile, impossibile da contrastare anche per una giocatrice, la tedesca, che ha commesso l’errore di partire un po’ contratta, ma che non ha mai avuto la chance di riaprire l’incontro. 6-3 6-4 il punteggio finale che consente a Cibulkova, oltretutto, di vincere la prima finale contro una n.1 del mondo in caria e la proietterà, da domani, al n.5 del mondo.

Mai vista una Cibulkova giocare così, perché non si tratta solo di colpire vincenti da ogni lato del campo in ogni momento possibile, appena fiutava l’occasione, ma c’era anche un miglioramento tangibile al servizio, anzitutto. 83% di prime in campo, già di per sé percentuale altissima, ma piazzate tutte sulle linee. Profonde, ad effetto, a battezzare l’incrocio centrale. 3 ace nel match per una giocatrice alta appena 1,60 ma che si faceva, punto dopo punto, sempre più grande in campo. 

Kerber ci ha capito poco, quella partenza un po’ contratta l’ha poi condizionata fino alla fine, non riuscendo a porre rimedio alla furia agonistica di una giocatrice che si è trovata in alcuni frangenti a difendersi pure a rete con soluzioni a dir poco pregevoli. 

C’è stato un frangente, un istante in cui si è pensato che qualcosa potesse cambiare. Parliamo del terzo game, quando Cibulkova era sempre aggressiva e stava raggiungendo la possibilità di una nuova palla break e Kerber si è inventata un dritto in allungo che ha ricordato abbastanza quello giocato contro Karolina Pliskova nella finale dello US Open. Traiettoria, quella contro la ceca, ancor più complicata perché molto più fuori dal campo al momento dell’impatto. Qui si è vista la nuova Kerber, che dodici mesi fa neanche avrebbe cercato l’allungo.

Oggi però non c’era proprio verso di girare l’incontro, nonostante sembrava avesse trovato un po’ di sicurezza al servizio tenendo poi al zero il game sul 2-2. No, oggi era la partita perfetta di Cibulkova, raramente vista così in palla in ogni parte del suo gioco, sdoganando seconde in slice a ripetizione che portavano la tedesca a rispondere in posizioni scomode, slice di rovescio mai usati così frequentemente… Era difficile trovarle un neo, trovarla a colpire in situazioni scomode. 

La partita perfetta, per lei, doveva però ancora raggiungere l’apice. Sul 5-4 e servizio ha sentito tanto il momento, mancando i primi 3 match point con un doppio fallo, un dritto lungo, uno schiaffo al volo comodo sul nastro. Eppure era sempre lei a comandare, a decidere le sorti del match. Kerber rincorreva ogni accelerazione, c’è stato un momento in cui ormai era in braccio ai giudici di linea con la slovacca a colpire da metà campo per sfondare le ultime resistenze della sua avversaria. Al quarto match point, la chiusura nella maniera più rocambolesca: un dritto un po’ corto colpisce il nastro, lo sfiora probabilmente una seconda volta prima di morire nel campo avversario. Come ieri, come contro Svetlana Kuznetsova, ancora un nastro a chiudere la partita. Per quanto riguarda la semifinale, però, fu decisivo in un momento di grande equilibrio. Oggi, invece, ha “solo” (virgolette comunque d’obbligo) deciso di mettere fine all’incontro.

E’ l’ottavo titolo della carriera, il quarto in stagione, di gran lunga il più importante. Da n.66 del mondo a fine gennaio, dopo il crollo successivo all’Australian Open, a n.5 da domani. Con tutta la possibilità di ripartire con questo spirito ad inizio 2017 quando la stagione inizierà nella terra che la fece conoscere a tutto mondo per la prima volta, l’Australia.

 

Diego Barbiani

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