TENNIS – SHANGHAI – Di PIERO VASSALLO. Andy Murray vince il suo sesto titolo stagionale trionfando nella finale di Shanghai: 7-6(1) 6-1 alla sorpresa Bautista Agut, parte ufficialmente l’assalto a Djokovic per il trono ATP.
Per la terza volta in carriera Andy Murray vince il torneo di Shanghai, il suo Masters 1000 preferito insieme a quello del Canada. Ha dovuto attendere cinque anni per ripetersi dopo la doppietta 2010-2011 e come nella seconda occasione in finale si è trovato di fronte uno spagnolo.
All’epoca fu David Ferrer, oggi Roberto Bautista Agut che dopo la strepitosa vittoria su Djokovic sognava il bis contro il numero 2 del mondo. Che le chance di ripetersi fossero davvero poche si sapeva, gli va riconosciuto il merito di aver lottato quasi alla pari per un set, portando lo scozzese al tie break.
Una finale equilibrata fino al 3-3 del primo set, quando Murray ha trovato il break che ha fatto pendere l’ago della bilancia dalla sua parte. Non si è mai avuta la sensazione che il numero 2 del mondo potesse perdere la partita, si è concesso i suoi soliti piccoli passaggi a vuoto come sul 5-4 del primo parziale quando ha perso la battuta proprio nel momento buono per chiudere.
Ha rimediato dominando il tie break, in cui ha perso solo il primo punto giocato, poi è partito fortissimo anche nel secondo set; Bautista ha trovato il contro break nel terzo gioco ma è stata l’ultima flebile fiammata della sua finale: con un parziale di 4 giochi consecutivi Murray ha spento le velleità di rimonta dello spagnolo, il cui risultato resta comunque eccezionale.
“Muzza” invece si prende il sesto titolo stagionale, il 13esimo nei Masters 1000 e il 41esimo complessivo in carriera. Il 2016 si conferma la sua miglior stagione della carriera e adesso l’attenzione è tutta sulla corsa al numero 1 del mondo: nella race annuale il distacco da Djokovic si è ridotto a 915 punti e ha ancora tre tornei -Vienna, Bercy e ATP Finals – per rimpinguare il bottino.
Quello che fino a qualche mese fa sembrava utopia ora potrebbe davvero concretizzarsi entro la fine dell’anno, ma anche se non dovesse farcela in questo sprint finale, Murray avrebbe un grosso vantaggio nella prima parte del 2017: da gennaio a marzo Djokovic dovrà difendere 4340 punti, lui “soltanto” 1290.
Insomma la possibilità di diventare il 26esimo giocatore a raggiungere il trono ATP non è più un’eventualità così remota, ma addirittura probabile. Merito di una stagione da urlo a 29 anni, l’età in cui Nadal ha iniziato la sua parabola discendente e Djokovic sembra iniziare a cedere mentre Murray ha raggiunto la piena maturità e ora sembra davvero pronto per essere il migliore.
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