TENNIS – SHANGHAI – Di PIERO VASSALLO. Sorpresa nella prima semifinale del Masters 1000 di Shanghai: Roberto Bautista Agut batte 6-4 6-4 il numero 1 del mondo Novak Djokovic, tradito dal gioco ma anche (o soprattutto) dai nervi.
Tutto lasciava pensare a un nuovo testa a testa tra Novak Djokovic e Andy Murray, invece dopo la prima semifinale siamo già certi che stavolta non saranno i primi due giocatori del mondo a giocarsi il titolo del Masters 1000 di Shanghai, come già successo nel 2012 nel torneo cinese e in ben 4 tornei quest’anno.
L’incredibile sorpresa si materializza sul Qizhong Stadium dopo un’ora e 47 minuti di gioco: Novak Djokovic, che in questo torneo aveva perso in tutto solo tre partite – due con Federer e una con Davydenko – cede per la prima volta in carriera a Roberto Bautista Agut, 28enne spagnolo che domani giocherà la partita più importante della sua carriera.
Nei cinque precedenti era riuscito a strappargli giusto due set, nessuno pensava che avrebbe potuto vincerne due in una sola partita e invece dopo due anni esatti Djokovic torna a perdere in una semifinale di un Masters 1000: gli era accaduto proprio sullo stesso campo, nel 2014 contro Roger Federer, da allora era stato perfetto in particolar modo sul cemento, con 10 finali su 10 di cui 8 vinte.
Per Bautista Agut era appena la seconda semifinale in un 1000, la prima l’aveva giocata due anni prima a Madrid nel torneo che gli diede la spinta per iniziare la sua fin qui ottima carriera. Nato a Castellon de la Plana il ragazzo valenciano non impressiona per i mezzi fisici: è alto 1.83 e non è un corazziere, colpisce piatto ma ha delle gambe che vanno a mille e su questo si è costruito tutti i suoi risultati.
Un giocatore non appariscente, ma continuo e soprattutto eclettico: sa giocare bene su tutte le superfici e non a caso ha vinto tornei su cemento, erba e terra e ha raggiunto gli ottavi in tutte le prove dello Slam. Gli mancava il grande risultato ed è arrivato oggi, contro un Djokovic che dimostra ancora una volta come qualcosa sia cambiato in lui dopo il successo di Parigi.
Da quando ha alzato al cielo la Coppa dei Moschettieri ha giocato cinque tornei, vincendo a Toronto ma steccando Wimbledon, Olimpiadi e US Open: troppo poco per come ci aveva abituati. Un problema di testa e di… nervi. Come quelli che lo hanno tradito anche oggi in una semifinale dal primo set equilibrato fino al 4-4, quando è iniziato lo psicodramma di Nole.
Ha avuto una palla break per andare a servire per il set, l’ha buttata via non chiudendo una volèe alta e facendosi passare dallo spagnolo. Break mancato e break subito: sul 4-5 Bautista ha concretizzato il set point mettendo a nudo tutte le insicurezze di un Djokovic infuriato che ha mandato in frantumi la racchetta.
Il serbo è sembrato cercare una reazione che però è sempre rimasta bloccata sulle corde della racchetta e così è stato di nuovo Bautista Agut a mettere la testa avanti: break per il 4-2 e servizio dal profumo di vittoria. È qui che Djokovic è riuscito a sciogliersi un po’ di più, ma non è bastato: recuperato il break di svantaggio ha nuovamente ceduto la battuta buttando via in maniera clamorosa la palla del 4-4 cercando una palla corta senza senso.
Sul 5-3 e quasi spacciato, Djokovic ha giocato forse i tre punti migliori della sua partita, guarda caso su altrettanti match point: il primo annullato con una risposta di rovescio atterrata a pochi centimetri dall’incrocio delle righe, il secondo con un buon approccio a rete e il terzo con una bella accelerazione di dritto dopo aver comandato tutto lo scambio.
Sfumate le occasioni Bautista ha ceduto la battuta, ma la sensazione di poter assistere a una nuova partita è durata lo spazio di pochi minuti: Nole è incappato nuovamente in degli errori banali, ha concesso un nuovo match point e stavolta lo spagnolo ha colpito: attacco non definitivo del numero 1 del mondo, passante un po’ fortunoso sulla riga e fine dei giochi.
Shanghai saluta il tre volte vincitore del torneo che adesso vede davvero a rischio la sua leadership mondiale già da questo finale di stagione: se Murray dovesse vincere le prossime due partite si porterebbe a meno di 1000 punti di distacco nella Race. Quello che però deve preoccupare Djokovic è il crollo vertiginoso avuto dopo Parigi: semplice calo di intensità unito ai presunti problemi personali o inizio di vero cedimento?
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