TENNIS – Di ARIS ALPI. Finale al fotofinish per lo spagnolo, che si stacca da Berdych e scavalca Thiem: da dietro sperano ancora Pouille e Cilic.
La prossima edizione del Master di fine anno vedrà le sue partecipazioni rivoluzionate, con un ricambio di quasi la metà dei suoi componenti. Non risponderanno infatti all’appello Roger Federer, detentore del record assoluto al Master di presenze – quattordici consecutive, di cui una sola con l’uscita al Round Robin, datata 2008 – e del record di 6 vittorie. Mancherà anche David Ferrer, qualificatosi per sei anni in fila e in finale nel 2007, che quest’anno sta vivendo la sua annata più complessa, il peso dell’età e dei chilometri macinati sul campo si sta intravedendo sempre più distintamente tanto che bisognerà capire se il veterano spagnolo accetterà di rilegarsi alle seconde fascie nella fase calante della carriera. Che sia cominciata la fine dell’era della generazione ’80-’85? Quella dei Federer, tanto per intenderci, dei Berdych, ma anche dei Tsonga e che in fondo è già orfana dei Roddick e dei Gonzalez.
Il finalista di Wimbledon 2010 a dire il vero, rischia di non accedervi per un soffio, dopo cinque anni consecutivi. Tuttavia nella stagione più convulsa vissuta nel Tour, dopo il cambio di coach e una convalescenza per l’appendicite apparsa alle porte degli US Open, Berdych ha il merito di essere riuscito a ripartire senza passi falsi – prima di quello contro Muller – recuperando su Nadal, grazie alla semifinale di San Pietroburgo e alla vittoria di Shenzhen. Tomas ha così rosicchiato 340 punti all’iberico, e ora è chiamato allo sprint finale, partito piuttosto male per via della citata sconfitta contro Muller al 1° turno dei Rakuten Open, forse vittima di un po ‘di stanchezza dopo due settimane in campo.
Anche Nadal, dopo Pechino, vivrà un calendario serrato fino all’O2 Arena. Questa settimana, nel torneo già orfano di Djokovic, rischia però di incontrare Lucas Pouille nella rivincita della Grande Mela in un quarto di finale di lusso, e poi c’è sempre Murray, che vuole dimenticare il prima possibile il match-horror di New York con Nishikori, dove è uscito dopo diversi scatti d’ira dovuti alle inedite condizioni di gioco sotto al tetto.
Anche Basilea sarà orfana del suo Campione in carica e dunque probabile incetta di punti per il mancino di Manacor che tra l’altro, pochi minuti dopo la vittoria con Lorenzi al primo turno di Pechino, ha ribadito quanto tenga a centrare la qualificazione: “Può essere una situazione complicata perchè a differenza degli avversari con lo stop per infortunio ho perso un po’ di ritmo, ci sono degli svantaggi, ma sono partito solido e aggressivo giocando molto bene.”
Debutteranno, a meno di sorprese, due giocatori alle Finals. Il primo è Gael Monfils, che da dodici anni è a ridosso della Top Tep ma mai era stato in grado di compiere il guizzo finale; l’atleta originario della Guadalupa ha trovato il suo anno migliore, ed è ora numero 6 del mondo grazie sopratutto ai 720 punti della semifinale a New York. L’altro è Dominic Thiem, il ventitrenne alla prima stagione sotto i riflettori dei primi 20 del mondo, che può già centrare un’inaspettata qualificazione nell’ex Master Cup, senza aver nulla da perdere rispetto ad altri ma solo pagando tutte le cambiali in fatica spese in primavera: il rovescio a una mano d’Austria è infatti già uscito con Zverev al primo turno di Pechino ed ha appena annunciato forfait anche al ghiotto appuntamento di Shanghai subendo il sorpasso da Nadal di 40 punti.
Nelle successive tre posizioni, a parte Federer in stand bye fino a gennaio, troviamo Marin Cilic, David Goffin e Lucas Pouille: quest’ultimo si trovava a ridosso della 30sima posizone ATP appena quattro mesi fa ed ora, dopo quei due quarti dei Championship’s e New York, dopo la vittoria casalinga dei Moselle Open, è finito 13simo. Il francese tra qualche giorno potrebbe anche incontrare Nadal nella rivincita degli US Open in un quarto di lusso del torneo pechinese dai 500 punti in palio. Cilic dal canto suo ha sempre fatto bene nei tornei indoor e può rosicchiare terreno a Mosca e Bercy.
Dopo l’invalicabile muro dei Top 3 solcato da Wawrinka, Kei Nishikori e Milos Raonic stanno ipotecando la loro iscrizione alla kermesse londinese: il canadese, davanti al Samurai di un centinaio di punti, gode ancora dell’exploit di punteggio dei Championship’s prima della brusca interruzione newyorkese di secondo turno, per mano del dimenticato yankee Ryan Harrison, mentre Kei Nishikori ha collezionato un altro ritiro, questa volta soffertissimo, nell’Open casalingo di Tokyo: lo rivedremo a Shanghai oppure è qualcosa di più serio?
Come sempre, a Natale si è tutti più buoni. Per cui, senza troppo indulgiare oltre,…
di Salvatore Sodano C'era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e…
Iga Swiatek è stata protagonista di intervista con Anita Werner a 'Fakty po Faktach" (Il…
La FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e l’ITF (International Tennis Federation) sono liete di…
Sei mesi da numero uno. Jannik Sinner inizia oggi la ventiseiesima settimana consecutiva in vetta…
Simona Halep non è stata fin qui la sola giocatrice a esprimersi sul caso di…