TENNIS – Di Diego Barbiani
WUHAN. Dominika Cibulkova compie un’autentica impresa, sconfiggendo Svetlana Kuznetsova 3-6 6-3 6-4 nella semifinale del torneo WTA Premier 5 di Wuhan e portando a casa la terza partita nel giro di 24 ore. In finale sarà sfida con Petra Kvitova.
Non di meno, questa notte è rientrata in albergo verso le 4 del mattino a causa dell’altra maratona, contro Barbora Strycova, conclusasi all’1 del mattino a cui hanno fatto seguito interviste, defaticamento e massaggi alla gamba colta dai crampi. Nonostante questo, dopo nemmeno 10 ore era di nuovo in campo ed ha battuto in rimonta un altrettanto straordinaria Svetlana Kuznetsova. Partita di livello assoluto, con entrambe capaci di totalizzare più vincenti che gratuiti nonostante oltre 2 ore e mezza di gioco all’attacco. 84 vincenti: 50 per la numero 10 del seeding, 34 pre la russa.
E’ stata costretta a scendere in campo come primo match perché gli organizzatori non hanno potuto muoversi diversamente. La regola parla chiaro: il singolare viene sempre prima del doppio. Così ieri sera, mentre lei doveva ancora scendere in campo per il suo quarto di finale contro Strycova, Kuznetsova scendeva in campo con Timea Bacsinszky per disputare il doppio. A quel punto gli organizzatori non potevano attendere molto, visto che ormai le 9 di sera erano passate, e doveva stilare un ordine di gioco che potesse andar bene sia a Kuznetsova che a Strycova. Le 2, infatti, si sarebbero potute incrociare oggi in semifinale sia in singolare che in doppio, per cui era impossibile pensare di mettere il match di singolare alle 7 di sera, obbligando poi almeno una delle 2 a rimanere in campo fino a mezzanotte ed oltre.
Alla fine Cibulkova è stata un po’ nella parte di chi ci ha rimesso, perché ha avuto veramente pochissimo tempo ed aveva finito coi crampi alla gamba, quasi da far sorgere enormi punti interrogativi su quanto efficace avesse potuto essere oggi. Invece, non solo è scesa in campo senza mostrare all’avversaria tanti segnali di stanchezza (nonostante poi quando il punto finiva si girava verso il muro e prendeva fiato molto lentamente facendo qualche piccola smorfia), ma ha giocato da indemoniata per altre 2 ore e mezza. Durante lo scambio sembrava lei quella più pimpante, con la solita rapidità di piedi e potenza nei colpi, quando poi doveva tirar fiato cercava di richiamare a sé ogni singola energia rimasta. E’ venuta fuori un’altra partita di altissimo tasso tecnico.
All’inizio la slovacca cercava di accorciare il più possibile lo scambio, colpire per non fare troppa fatica. Altro piccolo imput del fatto che nonostante tutto fosse in riserva di ossigeno e lucidità. La tattica non stava funzionando, eppure di occasioni ne aveva avute diverse. Si trovava sotto 1-4 e servizio Kuznetsova, eppure in ogni turno di battuta della russa era stata avanti 0-30, in più il secondo game perso al servizio era arrivato dopo un vantaggio di 40-15. Non era un gioco a lei molto congeniale: piuttosto che impostare lo scambio su 2-3 colpi preferisce comunque colpire tante palle e crearsi la chance per affondare, una volta muovendo l’avversaria ed un’altra attaccando sempre su un angolo per poi essere la prima a cambiare lato.
Dopo essersi rifatta sotto, ha avuto diverse chance sul 3-5 per rimanere in scia ma 2 nastri beffardi hanno dato il parziale ad una Kuznetsova fin lì molto solida, pochi cali e tanta sicurezza con lo scambio in mano. Un altro dei problemi della slovacca, oltre al servizio che per tutto il primo set ha faticato notevolmente, era il fatto di attaccare spesso sul rovescio dell’avversaria. Sono giorni che con quel colpo la russa tira fuori autentici gioielli, ed anche oggi in più occasioni è uscita dalla pressione con cambi in lungolinea da applausi scroscianti (ce ne fu uno nel terzo set, verso la metà, giocato in controbalzo dal centro del campo vincente che è indice della quantità enorme di talento che possiede).
Perso il break di vantaggio ottenuto nel primo game del secondo set, Cibulkova ha comunque continuato a spingere, cambiando ulteriormente tattica. L’obiettivo ora era di lavorare tanto ai fianchi la sua avversaria, giocando indietro tanti colpi e facendola muovere a volte in laterale, a volte in verticale. Kuznetsova ieri ha vinto contro Agnieszka Radwanska in 3 ore di gioco, un match molto difficile e dove la stessa polacca, per caratteristiche, costringe ad essere sempre perfetti coi piedi, tanti cambi di direzione ed allunghi che possono portare a cali improvvisi nel rendimento. Cibulkova ha adottato un po’ quel tipo di gioco, variando rispetto ai vincenti, che comunque stavano salendo nella frequenza. Sul 4-3 Cibulkova nel secondo set, è arrivato il primo calo di Kuznetsova, dopo un game di risposta perso per un soffio e tante parità non sfruttate.
Il break che ha chiuso la seconda frazione è arrivato fulmineo, ed il fatto di partire avanti col servizio in quella decisiva ha forse spostato gli equilibri. Comunque, le 3 palle break annullate da Cibulkova nel primo game del set decisivo sono state solo grazie a vincenti anche improvvisi, tirando fuori soluzioni come 2 rovesci lungolinea che hanno colto di sorpresa Kuznetsova. Si è arrivati con tanta tensione sul 4-4 15-30, in un turno di battuta dove la slovacca stava concedendo qualcosa per la prima volta proprio dal game iniziale. Lì però ha trovato in successione 2 dritti pazzeschi: il primo, una soluzione anomala ad occhi chiusi che ha preso in pieno l’incrocio delle righe (quello stesso colpo che negli ultimi minuti la stava un po’ tradendo); il secondo, uno scambio tutto all’attacco dove ha lasciato partire un nuovo dritto lungolinea ingiocabile.
Di nuovo, come ieri contro Strycova, il break decisivo è giunto sul 5-4. Un turno di battuta dove ha tirato altri 2 dritti vincenti, una smorzata ed un rovescio sulla riga. Dopo il punto decisivo è crollata a terra, esausta. Mai prima d’ora le era capitato di giocare così tante finali in una sola stagione. Mai prima d’ora le era capitato di vincere così tanto contro le più forti al mondo. Mai prima d’ora le era capitato di essere così tanto in corsa per un posto al Master di Singapore, con la posizione n.7 nella Race ancor più cementificata dopo questo successo di importanza enorme. Mai prima d’ora aveva visto il suo nome così in alto nel ranking WTA: da lunedì prossimo, infatti, sarà al n.8 del mondo. Diventerà n.7 in caso di vittoria, ma già essere arrivata in fondo, dopo un percorso così complicato, è un autentico capolavoro.
Nella finale di domani sfiderà una Petra Kvitova che sembra aver ritrovato se stessa dopo l’incredibile successo contro Angelique Kerber negli ottavi. La semifinale contro Simona Halep si è rivelata quasi una formalità: un 6-1 6-2 in poco più di un’ora in cui la ceca è stata padrona assoluta del campo, spazzando via la rumena. Sarà la prima finale stagionale per la due volte campionessa di Wimbledon, reduce da un 2016 da incubo in cui ha ottenuto pessimi risultati, è l’opportunità per fare il bis a Wuhan – già vittoriosa nel 2014 -, per riavvicinare la top 10 e tenere aperto un timidissimo spiraglio in chiave Master, anche se per quello servirà quasi un miracolo.
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