TENNIS – Di PIERO VASSALLO. Appuntamento con “Up&Down” dedicato al weekend di Coppa Davis: dall’inattesa finale Croazia-Argentina alla salvezza sul filo di lana della Svizzera, passando per la retrocessione del “russo” Kazakistan.
UP
Marin Cilic
Una tre giorni da protagonista assoluto quella del nativo di Medjugorje, che a Zadar fa il bello e il cattivo tempo mettendo il suo marchio su tutti e tre i punti della Croazia. Dimenticata il brutto ko degli US Open, Cilic si è messo sulle spalle la sua nazione trascinando alla seconda finale di Davis dopo quella storica del 2005, vinta contro l’altra cenerentola Slovacchia. Una vittoria su Pouille, una in doppio in coppia con Ivan Dodig contro i numeri 1 della specialità Herbert e Mahut e il sigillo finale contro Richard Gasquet. E pensare che tutto sembrava perduto dopo il 2-0 di svantaggio nei quarti contro gli Stati Uniti…
Argentina
Sarebbe troppo facile citare Juan Martin Del Potro e la sua fantastica vittoria su Andy Murray, ma se è vero che quel punto è stato la chiave di volta della serie, bisogna riconoscere i meriti dell’intera squadra argentina. Guido Pella è stato bravissimo a conquistare il punto del 2-0 contro Kyle Edmund, Leo Mayer ha ritrovato le migliori sensazioni dopo mesi difficili e ha firmato il 3-2 battendo Daniel Evans. Un successo che parte dalla sapiente guida di Daniel Orsanic, che ha saputo cementare un gruppo minato da frizioni interne e non ha mai sbagliato una mossa.
Severin Luthi
Chissà cosa passava nella mente di “Seve” mentre la Svizzera si giocava il tutto per tutto nell’ultimo singolare su uno scalcinato campo in terra battuta di Tashkent, mandando in campo il numero 507 del mondo Antoine Bellier. Dura la vita senza Federer e Wawrinka, eppure Luthi si tiene a galla comunque anche senza i suoi pezzi da 90 e ancora una volta la permanenza nel World Group è salva.
DOWN
Francia
Il commento di Yannick Noah sull’assenza di Gael Monfils – «Per lo stato d’animo della squadra è un bene che non ci sia» – è parso un po’ troppo azzardato. Certo, probabilmente l’obiettivo era colpire il connazionale con una frecciata dopo la sua rinuncia alla semifinale, ma a conti fatti il forfait del semifinalista degli US Open ha avuto il suo peso. Pouille non ha saputo contrastare Cilic, lo stesso per Gasquet pur vincente contro Coric, mentre Herbert e Mahut hanno deluso le aspettative nel doppio che poteva essere il punto di svolta. E così i galletti restano ancora a bocca asciutta, nonostante l’abbondanza di giocatori.
Kazakistan
Dopo 6 anni il Kazakistan saluta il World Group e ironia della sorte lo fa per mano della Russia, a cui ha strappato mettendo mano al portafoglio Mikhail Kukushkin, Andrey Golubev e altri ancora. A Mosca si è giocato in condizioni quasi estreme – all’aperto, con temperature molto basse e con la pioggia che ha costretto al rinvio i singolari del venerdì – ma alla fine Andrey Kuznetsov, con la complicità del doppio Kravchuk-Rublev, ha rispedito nei gruppi zonali gli asiatici, per la gioia dei “puristi” che non amano queste naturalizzazioni spinte dal dio danaro.
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