TENNIS – RIO DE JANEIRO – Di PIERO VASSALLO. Per la seconda edizione consecutiva delle Olimpiadi, Andy Murray ha vinto la medaglia d’oro del singolare maschile di tennis. Nella finale per il primo posto, il britannico (numero 2 al mondo e vincitore a Londra 2012 sull’erba di Wimbledon) ha sconfitto l’argentino Juan Martin Del Potro in quattro set 7-5, 4-6, 6-2, 7-5.
Come lui nessuno mai: Andy Murray vince l’oro olimpico in singolare per la seconda volta di fila e diventa il primo tennista a compiere l’impresa. Gli sono servite più di 4 ore per piegare le resistenze del redivivo Juan Martin Del Potro, la più bella storia di questi giochi olimpici di Rio de Janeiro. Nemmeno tre delicate operazioni al polso sono riuscite a mettere KO la Torre di Tandil, che migliora il bronzo vinto 4 anni fa a Londra.
La classe e la forza di volontà dell’argentino sono state più forte di tutti i guai fisici e Delpo ne ha dato un assaggio anche ieri: già usurato da una settimana massacrante sia dal punto di vista fisico che mentale, aveva terminato la benzina già a metà del terzo set ma si è tenuto a galla fino ad andare avanti 5-3 nel quarto. Ha raschiato il serbatoio più che poteva, ma non c’era più niente da fare e la rimonta è stata inevitabile.
Che per vincere avesse bisogno di un mezzo miracolo in realtà era apparso ironicamente chiaro nel momento in cui chiudeva per 6-4 il secondo set: aveva sì pareggiato i conti, ma erano già passate due ore massacranti ed era solo questione di tempo prima che le gambe iniziassero a farsi pesanti; dall’altra parte Murray era ovviamente più fresco e questo ha fatto tutta la differenza del mondo
È una sconfitta che però non può far male all’argentino, innanzitutto perché regala al suo paese un meraviglioso argento conquistato facendo fuori Novak Djokovic e Rafael Nadal e soprattutto perché ha dimostrato di essere ancora un giocatore vivo, che può lottare per traguardi importanti. Per uno che qualche mese fa rischiava di veder finire la carriera questo vale più di qualsiasi medaglia.
Sul gradino più alto del podio però c’è Andy Murray, proprio come 4 anni fa: curioso che l’eterno piazzato, la quarta ruota del carro dei Fab 4, sia ora l’unico a poter vantare due ori olimpici in singolare e tre medaglie complessive. Un successo limpido e messo in discussione solo da Fabio Fognini, l’unico a metterlo in seria difficoltà in un torneo che ha avuto un solo padrone dal momento in cui Djokovic ha issato bandiera bianca.
E adesso, con un’altra medaglia di cui fregiarsi e la certezza di essere nel miglior momento della carriera, Murray può puntare ad altri grandi traguardi: mancano solo due settimane agli US Open, dove si presenterà in condizioni migliori rispetto al rivale serbo. Volgendo più in là lo sguardo ci sarebbe anche la questione numero 1: i punti di distacco sono ancora tanti, ma Djokovic dovrà difenderne un’enormità. L’assalto è ufficialmente partito.
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