TENNIS – WIMBLEDON – Dall’inviata a Londra ROSSANA CAPOBIANCO – Era una partita difficile ma Grigor Dimitrov, malgrado qualche difficoltà e possibilità di complicarsela, l’ha risolta abbastanza agevolmente battendo Simon in quattro set. Dopo molti mesi difficili, si rivede qualche piccolo miglioramento: forse giocare senza pressione lo aiuta?
Dalla soddisfazione per la semifinale a Wimbledon al sollievo per un terzo turno conquistato: è qui che si spiega e si racconta la parabola discendente di Grigor Dimitrov, mesi passati a perdere quasi ogni partita, a perdere e cercare allenatori, fidanzate; a perdere di vista soprattutto gli obiettivi fondamentali: giocare a tennis e stare al top, prepararsi per questo. Completamente.
Forse gli è mancata questa visione d’insieme, travolto dalle aspettative altrui e dalle sue, paragoni ingombranti, cambiamenti di vita, una vita troppo piena e movimentata, voglia di cambiare, confusione, sfiducia. Sconfitte, ancora sconfitte.
Oggi a Wimbledon, nella superficie che probabilmente gli è più congeniale, Grigor Dimitrov si è scordato di tutto ciò: e ha giocato a tennis, semplicemente. Ancora corto, ancora con le idee poco chiare, ma prendendola più serenamente, spingendo, cercando di aggredire, noncurante dei pericoli e dei problemi che il sempre vivo Simon ti dà, anche quando sei in netto vantaggio. Rimane attaccato, ti fa sbagliare, ti fa pensare troppo sul campo. E’ quindi forse la vittoria più bella del bulgaro da molti mesi a questa parte, una vittoria che potrebbe rilanciarlo a patto che sia supportato da una programmazione seria, un allenatore in cui crede, una serenità matura.
Affronterà Johnson al prossimo turno; un passo alla volta. Non è un fenomeno Grigor Dimitrov, ma vederlo così male non ha fatto bene al tennis.
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