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WTA Roma. Serena Williams cala il poker: battuta Madison Keys!

TENNIS – ROMA – DI JASON D’ALESSANDRO – La numero 1 del mondo batte la connazionale Madison Keys (7-6 6-3) e si riprende il trono di Roma. La giovane americana però, sorpresa del torneo, pare sempre più incarnare il futuro del tennis femminile americano. 

Serena Williams contro Madison Keys, due generazioni a confronto e una finale a stelle e strisce che ormai è un fiore raro; buon segno per lo Zio Sam che finalmente torna protagonista anche con le nuove generazioni. Negli ultimi anni pare che il tennis femminile – per non parlare del maschile – abbia perso un po’ di “americanismo”: nelle prime venti posizioni, fino a ieri, solo la Regina indiscussa Serena Williams (classe 1981) e la sorella Venus (1980). Madison Keys esce sconfitta, ma lascia Roma scalando la classifica (ora è 17 prima 24) e si trova a rappresentare, forse meno timidamente, il futuro del tennis femminile americano. 

Il primo set parte in salita per la numero 1 del mondo che, come altre volte nel torneo, si trova a rincorrere. Subito break per la Keys che poi serve e si porta sul 2 a 0. Si gioca sul servizio, entrambe servono oltre i 180 km/h: la Williams in più di un’occasione sfiora i 200 e il foot-back della Keys è da manuale del tennis. Il contro break arriva nel sesto gioco quando la Keys consegna la prima possibilità, puntualmente realizzata dalla Williams, con un dritto appena largo. Non ci sono più palle break. Si gioca il tie break. L’equilibrio visto finora continua, il livello si alza, dopo alcuni mini break la Williams gioca un pallonetto d’autore, la Keys risponde con un lungolinea di rovescio che fa esplodere il centrale. Si arriva nella “zona rossa”, 5 pari servizio Keys. Dopo uno scambio durissimo la Williams spara il dritto incrociato sulla riga che gli vale il primo set point, subito concretizzato. 7 punti a 5: 7-6 Serena. 

Come avevamo scritto ieri nell’analisi del match contro la Begu, vincere il primo set contro la Williams risulta vitale e anche oggi, il primo urlone di esultanza della Williams è stato accompagnato dal timore, quasi dalla certezza del pubblico, che fosse finita. Potremmo scrivere “ed è andata proprio così” ma saremmo troppo severi. Serena ha poi vinto in due set, certo, ma ha dovuto combattere un’altra battaglia nel secondo parziale. Parte 3 a 0 con due break ma poi vede il ritorno della Keys che si porta sul 3 a 2. Poi sul 4 a 2 Williams servizio Keys: break – contro break – break che vale il set (6-3) e il torneo.   

La Keys ha giocato bene qui a Roma e forse il merito va anche al nuovo allenatore Thomas Hogstedt che, tra le “chiavi” del suo cognome pare abbia trovato quella del miglioramento. Madison ha battuto in semifinale la “sua simile” Garbine Muguruza, numero 4 del mondo, superandola col suo stesso gioco e affrontando meglio i momenti importanti. Certo, di Serena e Venus non ne nascono tante ma è anche vero che queste giovani “non giovani come un tempo” dovrebbero essere un po’ più sfacciate. Serena, all’età di vent’anni, uno in meno di quelli che ha la Keys, raggiungeva i quarti in tutti gli Slam perdendo la finale in quello di casa contro la sorella e vincendo Indian Wells, Toronto e il Master di fine anno. Oggi, dopo quindici anni, con la Keys poco più che ventenne, Serena vanta 21 tornei dello Slam. Ripetiamo che di Serena ce n’è una ma speriamo, e lo spera soprattutto lo Zio Sam – che da qualche tempo gira per i campi da tennis gridando “I want you! – che il futuro sia già qui.  

Ora si tirano le somme. Non possiamo dire di aver assistito a un torneo privo di sorprese: Begu che lascia cinque giochi ad Azarenka e vola in semifinale, Bouchard che torna al passato, combatte ed elimina la Kerber; la qualificata McHale che batte Ivanovic e fa soffrire Serena per un intero set e Madison Keys, la giovane americana che comincia a mantenere le promesse e raggiunge la prima finale di un 1000. Eh si, qualche somma la possiamo tirare ma forse per far tornare definitivamente i conti dovremmo aspettare la fine della stagione sul rosso. Dovremmo aspettare Parigi. 

 

Jason D'Alessandro

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