TENNIS – ROMA – DI JASON D’ALESSANDRO – La prima volta da inviato agli Internazionali: colori, suoni, persone. Emozioni in campo e fuori. Le impressioni di un torneo visto da dentro.
Ore dieci. Scendo dall’autobus, dal “280” per l’esattezza, che da Trastevere mi ha portato fino al Foro Italico. Attraverso la strada e camminando cerco il pass con tanto di foto “sinceramente così e così” da presentare al tornello. Presento il pass una volta, una seconda e mi trovo dentro la festa. Me l’aspettavo, ovvio, ma musica, colori, bambini, racchette, tennis da tutte le parti fanno sempre un certo effetto. Agli Internazionali, il tennis si tocca con mano e si sente: stamattina, i colpi di Wawrinka e Ferrer in allenamento sui campi appena dopo l’ingresso sud, a pochi metri dai tifosi, si sentivano forti e chiari!
«Anche quest’anno, da subito, ho avuto una bellissima impressione. Sinceramente, avendo il biglietto per le qualificazioni, mi dispiace non poter assistere al match tra Stepanek-Volandri, previsto sul Centrale, ma certamente torneremo». Queste le parole di uno dei tantissimi presenti al Foro: oltre alle impressioni positive, emerge il rammarico per non poter vedere uno dei pochi italiani rimasti in gara. Arnaboldi, Gaio, Giacalone, Giannessi, Giustino, Vanni e Viola nel maschile, Burnett, Colmegna, Di Giuseppe e Brianti nel femminile, sono fuori dai giochi: solo Volandri, vincente su Stepanek, e Donati, che invece non ce l’ha fatta, si sono giocati, oggi, un posto in tabellone.
«Una bellissima manifestazione! Basta guardarsi intorno: tutto funziona e l’atmosfera è incredibile». L’organizzazione, a detta di tutti, appare impeccabile. Le divise “Australian” di raccattapalle e giudici di linea sono dovunque, alla pari, dobbiamo dire, di quelle giallo rosse. I tifosi romanisti diretti verso l’Olimpico per “Roma-Chievo” si confondono con i “tennisti” regalando un bel colpo d’occhio su Viale delle Olimpiadi. «È sempre emozionante camminare per questi campi ed è ancora più emozionante per i nostri ragazzi, che hanno la possibilità di vedere i loro idoli da molto vicino». E di ragazzi ce ne sono tanti, tantissimi, prova che il nostro tennis c’è e forse proprio tra loro si trova il campione di cui scriveremo fra qualche anno.
Ore diciotto. Scrivo di questa prima giornata convinto di aver assistito a una bella nota positiva: il redivivo (qualcuno lo ha chiamato così) Filippo Volandri che batte Radek Stepanek conquistando un posto nel tabellone principale. Un bellissimo trentaquattrenne che infiamma il Centrale, che perde il primo set ma combatte portando a casa la quindicesima qualificazione agli Internazionali. «Il mio sogno è vincere qui a Roma», proprio così il livornese ha chiuso la conferenza stampa e forse è proprio da parole come queste che i bambini, ma anche i grandi, dovrebbero imparare e trovare ispirazione. I sogni non hanno età come non ha età questo meraviglioso torneo.
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