TENNIS – MADRID – Di LORENZO DI CAPRIO. Novak Djokovic torna Re in terra spagnola. Il serbo conquista il torneo di Madrid dopo un digiuno durato quattro stagioni battendo Andy Murray con il punteggio di 6-2 3-6 6-3. Per il serbo si tratta del 29esimo Masters 1000 in carriera.
Djokovic parte subito forte ed ottiene il break in apertura. D’altro canto Murray, che tanto ha raccolto con il servizio nella semifinale di ieri contro Nadal, si trova ora a dover faticare molto di più per ottenere punti diretti. Il serbo è un rullo compressore, determinato fin dal primo quindici e pronto ad azzannare lo scambio alla prima occasione.
Il 6-2 con cui Nole chiude la frazione d’apertura riassume meglio di ogni altra cosa lo stradominio del numero uno: Murray soffre, corre da una parte all’altra e cede – inerme – in poco più di mezz’ora. È ovvio che per vedere battaglia c’è bisogno di un Murray diverso, magari più intraprendente.
Per questo il pubblico prende le parti dello scozzese e applaude in maniera convinta quando Andy apre il secondo set con un bel diritto vincente. Effettivamente, la partita cambia e sorprende tutti quando Djokovic – nel quarto gioco – perde il servizio con uno sciagurato doppio fallo. Murray, stavolta, è bravo ad imporsi sfruttando nel miglior modo possibile la battuta e, custodendo con cura il break di cui sopra, chiude in sicurezza con il punteggio di 6-3.
Rispetto a molti altri precedenti, l’episodio madrileno della saga Djokovic-Murray scorre via rapido: dopo un’ora e dieci, infatti, è già terzo set. Proprio quando si arriva nel parziale decisivo, però, l’intensità del match si alza notevolmente ed entrambi fanno vedere un tennis di altissima qualità. Nole comincia ancora una volta meglio e sale 2-0, ma rovina tutto quando nel gioco seguente commette due doppi falli e regala il controbreak all’avversario. A dare l’impressione di avere una marcia in più è comunque Djokovic, bravo a cancellare subito il passaggio a vuoto trovando il secondo break del set.
Il serbo arriva fino al 5-2, martellando tanto da arrivare a match-point; eppure, ancora una volta, viene recuperato dal coriaceo scozzese, che salva l’incontro e si rimette al servizio dell’avversario sul 5-3. Il nono gioco, l’ultimo dell’incontro, merita un resoconto a parte: dodici minuti di lotta estenuante in cui Murray, spinto dal pubblico della Caja Magica, spreca la bellezza di sette palle break (di cui tre consecutive). Nella lotta di nervi la spunta sempre Djokovic, che alla seconda occasione può finalmente stringere il pugno.
La debacle di Montecarlo è ormai alle spalle, Djokovic si riprende lo scettro e dimostra una volta di più – semmai ce ne fosse stato bisogno – che la corsa verso Parigi (vero obiettivo del numero uno al mondo) è entrata nel vivo.
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