TENNIS – Tramite le pagine de La Gazzetta dello Sport, Flavia Pennetta ha deciso di dedicare una lettera alle sue ex compagne di Fed Cup, impegnate questo weekend nella trasferta di Marsiglia contro la Francia.
“La Fed Cup è stata una parte fondamentale della mia carriera, un’esperienza di cui conserverò per sempre ricordi più che positivi. Come potrebbe essere diversamente? Siamo state la squadra più forte del mondo. Ho vissuto questa esperienza con giocatrici che adesso sono mie amiche e con cui ho condiviso tante emozioni, risate, lacrime, abbracci, litigate: un po’ come succede in una famiglia.”
“Molti dei meriti di tutti i successi che abbiamo conquistato io li do a Corrado Barazzutti. Il capitano-papà di questa squadra-famiglia un po’ strana, di ragazze abituate alla solitudine di uno sport individuale. Corrado ha saputo mettersi in discussione, arrivando dai maschi: ha dovuto imparare ad avere a che fare con noi ragazze, un compito non troppo semplice. Lui riusciva sempre a capire quando era il caso di spingere una o tenere più tranquilla un’altra. Riuscire a mantenere l’equilibrio di squadra non è sempre stato così semplice. Sono contenta che Francesca Schiavone sia tornata in squadra per questo appuntamento contro la Francia, anzi quasi quasi rosico un po’… Mi piacerebbe essere lì in gruppo a vedere la Schiavo all’opera. Lei, quando c’è stata, ha sempre avuto un ruolo da sorella maggiore, era la più grande e noi tutte le portavamo rispetto. Ragazze, è tosta Francesca, una grande maestra ma… non stupiamoci se in questo fine settimana si verseranno lacrime perché con lei è così. Mamma mia, quanto mi ha fatto piangere! Ma anche ridere, non fraintendetemi. Mi ricordo che a San Diego, nel 2010, siamo arrivate alla finale con gli Usa davvero cotte. Per Francesca era l’anno della vittoria del Roland Garros, era emotivamente e fisicamente prosciugata. Sara Errani era la giovane del gruppo ed era curiosissima di tutto: faceva mille domande e non se ne poteva più! Avete presente quando i bambini passano il momento dei continui perché? Una volta, esasperate, l’abbiamo imbavagliata e legata a una sedia e l’abbiamo messa al buio in una stanza (in cui c’eravamo anche noi, ma lei non vedeva). Che ridere, quando l’abbiamo liberata ce ne ha dette di tutti colori. Ti ricordi Sara? Eppure adesso, la piccolina è diventata l’anello di congiunzione tra le squadre, l’elemento di continuità, il sostegno della Nazionale. Lei che era la più emotiva e la sera prima del match iniziava a somatizzare: mal di pancia, febbre, mal di gola.”
“E poi c’è Camila, l’ho conosciuta a Brindisi quando abbiamo giocato lo spareggio contro gli Usa. Una ragazza molto carina, tranquilla, ci mette un po’ ad aprirsi. In campo è forte, ha i suoi ritmi. Sta crescendo e queste esperienze in squadra la aiuteranno a migliorare sempre di più. Resta solo la piccolina, Martina Caregaro: a lei consiglio di tenere occhi e orecchie aperte, di assorbire quanto più possibile da ognuna delle altre. Ha la fortuna di avere compagne che, anche solo a guardarle, possono essere di esempio.”
“Forza ragazze, contro la Francia sarà una sfida difficile, ma stando unite si possono raggiungere grandi traguardi. La nostra storia lo insegna.”
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