TENNIS – LONDRA – Di PIERO VASSALLO. 49esima vittoria al Master per Roger Federer: Tomas Berdych resiste un set, poi si eclissa e il Gruppo “Smith” ha già i suoi padroni.
Una cosa è certa: quella di domenica 15 novembre non passerà alla storia come la più indimenticabile giornata inaugurale della storia del Master. Che Novak Djokovic e Roger Federer fossero favoriti per occupare i due posti validi per le semifinali era logico, ma ci si augurava che Kei Nishikori e Tomas Berdych riuscissero a tenere vivo l’interesse del girone.
Niente di tutto questo: se il giapponese è stato travolto da Iron-Nole, tanto meglio non è andata al ceco che contro il numero 3 del mondo ha ceduto per 6-4 6-2 in un’ora e dieci minuti di gioco. Rispetto a Nishikori è riuscito a resistere qualche minuto in più racimolando qualche gioco extra, ma la sostanza non cambia perché il successo di Federer non è mai stato in discussione.
A dire il vero l’inizio di partita sembrava favorevole al ceco: break a 0 nel secondo gioco e un Federer ancora in rodaggio. Giusto il tempo di sgranchirsi le gambe e lo svizzero ha ripreso in mano la situazione, è andato piano piano in crescendo mentre Berdych non riusciva a incidere con il servizio e soprattutto con il dritto, un colpo che questa sera ha completamente smarrito.
Con un game orrendo ha mandato Federer a servire per il set e da lì è stata quasi un’esibizione: Roger si è sciolto definitivamente provando anche qualche soluzione spettacolare, mentre Berdych continuava ad affossare il dritto a mezza rete. Per l’elvetico si tratta della vittoria numero 49 nell’appuntamento di fine anno, il modo migliore per cominciare l’assalto al settimo sigillo al Master.
Berdych invece non riesce a sfatare il tabù “primo match” alle Finals: quella di quest’anno è la sua sesta partecipazione consecutiva, ma ha sempre perso la prima sfida del round robin. In compenso ha sempre vinto la seconda partita, ma è un dato che lo consola fino a un certo punto visto che per raggiungere le semifinali (ci è riuscito solo nel 2011) sarà probabilmente costretto a battere anche Novak Djokovic.
Per quanto visto oggi, sia il ceco che Nishikori sembrano destinati a un triste ruolo di comparse in un gruppo, quello intitolato a Stan Smith, che rischia di essere il meno equilibrato e il più noioso dei due, con l’incrocio Djokovic-Federer unica ancora di salvezza per salvarsi dalla monotonia.
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