TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Nel 2008 Andreas Seppi raggiunse le semifinali dell’allora Masters Series di Amburgo. A fargli compagnia quel sabato sul centrale del Rothenbaum Tennis Center furono niente meno che Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic…
Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic e… Andreas Seppi. Proprio così: almeno per una settimana, l’azzurro fu il quarto membro dei moderni Fab Four della racchetta. Accadde nel maggio del 2008 ad Amburgo, quando l’evento tedesco – del quale è in corso l’edizione 2015 – non aveva ancora subito il declassamento al rango di “500” ed era l’ultimo “Masters Series” sulla terra, venendo disputato subito dopo gli Internazionali d’Italia. All’epoca l’altoatesino aveva ventiquattro anni e occupava il 43esimo posto del ranking mondiale. Nella fase iniziale della stagione aveva già raccolto qualche soddisfazione, come il titolo nel Challenger di Bergamo, la vittoria su Cilic in Coppa Davis e, soprattutto, il quarto di finale raggiunto a Rotterdam, dove aveva eliminato Hewitt e Nadal per poi cedere a Soderling.
La primavera sul rosso europeo, invece, non era stata fin lì troppo brillante: Andreas aveva raccolto una serie di secondi turni, a Monte-Carlo, Monaco e Roma. Per rivitalizzarlo ci voleva l’aria di Amburgo, dove già nel 2005, da n. 113 Atp, si era spinto fino ai quarti, eliminando via via Schuettler, Canas e Novak prima di arrendersi a Gasquet. Nel 2008 proprio il francese fu la sua vittima numero due, dopo che all’esordio Seppi aveva rifilato un perentorio 63 60 al beniamino di casa Michael Berrer: il talento di Beziers, numero 9 del mondo, dovette incassare un inappellabile 63 62. Ancor più netto fu il 60 63 che Andreas rifilò negli ottavi al sempre insidioso argentino Juan Monaco (n. 15 Atp).
Il quarto di finale contro Nicolas Kiefer, numero 4 Atp nel 2000, ebbe a lungo un copione quasi analogo a quello dei primi incontri. Il bolzanino, in forma smagliante, si involò sul 63 5-2, apparentemente pronto a staccare in scioltezza il biglietto per le semifinali. Qui, però, anziché assestare il pugno del knockout, si bloccò. Il tedesco, sostenuto a gran voce dal suo pubblico, risalì la china, infilò una serie di cinque giochi consecutivi e rinviò con autorità il verdetto al parziale decisivo. Si poteva supporre che Seppi crollasse definitivamente, che fosse ormai in balia dell’avversario. Tale sensazione fu rafforzata dall’andamento del terzo, in cui Kiefer, sull’onda dell’entusiasmo, si issò sul 5-3, dopo aver disposto già di una chance per salire 5-2 e servizio.
A un passo dal baratro, ecco riaffiorare l’orgoglio italico. No, Andreas proprio non voleva perderlo, quel match. Non certo in quella maniera, uscendo dal campo senza aver lottato fino all’ultimo quindici e dato fondo alle proprie energie. Fu così che, in un lampo, l’inerzia della sfida cambiò radicalmente. Kiefer, che si credeva ormai al sicuro, giunse inutilmente per quattro volte a due punti dal successo. Si innervosì per le tante occasioni mancate e diede più volte in plateali escandescenze. Esse, però, non gli servirono a evitare la fantastica rimonta di Seppi, che finì per imporsi dopo tre ore e tredici minuti di lotta con il punteggio di 63 57 75.
L’indomani, per la semi contro il numero uno del mondo Roger Federer, le energie dell’altoatesino erano logicamente in riserva. Il fuoriclasse di Basilea, campione uscente, prevalse con un rapido 63 61, approdando al match clou, nel quale fu poi sconfitto da Nadal, che in precedenza aveva avuto la meglio su Djokovic. A ogni modo, Seppi non sfigurò nemmeno contro Fed-Ex, strappando applausi convinti, quanto meno fino all’1-0 in suo favore nel secondo set.
Andreas fu il terzo giocatore italiano capace di spingersi tanto avanti in uno dei tornei denominati in principio “SuperNine” e in seguito “Master 1000” (categoria creata nel 1990). Prima di lui vi erano riusciti Andrea Gaudenzi a Monte-Carlo 1995 e Filippo Volandri a Roma 2007. A loro si è aggiunto due anni or sono Fabio Fognini, sempre nel Principato.
Ciò che rende unica l’impresa del bolzanino resta la compagnia decisamente qualificata con cui giunse il sabato sul centrale del Rothenbaum Tennis Center. Per qualche giorno Andreas si sedette al tavolo dei grandissimi e il suo nome figurò con pieno merito accanto a quelli di Federer, Nadal e Djokovic. Insomma, ancor prima dell’arrivo in pianta stabile di Andy Murray, un Fab Four a tutti gli effetti…
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