TENNIS – WIMBLEDON – Dall’inviata a Londra ROSSANA CAPOBIANCO – Novak Djokovic batte Kohlschreiber 64 64 64 e si lascia dietro la delusione per l’ennesimo Roland Garros sfumato in finale; sulla carta era una partita difficile vista anche la pausa e la non abitudine all’erba. Robo-Nole però la vince di forza e di esperienza.
Pressione: la parola chiave di questo mese per Novak Djokovic.
Quella avvertita al Roland Garros, quella sconfitta contro Nadal ai quarti, quella subita quanto i colpi di cannone di Wawrinka in finale, quella finale che oggi tutti si aspettavano apparisse come un brutto fantasma nella sua mente.
Quella che inevitabilmente c’è quando tu, da campione uscente, devi aprire il programma del primo giorno dei Championships. Giornata di sole, giornata calda e affollata a Wimbledon: si aspettano temperature record, mai viste prima in Gran Bretagna e per questo da loro temute.
Una volta che il match inizia, Nole invece non ha alcuna paura: sa di avere di fronte un avversario pericoloso; sa di essere al suo primo match sull’erba quest’anno ma tutto ciò non lo scuote minimamente. E’ Robo-Nole e questa sua identità sparisce di rado, in occasioni che poi nessuno degli appassionati riesce veramente a spiegarsi.
Kohlschreiber gioca bene, tira forte e preciso e nonostante qualche problema di appoggio di Djokovic che mal si coordina all’inizio su questa superficie – anche se il campo, complice il caldo, sembra essere piuttosto lento, con un rimbalzo amico per chi vuole scambiare da fondo. I punti importanti però li fa solo Djokovic che man mano che il match va avanti, si rilassa, si abitua a stare basso sulla palla, prende le contromisure ai colpi di un avversario comunque poco convinto di sé e quest’anno, sulla sua superficie preferita, poco fortunato nei sorteggi.
La pressione forse arriverà, i fantasmi di quel traguardo non ancora raggiunto sì.Djokovic però è il numero uno e campione uscente. Questo, Robo-Nole non se lo dimentica mai.
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