TENNIS – di Federico Parodi
Tra poco più di 24 ore scatta l’Australian Open, primo Major dell’anno. Se la lotta al titolo vedrà i soliti nomi tra i protagonisti, molti occhi sono puntati sugli astri nascenti della racchetta, che a Melbourne sono a caccia di punti e spazio mediatico. Ma chi sarà il miglior giovane del torneo?
In campo maschile il nuovo anno è iniziato col botto: Nadal e Djokovic sconfitti a Doha, due sorprese che hanno destabilizzato l’ambiente. A stupire sono più i nomi dei vincitori rispetto a quelli, ben più illustri, degli sconfitti: Michael Berrer, classe 1980, e Ivo Karlovic, 35 primavere sul groppone trascorse perlopiù a dispensare ace per i campi del World Tour. E le giovani promesse dove sono?
Le giovani promesse beh…giocare hanno giocato: Brisbane, Chennai, Sidney, Auckland ne hanno accolto talento, speranze, voglia di sfondare. Il problema è che sono arrivante tante, troppe sconfitte. Alla vigilia del primo Slam del 2015 i giovani non sembrano dunque fiammeggianti come qualche mese fa e chissà che Melbourne non possa dar loro una svegliata, riportandoli alla realtà del sacrificio quotidiano dopo le vacanze e i botti (quelli veri) di capodanno.
L’osservato numero uno è ovviamente Nick Kyrgios, 19enne stella locale. L’anno scorso aveva usufruito di una wild card, buttando alle ortiche un vantaggio di due set al secondo turno con Benoit Paire. Wimbledon l’ha consacrato come campione del futuro, ma da allora ha un po’ deluso. Dopo la sconfitta di Auckland con Janowicz si era sparsa la voce di una sua presunta assenza dallo slam di casa, notizia poi smentita. Pro: la Rod Laver Arena è il teatro giusto per ridestare il suo sfrontato protagonismo e caricarlo di motivazioni. Contro: la pressione del torneo di casa potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang. Primo turno con Delbonis, poi Karlovic, lo specialista delle rimonte Robredo ed eventualmente Federer: un percorso abbastanza tortuoso.
Il “gemello” Kokkinakis è un altro dei più attesi a Melbourne Park. Thanasi è stato battezzato da un certo Rafa Nadal nella scorsa edizione. A Brisbane ha convinto contro Benneteau, prima di spegnersi dopo un set nel derby con Tomic. Il sorteggio è stato particolarmente severo, consegnandogli un primo turno complicato con Gulbis (ma con il lettone non si sa mai). È andata meglio a Tomic, che farà il suo esordio nel torneo con Tobias Kamke. “Bernardo” non ha entusiasmato, né a Brisbane né a Sidney settimana scorsa, ma, con l’attenzione mediatica spostata sul nuovo beniamino Kyrgios, chissà che a fari spenti non possa essere proprio lui il canguro meglio piazzato. Le speranze di casa finiscono tutte qui o quasi, perché Luke Saville continua a stentare tra i grandi dopo una brillante carriera juniores e, qualora vincesse il primo match, avrebbe Nadal pronto ad attenderlo.
In rampa di lancio c’è Dominic Thiem, che nel 2014, proprio a Melbourne, vinceva il suo primo match in un torneo del Grande Slam. Si è costruito nel frattempo una buona classifica (è numero 37) e a Flushing Meadows ha fatto buone cose (ottavi di finale). Ma il suo inizio d’anno, forse a causa del recente cambio di racchetta, non ha convinto del tutto. Altalenanti anche le recenti prestazioni del suo coetaneo Jiri Vesely, capace di perdere a Chennai con Haider-Mauer e poi di vincere il suo primo torneo Atp ad Auckland questa settimana (6-3 6-2 in finale a Mannarino dopo aver eliminato tra gli altri Ernests Gulbis e Kevin Anderson). Se Thiem supera lo spigoloso Bautista Agut potrebbe incrociare in ottavi – Isner permettendo – Nole Djokovic. Il ceco, invece, se la vedrà con Viktor Troicki, al ritorno nel main draw di uno slam dopo la squalifica e anche lui reduce dal successo di Sidney: se batte il serbo, in quello che si prospetta come uno dei primi turni più interessanti, al terzo potrebbe esserci il derby con Tomas Berdych.
Un pelino dietro, ma con altrettanta voglia di stupire, Borna Coric. Il croato, classe ’96, è stato stoppato da Wawrinka al secondo turno di Chennai, mentre ad Auckland ha perso all’esordio con Pablo Carreno Busta. Ha i mezzi per sfondare, anche se la vittoria di ottobre ai danni di Nadal sul tappeto di Basilea l’ha forse caricato di aspettative premature. Il ragazzo si farà, ma i primi esperimenti di tennis 3 su 5 – è solo al secondo slam della carriera – e l’esordio proibitivo con Jeremy Chardy non invitano a scommettere su di lui.
Con i giovani è quasi impossibile fare previsioni. Sono infinite le variabili che influenzano i percorsi della new generation, nel tennis come in qualsiasi altro sport. C’è chi si perde per strada, chi mantiene solo in parte le aspettative di inizio carriera e chi è un fuoriclasse annunciato e, alfine, lo diventa. Se il tennis maschile, dopo il duopolio Federer-Nadal e il quadrumvirato completato da Djokovic e Murray, si sta aprendo verso scenari imprevedibili, ai giovani si può chiedere di provare almeno a cogliere l’attimo, di inserirsi laddove una testa di serie fallisce. Il futuro è per loro, il presente si chiama Australian Open. Good luck guys!
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