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US Open: Shuai Peng, la ribelle che ha cambiato il tennis in Cina

TENNIS – US OPEN – DI DIEGO BARBIANI – Il torneo da favola di Shuai Peng non s’interrompe. Dopo aver superato Radwanska, Vinci e Safarova, ha annientato 62 61 Belinda Bencic, raggiungendo la prima semfinale in carriera. La cinese deve ancora concedere più di 4 game a set.

Al termine di una partita che tale non si è rivelata, Shuai Peng ha ottenuto la sua prima semifinale agli US Open battendo Belinda Bencic con il punteggio inappellabile di 62 61. L’elvetica ha pagato a caro prezzo la tensione per il suo primo quarto di finale Slam. Non è mai riuscita ad esprimersi come voleva, a giocare i suoi colpi piatti ed a mettere in campo la sua grinta, ma alla Peng vanno riconosciuti tutti i meriti di aver disputato un’ottima prova e di aver portato nuovamente una rappresentate cinese in semifinale a New York anche in assenza della vera punta di diamante, Na Li, costretta ai box da inizio agosto per un problema al ginocchio che persiste da marzo.

Grande gioia per la ventottenne di Xiangtan, cittadina situata a nord-est di Tianjin, che aveva vissuto sempre oscurata dal talento e dalla crescita imponente di Na Li ma che a febbraio è riuscita a diventare la prima giocatrice cinese (maschi compresi) n.1 al mondo in una classifica tennistica, il doppio. In quella specialità, accompagnata da Hsu Wei Hsieh, si è tolta tantissime soddisfazioni, come vincere Wimbledon e il Roland Garros di quest’anno. In singolare non è mai riuscita a sollevare un titolo del circuito maggiore salvo il Wta da 125 mila dollari di Nanchang, una categoria intermedia tra i “veri” tornei Wta e quelli organizzati dalla Itf.

A ventotto anni Peng ha trovato le due settimane più incredibili della carriera e si sta godendo un’ondata di fama e visibilità che forse mai immaginava. In Cina la sua corsa sta appassionando milioni e milioni di persone, basta fare un salto su Twitter per osservare quanti stanno scrivendo messaggi di tifo alla loro connazionale. Un nuovo sassolino nella scarpa che si sta togliendo contro la federazione cinese, che ha rallentato moltissimo la sua crescita e quella di Na Li.

L’episodio ha origini ormai dieci anni fa. In Cina la federazione è molto rigida verso i propri giocatori: ne paga le spese ma in cambio chiede il 65% dei guadagni dei montepremi e quasi il totale degli introiti provenienti dalle sponsorizzazioni. Shuai Peng fu notata nel 2002 dal manager della IMG John Cappo, che cercava una campionessa cinese per espandere il mercato della sua società. Cappo aveva già in mente quali fossero i problemi della sua prediletta e dopo essersi impegnato a fondo ottenne un accordo con la CTA (la Federazione Cinese) che permise a Peng di allenarsi in Florida. Lontana dai veti e dalle ristrettezze del suo paese, il suo talento cominciò ad emergere fino ad arrivare al n.37 del mondo. Nel suo paese però la Federazione insisteva per far valere i suoi diritti e cominciò un lungo braccio di ferro con la giocatrice.

Peng è stata la prima a ribellarsi contro questo sistema ed in breve tempo Na Li si unì a lei. Il loro problema era che dietro a tutto ciò c’erano forti interessi politici del partito comunista che, tramite i media di tutta la nazione, marchiò Shuai e Na come “antipatriottiche”, minacciandole di non farle scendere in campo per le Olimpiadi di Pechino. Il buon senso prevalse e la loro battaglia portò alla nascita della “Danfei” (che in cinese significa “volare da soli”): le due giocatrici hanno ottenuto il diritto ad intascare il 90% dei loro guadagni e di poter programmare in tutta tranquillità la loro vita da professionista senza interferenze, ma dovevno comunque pagare di tasca propria l’allenatore e le spese di viaggio.

Grazie a Shuai Peng, prima ancora di Na Li, la Cina tennistica ha spiccato il volo verso nuovi orizzonti ad oggi più luminosi che mai. A sei anni dalla fondazione della Danfei, la Cina tennistica continua a progredire. Il paese è uno dei posti più all’avanguardia a livello mondiale per strutture tennistiche e tutto questo lo si deve soprattutto a loro, ribellatesi contro la loro stessa nazione.

Oggi la prima di queste donne coraggiose è lì sull’Artur Ashe, a godersi ogni piccolo istante del suo personale capolavoro: 62 61 ad una giocatrice come Belinda Bencic, che nel giro di qualche anno potrebbe diventare una delle protagoniste principali di questi eventi. Il presente però è tutto di questa coraggiosa giocatrice, tanto gentile ed educata, che anni fa ha avuto un coraggio enorme ed ora finalmente sta raccogliendo le soddisfazioni più belle. 

Diego Barbiani

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