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L'Atlante degli italiani / L'Italia femminile alla ricerca del ricambio generazionale

TENNIS – Di Gianluca Atlante

Viva le donne, viva le belle donne. Perché da sempre, come recita un motivetto anni ’70, rappresentano le colonne della nostra vita e, nel caso specifico, del nostro tennis. L’analisi settimanale però non può e non deve trovare terreno fertile solo ed esclusivamente all’interno dell’umido Slam “Stelle e Strscie”, che di fatto ci ha restituito una parvenza di tennis in “gonnella” nostrano.

Sarebbe riduttivo e non consono a quello che è un discorso, invece legato ai numeri (qualcuno più bravo di noi ci ha sempre detto, giustamente, che le statistiche servono a chi sa interpretarle altrimenti i numeri è meglio giocarseli al lotto). Detto questo è logico ed opportuno aggrapparci alla voglia di stupire, sempre e comunque, di Flavia Pennetta, che il prossimo 15 febbraio compirà 33 anni, alla quale ovviamente auguriamo lunga vita tennistica ma sulla quale, ahinoi, non si potrà contare ancora a lungo. La bella Flavia al momento è quella che ha più continuità tra le nostre giocatrici, alle quali c’eravamo sinceramente anche abituati.

Per carità, l’Open degli Stati Uniti ci ha restituito una Sara Errani competitiva ma in cuor nostro crediamo che sia lei che la stessa Roberta Vinci abbiano già dato a grandissimi livelli: che abbiano toccato l’apice o, se volete, il cielo con un dito, e che sarà molto difficile ripetersi. Il quadro, dunque, è tutt’altro che roseo. Certo, Pennetta ed Errani hanno fatto quarti di finale agli Us Open ed il doppio delle “Cichi” ha vinto tutto ciò che c’era da vincere, coronando con Wimbledon il sogno del Career Slam, ma quel ricambio generazionale al momento legato alla volubilità tennistica di Camila Giorgi sembra un sogno.

Non ce ne vogliano l’encomiabile Karin Knapp e la “leonessa” Francesca Schiavone alla quale diremo sempre grazie per le emozioni che ci ha fatto vivere, ma il resto è davvero noia, mortale oseremo dire. Camila, al momento, è l’unica ancora di salvezza. La Barbieri, 180 del mondo, è un fiore che trova difficoltà a sbocciare. E siccome ha già 21 anni, forse sarebbe giusto ed opportuno cominciare a porsi degli interrogativi e trovare agli stessi immediata risposta. Anche a causa dell’intervento al gomito la Burnett sembra essersi persa per strada, mentre Gaia Sanesi e Alice Matteucci, il nuovo che dovrebbe avanzare a passo spedito, fa fatica a farsi largo nei Futures. Poi qualcuno dirà: ma sono classe ’92 e ’95. Ecco, appunto. Forse un tantino in ritardo con la tabella di marcia, nonostante qui da noi, la maturazione sportiva, segua un altro tipo di calendario.

Resta il fatto che i prossimi trentadue anni di Flavia Pennetta e Roberta Vinci e i ventisette di Sara Errani, sono un qualcosa da tenere in seria considerazione. Per non ritrovarci un giorno a guardare al nostro tennis rosa con un’altra ottica.

 

Gianluca Atlante

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