TENNIS – Di Diego Barbiani
MONTREAL. Capitano giornate storte in cui anche se giocasse per oltre dieci ore probabilmente non riuscirebbe a vincere un set. Flavia Pennetta ha vissuto così il suo match contro Julia Putintseva, giovanissima kazaka classe 1995 che è riuscita nell’impresa di eliminare la dodicesima testa di serie con il punteggio di 7-6(5) 6-3 e di approdare, da qualificata, al secondo turno dove attende la vincente della sfida tra Anastasia Pavlyuchenkova e Venus Williams.
Diciamolo subito: non è stata una bella partita. Flavia, la Flavia che ha fatto sognare nei primi mesi dell’anno oggi sembrava distante anni luce. Lei per prima ne era consapevole mentre girava per il campo confusa, nervosa, incazzata con sé stessa come forse mai prima d’ora. C’era bisogno di un altro genere di prestazione per inaugurare una fase delicata della stagione, quella che la porterà a difendere la semifinale ottenuta lo scorso anno allo US Open.
Oggi all’azzurra non ha funzionato nulla. Eppure cercava dentro di sé la rabbia per darsi una scossa, gesticolava sempre più animatamente, si faceva cenno di non mollare e provare a risalire. Pure la sua avversaria, per quanto un po’ più centrata, non stava facendo una prestazione eccezionale. Teneva un po’ più la palla in campo, magari con qualche traiettoria alta, però i suoi colpi non sempre sembravano seguiti da una tattica. In più ha ancora problemi a spingere la seconda. Spesso è un colpo magari lavorato, ma poco potente su cui Pennetta poteva fare molto di più. Ma non era proprio giornata per lei.
La ex n.1 del mondo junior ha mostrato ancora qualche limite evidente a livello di costruzione del punto che ancora le hanno impedito di progredire in classifica, sprofondando anzi fuori dalle prime 200 del mondo. Dalla sua però ha dimostrato di avere una grinta fuori dal comune. In campo sembra una trottola impazzita, poi spesso al termine di un punto conquistato urla in tre-quattro lingue diverse. Era facile udire «DA! COME ON! ALLEZ! DAVAI!» dopo un punto portato a casa e sul set point, aiutata anche da una deviazione influente del nastro, ha esultato come una scalmanata prima di guardare Pennetta ed alzare la mano come a chiedere scusa. Questi ultimi atteggiamenti, negli ultimi anni, l’hanno fatta conoscere alle sue colleghe e non sembra aver ricavato troppa simpatia.
Il primo set è da subito costellato di errori. Entrambe perdevano turni di battuta a ripetizione. Nei primi otto giochi solo la kazaka era riuscita, avanti 3-2, a tenere la battuta. E’ stata sul 5-2 con due break di vantaggio, ha rischiato di perdere il set. Sul 6-5 Pennetta, la brindisina è salita 0-40 prima di sprecare uno dopo l’altro tutti i tre set point. La sfilza di punti consecutivi per Putintseva si è interrotta solo sul 4-0 al tie-break. Flavia ha recuperato fino al 5-5 ma sul più bello è nuovamente crollata.
Il secondo parziale è stato deciso invece da un solo break, quello del quarto game complici i soliti numerosi errori dell’azzurra. Sul 4-1 ha trovato un vincente di rovescio ed ha lasciato partire un urlo che a confronto quelli della sua avversaria erano delle frasi sussurrate, ma non è bastato. Anzi, sono gravi i tre errori consecutivi che nel game successivo dal 15-30 hanno dato respiro all’avversaria. Sul 5-3 Putintseva, infine, Flavia ha mancato l’unica palla break avuta nel parziale ed al primo match point è arrivato, beffardo, l’ace che ha sancito la fine della partita e la sua prematura sconfitta.
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