TENNIS – CINCINNATI. Al termine di una lotta estenuante Ana Ivanovic supera in tre set Maria Sharapova e raggiunge Serena Williams in finale al torneo Wta di Cincinnati. 62 57 75 il punteggio in favore della serba, che si è ritrovata avanti 62 40 prima di dilapidare il vantaggio, annullare due match point e spuntarla al termine di 2 ore e 46 minuti di battaglia.
(9) A. Ivanovic b. (5) M. Sharapova 62 57 75
C’è tutta l’essenza della contorta psiche di Ana Ivanovic in questa vittoria contro Maria Sharapova. Sofferenza, nervi, tensione, esultanze isteriche e persino un apparente mancamento ad inizio terzo set (con tanto di medico in campo che le prova la pressione): episodio preso polemicamente dalla Sharapova, che dopo aver visto l’avversaria riprendere come nulla fosse, ed essersi vista recuperare il break per la seconda volta, si è battuta la racchetta sul braccio e dal suo labiale si sono lette limpide le parole “check her blood pressure”.
Un match che comunque si sarebbe potuto chiudere un’ora e mezza prima e con un doppio 62 in favore della Ivanovic. Ma se così fosse stato, quella in campo non sarebbe stata la serba. Già, perché a lei piacciono i drammi, i match facili non le si addicono. Così abbiamo il solito copione.
Ana domina per un set e mezzo (stile finale di Stoccarda) contro una Sharapova fallosa, in balia dei colpi avversari, e va avanti 62 40 e servizio. Non le riesce però – come sempre – di uccidere il match, e permette alla siberiana di rientrare in partita. Maria recupera uno dei due break grazie anche ad una chiamata favorevole (su palla break il colpo sulla riga della Ivanovic, che sarebbe stato punto, viene chiamato erroneamente out e si rigioca il 15: Masha andrà a segno) e qui comincia un’altra partita.
La serba diventa nervosa, frettolosa e sbaglia tanto. I suoi turni di battuta diventano un’agonia: la prima l’abbandona, i vincenti non arrivano più ma piovono gli errori. Alla Sharapova è sufficiente resistere per qualche scambio in più ed attendere l’errore avversario, che puntuale arriva, per compiere una rapida rimonta e portare a casa il set per 7-5.
Il parziale decisivo è una lotta punto a punto, break su break: è sempre la Sharapova ad andare in vantaggio, senza però mai riuscire a concretizzarlo. Nemmeno sul 5-4, quando serve per il match e si vede annullare due match point dalla Ivanovic, che con le unghie riesce poi ad agguantare per l’ennesima volta l’avversaria, tenere la battuta e salire 6-5. Tutto lascia pensare ad un tie-break, ma la Sharapova, abbandonata dal servizio, regala, e la serba chiude al secondo match point. Quanta sofferenza per portare a casa un match praticamente già vinto con un’ora e mezza di ritardo. Ma se così non fosse, non sarebbe Ana Ivanovic.
Per la serba è la quinta finale dell’anno tre vinte e una persa) e la quarta sfida in stagione contro Serena Williams (2-1 per la numero 1, tutti i match finiti al terzo).
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