TENNIS – Di Lorenza Paolucci
Alla vigilia degli Us Open Serena Williams e Roger Federer ritornano alla ribalta con la vittoria a Cincinnati. Entrambi hanno avuto una stagione a correnti alterne, le loro storie pero’ sono tanto diverse quanto è simile il loro essere fuoriclasse senza tempo.
Che Serena Williams sia la più forte di tutte è una verità inconfutabile, quasi di un dogma di fede, e la più cosciente di questo è proprio Serenona stessa. Il gap tecnico e fisico che la divide dalle avversarie è incolmabile e ciò che in questi anni ci ha salvato dal monopolio Williams è stata la mancanza di voglia dell’indiscussa numero uno del mondo a dedicarsi in modo ortodosso agli allenamenti, distratta spesso da passioni extratennistiche.
La stagione in corso per Serena è stata piuttosto deludente: un paio di Premier 5 vinti e nessuno Slam in bacheca, addirittura nemmeno una finale, lei che è sempre stata considerata come la più accreditata a portare a casa il Grande Slam. A Wimbledon la si è vista addirittura lasciare il campo in lacrime durante il match di doppio accanto alla sorella Venus e subito sono partite illazioni, gettando l’ombra di segreti più o meno dolci nascosti dalla statunitense, i cui problemi fisici sono da sempre avvolti in fitti aloni di mistero. La tourneè americana però sembra averla rigenerata: a Montreal è stata fermata solo dalla sorella maggiore ed a Cincinnati ha trionfato per la prima volta in carriera, non sfoggiando il suo miglior tennis ma apparendo a sprazzi come la schiacciasassi di sempre.
Ha dichiarato di non aspettarsi una vittoria a New York ma è impossibile non vederla favorita e pensarla a secco di Slam a stagione conclusa. Se vorrà vincere non ce ne sarà per nessuna ma per farlo dovrà difenderesi dall’assolto delle giovani leve: Halep, Bouchard, Muguruza che la 32enne Serena continua comunque a guardare dall’alto in basso.
Diversa è invece la storia di Roger Federer che dalla sua metà tennistica è diverso in tutto e per tutto. Lo svizzero nella sua carriera i rivali li ha dovuti domare e sconfiggere, a loro si è dovuto inchinare, tutto nella consapevolezza a volte esaltante, a volte frustante di essere il più forte. Il gap tra Federer e gli avversari c’è nella tecnica, nel tocco e nella leggiadra, non certo nel fisico: Roger appare come un pittore dallo stile delicato in un palcoscenico di artisti che predilige colori forti e violenti. Il peso dell’anagrafe, a differenza della Williams, Federer lo sente eccome, per non parlare poi del fatto che i suoi avversari sono tra i tennisti più forti di sempre. La scorsa stagione i risultati deludenti lo avevano fatto dubitare della sua longevità, nella pausa invernale ha lavorato, riflettuto, si è rimesso in gioco ed i risultati sono arrivati. La finale di Wimbledon ceduta a Djokovic dopo cinque set lottatissimi, dimostrano che anche contro i più giovani top players può giocarsela ancora sulla lunga distanza. La vittoria di Cincinnati lo proietta come favorito numero uno a New York, soprattutto perchè il suo rivale più temibile, Rafa Nadal, non ci sarà.
Gli Us open sono per tradizione lo Slam con meno sorprese, che possa essere palcoscenico di rivalsa per Roger e Serena?
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