TENNIS – WIMBLEDON – DAL NOSTRO INVIATO A LONDRA GIANLUCA ATLANTE – Fabio Fognini è stato eliminato dal torneo di Wimbledon. Il ligure cede 6-4 4-6 2-6 6-2 6-1 a un Kevin Anderson negli ultimi due set intrattabile al servizio. Dopo aver avuto due palle break a inizio quarto, l’azzurro ha subito un passivo di 9 giochi consecutivi.
Le speranze di trovare, un anno dopo Seppi e aspettando domani Bolelli, un italiano negli ottavi di finale di Wimbledon, si sono spente al terzo gioco del quarto set. Campo 17, match Fognini-Kevin Anderson. L’azzurro è avanti due set ad uno ed ha, sul servizio del sudafricano, due importantissime palle break. Il “bombardamento” del buon Kevin, però, di lì a poco, fa il resto. Poi, come spesso è accaduto nella sua storia tennistica in giro per il mondo, Fognini finisce per metterci del suo, molto del suo, trovando modo e tempo per cancellare quanto di buono fatto sino a quel maledettissimo terzo gioco del quarto set. Perchè dal 2-1 per Anderson nel quarto set, il parziale, oseremo dire imbarazzante, parla di dieci games a due. Poco, pochissimo, per chi dopo il terzo set vinto per 6/2, aveva dato impressione, cosa peraltro paventata anche nei primi due parziali, di poter addomesticare il sudafricano e la sua esplosiva combinazione, servizio-diritto.
L’azzurro, invece, ha pensato bene, tanto per cambiare, di implorare contro tutto e tutti. Di guardare, (ma quella è stata la più simpatica di battuta e magari, oseremo dire, fossero tutte così) ai centimetri di differenza e a quello che sarebbe stato il match, magari, a parti invertite. Dimenticando, sempre il nostro giocatore, che l’essere andato avanti due set ad un uno, poteva e doveva significare qualcosa. Anderson, di contro, ha preso e ringraziato. Dimenticando di colpo i due stop forzati per farsi massaggiare la schiena. In altre sedi, sotto la doccia, ci sarebbe andato prima, ma Wimbledon è Wimbledon e tante volte, spesso e volentieri, andrebbe ricordato al nostro Fognini, che non può mollare tutto quando la partita, il passaggio agli ottavi di finale nello Slam più prestigioso, sono ancora a portata di mano. Oggi Fognini lo ha fatto. Sul 2-1 nel quarto set, ma in vantaggio due set ad uno, è andato anzitempo negli spogliatoi, urlando ai quattro venti… “ma cosa ci sto a fare qui”. Ecco, appunto…
LE DICHIARAZIONI DI FOGNINI
Una sconfitta, a detta sua, che si può digerire. Un’occasione, a detta nostra, che poteva essere sfruttata sino in fondo: sarà. Fabio Fognini si presenta in sala stampa, fiero di quello che ha fatto in questo Wimbledon, riconoscendo a malincuore, ai cronisti dell’oltre Manica, la rigidità dei regolamenti. Nel vestire bianco e nel non infangare il buon nome dell’erba, ma urlando ai quattro venti il fatto di essersela giocata contro Kevin Anderson. “Il sesto gioco del quarto set – ha spiegato Fognini – mi ha un po’ tagliato le gambe (chiaro il riferimento al rovescio lungolinea del sudafricano corretto dal nastro). Ho subito il break, ma soprattutto sono cominciate a scricchiolare alcune certezze che, sino a quel momento, mi avevano portato a giocare un ottimo match. Al di là di questo, però, e della sconfitta, sono contento di come ho giocato e, soprattutto, di quello che, rispetto ai due match precedenti, è stato il mio approccio all’incontro. Forse avrei dovuto sfruttare di più alcune occasioni, ma in quei frangenti lui ha fatto la differenza con il servizio che, su questi campi, è davvero micidiale”. Ora il doppio e, poi, si tornerà sulla terra battuta, con cambiali pesantissime da scontare: Stoccarda, Amburgo e Umago: due vittorie ed una finale, soltanto dodici mesi fa. “Lo so da me che sarà durissima ripetersi, ma al tempo stesso proverò a ripetermi. Non sarà facile, ma la convinzione di poter far bene, anche e soprattutto dopo questo Wimbledon, c’è davvero tutta”. Resta il rammarico, però, di una partita che, diciamolo francamente, si poteva vincere. Perchè, e lo abbiamo fatto notare anche a lui, sul 2-1 nel quarto set e, successivamente, sul 4-2, il match è ancora tutto da giocare. E, lui, il nostro Fabio Fognini, non l’ha più fatto: “Ripeto, quel sesto gioco mi ha tagliato le gambe”. Sarà…
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