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Roland Garros. Volandri, ennesima uscita al primo turno: «ma la voglia c'è sempre»

Dal nostro inviato a Parigi

Gianluca Atlante

Parigi. Un altro primo turno. Un’altra sconfitta all’esordio. Da Potito Starace a Filippo Volandri, il passo è breve. Ma deciso, oseremo dire, visto il viale da percorrere per andare, nel catino del Bois de Boulogne, dal campo numero 7 a quello numero 2.

Dal 2007 ad oggi, soltanto primi turni per il livornese, che oggi si è arreso allo statunitense Sam Querrey non dando, sinceramente, mai l’impressione di poter provare a fare partita pari. Forse nel primo set, perso al tie break. Poi il giocatore “stelle e strisce” ha gestito il match a suo piacimento, aiutato anche dai tanti, troppi errori, del tennista azzurro, mai in grado di poter rivoltare un match che, dopo il tie break iniziale, è sembrato già segnato. Per Volandri, vale il discorso fatto per Starace. I ricordi sembrano ormai sbiaditi e quello che è stato, sembra non tornare più. Gli ottavi del 2007, proprio qui al Roland Garros, a spese di Capdeville, Vassallo Arguello e Ivan Ljubicic, sono un qualcosa che fa parte dei libri di storia. Sin troppo impolverati o, se volete, sbiaditi. Il Volandri di oggi, che ha provato a lottare, è sembrato, pronti via, destinato prima del tempo alla sconfitta. Quella che da molti anni, sembra accompagnarlo qui al Roland Garros.

 

Le dichiarazioni post-match di Volandri

Il linguaggio è lo stesso. Come se nulla fosse accaduto, come se le sconfitte non pesassero più di tanto. «Cosa volete che vi dica – ha esordito Volandri – oggi penso di aver giocato un buon match ma, ogni volta che ho avuto l’occasione per andare avanti, lui ha fatto leva sul servizio. Non ricordo nemmeno quanti ace ha fatto. Sì, lo so, è dal 2007 che non vinco una partita da queste parti, ma la voglia di restare in campo, di lottare, è ancora quella di prima e fino a quando sarà così, allontanerò dalla mia testa, l’idea di smettere. Per carità – ha spiegato poi Volandri – i conti bisogna farli con la classifica. Vorrà dire, come ho già fatto, che proverò a ritrovare continuità nei risultati, giocando i challenger. Ora che la classifica non mi permette più di entrare in nessun torneo, è giusto che sia così. E, ripeto, la voglia di rimboccarmi le maniche, non mi manca affatto».

 

Gianluca Atlante

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