TENNIS – ROLAND GARROS – DAL NOSTRO INVIATO A PARIGI GIANLUCA ATLANTE – Parigi. I ricordi e le persone, raccontano in tandem Cammariere e Kunstler, fanno parte di noi. Ma, dieci anni dopo, è tutto diverso. Il campo, l’atmosfera, l’avversario. Il quadro e la cornice, insomma. E allora ti accorgi che, nonostante lo scherzo del destino e delle palline estratte da Rafa, il tempo è passato. Si è fatto tiranno.
Nei tuoi confronti, che lotti come e più del primo giorno, come e più di quel pomeriggio di dieci anni fa. Dove, ricordiamo vagamente, sul campo opposto, il 7 per l’occasione, l’esordio nel main draw dello Slam francese, fu diverso, molto diverso. E così, l’ufficio delle cose perdute, quello che Paoli, con la sua arte povera, ci ha raccontato attraverso le note di una splendida canzone, diventa di strettissima attualità . Vorresti barattarlo il passato con il presente, ma non si può. E no che non si può, Potito Starace. Allora vincesti in tre set, maggio 2004 ricordiamo: 6/2 6/3 6/4. Venivi dalle “quali” anche allora. Ma fu diverso. Non come oggi, dove sul 5/4 nel secondo set e 0-30 servizio Tursunov, la partita sarebbe potuta cambiare. Non è cambiata, però. Non è cambiata affatto. Ed il 6/1 7/5 6/2 ha cancellato, di colpo, i ricordi di dieci anni prima. Di quel Roland Garros che, di fatto, avrebbe lanciato in orbita il giovanotto di Cervinara. Oggi, sul campo numero 7, Potito ha avuto un piccolo sussulto nel secondo set. Arrivando a due punti dal portarlo a casa. Poi, il resto, lo ha fatto il russo. Trovando modo e tempo di appoggiarsi a meraviglia sulle palle poco “sporche” del nostro giocatore. Trovando modo e tempo di comandare il gioco e di, proprio nel momento, per lui, più critico, di rovesciare il risultato a suon di pallate. E dire che nei primi tre precedenti confronti, il russo aveva rimediato altrettante sconfitte. Ma, come spesso accade, nella vita c’è sempre una volta. Ed è arrivata. Sul campo numero 7 del Roland Garros, in una domenica pomeriggio un tantino umida. Le ha provate tutte, soprattutto nel secondo set, ma… “oggi le condizioni di gioco erano diverse rispetto agli altri giorni, sicuramente più veloci e lui, in alcuni frangenti, è stato ingiocabile. Come quando, sul 5-4 0-30 nel secondo set, ha messo insieme una serie incredibile di punti, che gli hanno permesso di restare a galla. Peccato, perché la partita, a quel punto, sarebbe potuta girare”. Potito Starace non drammatizza più di tanto. Per carità, la sconfitta con Tursunov, non fa piacere, ma è giusto ed opportuno guardare avanti. Anche perché… “mi diverto ancora molto a giocare e sino a quando sarà così, mi vedrete in giro a fare tornei. Ora tornerò in Italia e giocherò due Challenger: Mestre e Caltanisetta. L’idea è quella di tornare tra i primi cento. Credo di potercela fare, gli stimoli per riuscirci ci sono tutti. Peccato per oggi, ma è giusto ed opportuno guardare avanti”.
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