Dal nostro inviato a Parigi
Gianluca Atlante
Parigi – Ricordi sbiaditi di un tempo che fu. Nemmeno così lontani, se poi, aiutati dai numeri, ci accorgiamo che il 2010, non è una data, poi, così remota. Ricordi di quel Roland Garros che, senza allontanarci troppo, lo scorso anno le regalò gli ottavi di finale e la sconfitta, peraltro netta (6/3 6/0) come quella odierna, contro Victoria Azarenka.
Diciamo, anche, che c’eravamo illusi al Foro Italico, vedendola giocare, nei primi due turni, come ai vecchi tempi. Oggi, il presente del campo numero 3 del Roland Garros, ci ha di colpo riconsegnato una Francesca Schiavone sbiadita. Incapace di imporre quella personalità e quel gioco aggressivo, fatto di variazioni vincenti, che le riconosciamo da sempre e che ha segnato, in positivo, la sua carriera. Oggi, contro la croata Tomljanovic, Francesca ha rimediato un doppio 6/3, senza mai dare l’impressione, come più volte ha fatto da queste parti, di poter rivoltare il match. Di mischiare, insomma, le carte alla sua avversaria. Di portarla a soffrire quel tanto che basta per indirizzare la partita, quantomeno, su binari paralleli. Francesca Schiavone non è stata, insomma, quella del Foro Italico. Tantomeno quella degli anni passati qui al Roland Garros: vittoria nel 2010, finale nel 2011, terzo turno nel 2012 e ottavi, come detto, lo scorso anno. Oggi, quella che è stata e resterà per sempre la sua terra, la sua amata terra, ha finito per tradirla. Alla sua 15esima partecipazione. Sconfitta al primo turno come era successo nel 2009, quando quella Stosur che, l’anno dopo, avrebbe sconfitto in finale, le rifilò un perentorio 6/4 6/2. Peggio ancora, restando incollati ai numeri, aveva fatto al suo esordio da queste parti, quando nel 2000, perse all’ultimo turno di qualificazione dalla polacca Grzybowska. Gli anni passano, tutto passa, ma dopo gli Internazionali Bnl d’Italia, c’eravamo illusi, lo ripetiamo, che la milanese, sotto la cura Golarsa, potesse tornare a ruggire come ai vecchi tempi. Così, purtroppo, non è stato. Chiudendo, nella maniera peggiore, la domenica bestiale del tennis azzurro. Tre match, altrettante sconfitte.
Le dichiarazioni della Schiavone
Alle otto di sera, dopo aver perso al primo turno nel torneo che ha segnato, in positivo, la tua vita, la voglia di parlare è poca. Francesca Schiavone, però, prova a dare una spiegazione alla sua sconfitta. «Erano due-tre giorni che non riuscivo a fare quello che mi ero prefissa ed oggi, purtroppo, in partita si è visto. Mi è mancata la giusta esplosività nei colpi e, soprattutto, la voglia di provare a ribaltare il match, a trovare valide alternative, a cercare insomma di provare a crearle dei problemi. E dire che ero partita bene, poi però la mia percentuale di prime palle, si è abbassata e con essa anche la forza di prendere in mano il match, di comandarlo. Lei, di contro, è salita molto». Una giornata no? «Assolutamente, non credo a queste cose», ha proseguito la Schiavone. «Le partite le giochi, provi a fare quello che sai fare, a volte riesce, altre no. Oggi, però, non ho trovato dentro di me la forza di reagire a questo stato di cose e mi è dispiaciuto molto. Non sono, insomma, riuscita ad entrare in lotta, a fare il mio gioco, a giocare come avevo fatto negli ultimi tempi».
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