TENNIS – Di Federico Parodi
La stagione di Rafael Nadal, normale o se vogliamo umana se messa a confronto con quella straordinaria del 2013, rimette in discussione prima del previsto la leadership mondiale.
Novak Djokovic, nonostante la sconfitta prematura all’Australian Open, si avvicina settimana dopo settimana e per il maiorchino sarà durissima concludere l’anno al numero uno. Ma quando avverrà il fatidico avvicendamento?
La terra rossa è ormai da quasi un decennio terreno di conquista per lo spagnolo: il filotto di tornei Montecarlo-Barcellona-Madrid-Roma-Parigi, fonte di punti imprescindibile per costruire le sue annate, è per Nadal una semplice base di partenza, una sorta di routine primaverile. Tutto il resto è catalogato come un “tanto di guadagnato”. Quest’anno, però, qualcosa è andato storto e Rafa ha steccato i primi due appuntamenti, perdendo da Ferrer a Montecarlo e da Almagro a Barcellona. Due sconfitte che fanno rumore, soprattutto perché arrivate contro due giocatori, che, in teoria, non hanno le armi per metterlo in difficoltà (gli head to head parlano chiaro). Sorgono dubbi sullo stato di forma dell’otto volte campione del Roland Garros, si comincia a pronunciare la parola “crisi”. Giudizi forse affrettati, ma inevitabili: un Nadal così dimesso sulla sua superficie non si era mai visto. La routine è stata spezzata e Djokovic sente profumo di sorpasso.
L’iberico ha ancora un vantaggio di 1.860 punti (12.900 a 11.040), ma, in poco più di un mese, dovrà difenderne ben 4.000, il prezzo da pagare per le vittorie di Madrid, Roma e Parigi dell’anno passato. Non può quindi incrementare il suo vantaggio e deve guardarsi le spalle da Djokovic. Il serbo, infatti, eliminato l’anno scorso al secondo turno a Madrid e ai quarti al Foro Italico, ha una cambiale di 945 punti, un’inezia rispetto al rivale. Sul giocatore di Belgrado ci sono incognite fisiche da approfondire, anche se il fastidio al polso che ne ha condizionato i movimenti a Montecarlo sembra non preoccupare: a Madrid, il serbo, che ha da poco annunciato di aspettare un figlio dalla sua Jelena, tornerà al 100%, pronto per iniziare la caccia al Roland Garros. E la prima posizione mondiale sarà solo una logica conseguenza.
Conoscendo il carattere di Nadal, difficilmente lo vedremo subire passivamente. Anzi, nelle prossime settimane, è lecito attendersi una sua immediata reazione. Rafa potrebbe piazzare un acuto prima di Parigi: magari a Roma, dove le condizioni climatiche lo favoriscono rispetto alla Caja Magica. Poi arriverà il Roland Garros, dove, a meno di clamorosi colpi di scena, arriverà da testa di serie numero uno. A quel punto ci sarà la resa dei conti e un passo falso dell’iberico potrebbe consegnare nelle mani di Djokovic il career Grand Slam e, contemporaneamente, il primato nel ranking.
Al Roland Garros si gioca al meglio dei 5 set e questa distanza è una preziosa alleata per il tennista di Manacor. Certo, Nadal non può permettersi di presentarsi all’appuntamento clou della sua stagione in ritardo di condizione e dovrà fare un deciso salto di qualità da qui al 25 maggio, giorno d’inizio del torneo. Però, sul Philippe Chatrier i giocatori in grado di batterlo si riducono sensibilmente e l’identikit non può che portare a Novak Djokovic: dodici mesi fa arrivò a due turni di servizio dall’impresa nel quinto e decisivo set, quest’anno ci riproverà ancora. Ecco che un’eventuale finale tra i due più forti giocatori del circuito potrebbe mettere in palio anche la prima posizione mondiale: sarebbe senza dubbio l’epilogo più giusto.
Qualora Nadal riuscisse a ritrovare gioco e risultati e uscisse indenne dall’attentato serbo alla sua leadership, avrebbe poi un paio di mesi per respirare, con la possibilità di tornare a Wimbledon senza troppe pressioni. Dopo aver conquistato più punti possibili sull’erba londinese, l’inseguimento di Nole verrebbe prolungato di qualche settimana, con concrete chance di andare in porto di lì a poco. In estate Nadal sarà chiamato a difendere un altro trittico di trionfi del magico 2013, la Rogers Cup, Cincinnati e Flushing Meadows, questa volta sulla superficie prediletta del rivale. Solo il campo potrà dirci quando, ma il terzo regno di Novak Djokovic sembra alle porte.
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