Dal nostro inviato a Dubai, Diego Barbiani
TENNIS. «Nel corso dell’ultima decade il terreno di Wimbledon è stato notevolmente rallentato. Tutto quello che bisognerebbe fare è permettere ai giocatori da superfici rapide di sfruttare al massimo il loro servizio» Roger Federer in sala stampa ha lanciato una frecciatina al suo grande rivale, Rafael Nadal, che un mese fa aveva sottolineato con una frase di disappunto (scherzosa, ma comunque piccata) la volontà del direttore dell’Australian Open di voler velocizzare i campi («credevo fosse un buon amico..») e le sue continue espressioni a favore di un gioco più incentrato sulla tattica, sul palleggio prolungato e sugli scambi estenuanti.
Sull’aspetto del servizio come tattica importante per i giocatori specialisti dei campi veloci e sulla varietà delle superfici Federer ha voluto incentrare il grande significato della sua frase. Per lui il servizio non è un aspetto da tralasciare, come invece aveva espresso lo spagnolo. Deve tornare a rappresentare il punto di forza di quei giocatori che ne fanno il loro punto di forza. La tattica ed il ragionamento vanno bene per i campi lenti, quelli dove bisogna “macinare” gioco. Sui campi veloci, o presunti tali, il discorso dovrebbe essere diverso: «Credo che debba esistere più varietà sui campi da gioco. E’ bello vedere giocatori che sanno difendere e ragionano durante il punto, ma alla lunga questo diventa prevedibile e noioso».
Tornando poi ad analizzare il match, ha espresso quanto sia stato complicato recuperare una sfida che ad un certo punto sembrava persa. «Volete sapere come ho fatto? Non lo so neppure io. Ad un certo punto speravo solo di servire bene per mettere pressione in risposta, magari vincendo i primi punti e sperare che l’altro qualcosa conceda, perché in fondo era tutto nelle sue mani».
E’ felice, molto felice. «Vincere il secondo set sfruttando il momento molto positivo per me è stato fondamentale, perché mi ha permesso di partire nel terzo con più aggressività. Ho sprecato tanto, ma a quel punto sapevo che tutto poteva succedere».
Nel primo set il servizio lo ha molto penalizzato, tanto che si era trovato a servire delle prime con una velocità simile ad una seconda. «Lottavo contro il mio servizio, contro il mio dritto. Però sono stato bravo a tornare prepotentemente in gara e dimenticare tutto, ricominciando da capo».
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