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Shuai Peng, una cinese (finalmente) al n.1

Di Diego Barbiani

E’ un momento d’oro per la Cina, perché dopo la certezza che da lunedì Na Li salirà al n.2 del mondo, oggi si è avuti la notizia che Shuai Peng ad inizio della settimana prossima sarà n.1 nel ranking di doppio.

Una vera “prima volta” per la grande nazione asiatica, che ormai da anni sta investendo tantissimo in questo sport con l’ingresso di tornei nuovi (Shenzen, che dal prossimo anno si unirà alla categoria degli eventi combined, e Wuhan, paese natale di Na Li, che sostituirà il Wta di Tokyo) e strutture più che mai all’avanguardia.

Questo evento avrà un’importanza spropositata e dimostra da ora come tutti gli sforzi fatti stiano piano piano cogliendo frutti importanti. Anni fa sarebbe stato da folli pensare ad una leader mondiale proveniente dalla sconfinata ma poco acculturata (tennisticamente) Cina, eppure Peng c’è riuscita, e con lei anche Na Li che dopo i due successi Slam ora vuole provare a dare l’assalto alla vetta del ranking di singolare dove Serena Williams sembra poter dormire sonni tranquilli, almeno per un po’,

Se Na Li è famosa in quasi tutti gli angoli del mondo, la stessa cosa non può dirsi di Shuai Peng, costretta suo malgrado a vivere nell’ombra della sua più ricercata connazionale.

Shuai è nata l’8 Gennaio del 1986 a Xiangtan, una città di oltre 2,5 milioni di abitati situata nella regione dello Hunan, nel cuore della Cina. E’ eclettica, considerando che oltre ad una discreta carriera in singolare da qualche anno si è scoperta un’ottima doppista, specialmente da quando ha composto assieme alla connazionale (di Taiwan, però) Su Wei Hsieh una coppia difficilissima da battere. A proposito di questo duo così atipico, per capire l’impatto che possono avere sul piano sociale si potrebbero scomodare Mahes Buphati e Aisam Ul Haq Qureshi, la coppia indo-pakistana ricompostasi lo scorso anno. La loro unione è anche un forte segnale di rottura di quelle barriere politiche che da sempre esistono, in questo caso, tra la Cina e Taiwan. A Peng non è mai importato qualcosa delle possibili pressioni che il suo paese potesse esercitare su di lei per questa scelta anticonvenzionale e la sana amicizia che la lega a Hsieh è un messaggio che va oltre il mero interesse sportivo.

In singolare non ha mai ottenuto un trofeo, sebbene per sei volte abbia raggiunto la finale, l’ultima delle quali proprio ad inizio di questa stagione sul cemento di Shenzen dove ha dovuto far strada a Li. Molto meglio invece il rendimento in doppio dove conta tredici titoli su quindici finali, ma soprattutto dove risulta imbattuta con l’attuale compagna Hsieh, con cui aveva già composto tra il 2008 ed il 2009 una coppia di grande spessore.

Il fiore all’occhiello è il successo colto sui prati verdi di Wimbledon lo scorso anno, quando furono sconfitte le due australiane Barty e Dellacqua. Non sfigura neppure il titolo conquistato ai Wta Championships di Istanbul dello scorso Ottobre, quando le due superarono Makarova e Vesnina.

Peng ha un gioco bimane da entrambi i lati, colpisce dritto e rovescio con la stessa potenza ed i suoi colpi tesi che tolgono il tempo all’avversaria e hanno creato problemi anche a giocatrici molto quotate. Non sono rare infatti le sue vittoria contro giocatrici comprese tra le top-10, tra cui Kim Clijsters, Martina Hingis, Marion Bartoli, Maria Sharapova, Na Li, Jelena Jankovic e Agnieszka Radwanska. Al momento in singolare occupa la 44esima posizione mondiale, con un best ranking però di n.14 ottenuto nel 2011.

Se l’escalation di Na Li ha portato un forte aumento di amatori ed aspiranti tennisti in Cina, chissà di quale entità sarà lo tsunami che si creerà alla vista di quel n.1 davanti ad una giocatrice dagli occhi a mandorla. E con quasi un miliardo e mezzo di persone, le probabilità di trovare anche un uomo baciato dal talento aumentano sconsiderevolmente.

Diego Barbiani

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