di ANDREA SCODEGGIO –
MELBOURNE. È tempo di derby francese in Australia ed a vedere i protagonisti scesi in campo, un paio di mesi fa, non ci avrebbe creduto nessuno. I peggior horror movie di serie B non saprebbero nemmeno concepire ritorni dall’oltretomba (tennistico) così sensazionali, seppure questi scontri non attirino, su di sé, l’entusiasmo del pubblico australiano, se non forse quello francese essendo tirato in causa direttamente.
Ma perché esprimersi in questi termini? E’ presto detto: Gilles Simon è un miracolato, o probabilmente un pazzo che ha visto troppe volte Highlander, l’ultimo immortale. Il medico,poche settimane prima, gli aveva assolutamente sconsigliato la partecipazione all’Australian Open, imponendogli di fermarsi dalle 3 alle 6 settimane. Difatti per giorni, si era sicuri di non vederlo inserito nel tabellone principale ed invece..
Sarà la testardaggine, saranno i miracoli del cielo, ma Simon non solo ha giocato, ma ha combattuto, e vinto, due maratone non indifferenti. La prima contro Brands, battendo il tedesco 16-14 al quinto set in oltre quattro ore e mezza, la seconda contro Marin Cilic in altre quattro ore, dopo essere stato sotto di un set. Non si sa se il suo medico curante sia Gesù (fonte interne lo escludono), ma pochi possono vantare un simile miracolo tennistico. Tsonga, d’altro canto, non è azzoppato come il suo avversario, ma il suo ritorno è passato un po’ in sordina. Infortunatosi malamente al ginocchio durante Wimbledon, per il francese il resto della stagione si concluse senza squilli, tanto che nessuno l’ha seriamente preso in considerazione per questo slam ed invece..
Un derby fra “Ritornanti” come li chiamerebbe Dellamorte Dellamore (se non sapete chi sia, male.. Andate a vedervi il film) e che ha visto prevalere l’atleta più sano, quasi un eufemismo, Tsonga, in un match piuttosto avaro di emozioni e che si è concluso sostanzialmente dopo il primo parziale.
Nel primo set, sebbene si decida tutto, non accade inizialmente un granché. Una fase di studio piuttosto sbadigliante, con qualche corsa da tergicristallo di Simon (dovrebbe partecipare a Giochi senza Frontiere) mentre Tsonga lascia che sia il suo servizio a fare la voce grossa, aspettando il break a favore che sembra essere nell’aria. In sostanza, dopo i primi otto giochi, sui servizi di Simon si possono assistere scambi piuttosto lunghi (il record è 33 colpi sul 15-0 nell’ottavo gioco, vinto da Simon) mentre Tsonga è piuttosto falloso ma sempre salvato dal servizio (sette ace nei primi quattro turni di battuta), fino all’improbabile svolta. Nel nono gioco Tsonga cala nel servizio, mentre gli errori rimangono e concede lui per primo due palle break, salvate però dalla generosità del suo avversario, specie nella prima occasione, e dal servizio che spesso gli è venuto in soccorso durante l’intero incontro. La partita prosegue senza sussulti e si arriva al tiebreak, chiuso con il minibreak a favore di Tsonga nel nono punto che gli permette di vincere il parziale per sette punti a cinque.
Perso il set, persa la partita, perché Simon accusa un po’ di stanchezza dei precedenti turni e si distrae, perdendo subito il primo turno di servizio. Tsonga è ingiocabile sul proprio turno di battuta e per Gilles la lotta si fa scivolosa e profonda (scomodando De Andrè). Il fattore del primo break dell’incontro è sufficiente per chiudere il set e dare la possibilità di scappare per Tsonga: 6-4 il secondo parziale, nonostante un estenuante lotta ai vantaggi proprio nel game di chiusura, senza che però vengano concesse palle del contro break.
Appare improbabile un ennesimo ritorno di Simon, nonostante sia abituato a recuperi miracolosi, ma una chance Tsonga gliela concede nel suo primo game di battuta. Anche stavolta però è impreciso e l’occasione sfuma. E’ l’ultimo atto di una sconfitta oramai annunciata, specie se nel quinto gioco Simon impazzisce e commette due doppi falli consecutivi, regalando così due palle break. Sulla prima si salva, sulla seconda mette un comodo rovescio in rete, finendo per capitolare. Un’ultima flebile possibilità Simon la ottiene nel turno di battuta successivo, ma Tsonga riesce sempre a tirarsi fuori dai guai e vincere ai vantaggi anche questo gioco.
Scoraggiato, il finale si scrive da sé ed è ancora un doppio fallo a regalare un secondo break ed un vantaggio enorme per Tsonga, dandogli la possibilità di chiudere laconicamente per 6-2 anche questo ultimo parziale.
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